Gli ospedali nella storia e in sociologia: inizialmente luoghi caritativi, da cui erano esclusi malati di lebbra e di peste. Una prima omogeneizzazione si verifica intorno alla seconda metà del '700, gli ospedali minori vengono accorpati a quelli più importanti, si separano le tipologie di cure e di pazienti, inizia svolgimento funzione terapeutica anche per via della spinta dei medici che cercano un loro spazio di autonomia. A seguito dell'Unità sorsero nuovi ospedali per iniziativa dei comuni, prima rete di ospedali pubblici. Sotto il profilo giuridico - legge Crispi 1890: autonomizzazione enti ospedalieri; periodi fascista l'istituzione ospedaliera diviene il centro del sistema sanitario. Si approfondisce il processo di concentrazione nella rete ospedaliera di tutte le funzioni terapeutiche e si procede a realizzazioni architettoniche, per dimostrare la potenza del regime. Ospedale luogo istituzionalmente deputato alle cure mediche specializzate, in sezioni, divisioni, reparti. Seconda Guerra Mondiale: oggetto specifico della sociologia, osservare come le istituzioni prendono forma. Burocrazia di Weber: modo dominante di organizzazione formale, incarnava il tipo di autorità a cui veniva accordata la massima legittimità in tali società serie di caratteristiche chiave. Anni '60: il reclutamento e l'avanzamento di carriera erano organizzati da gruppi professionali all'interno dell'ospedale. Asylum di Goffman: ricerca etnografica all'interno di un grande ospedale psichiatrico americano, descritti ruoli e esperienze vissute dagli operatori sanitari e dai pazienti, introdotto concetto di istituzione totale: organizzazioni separate dal mondo esterno, i residenti sono privi delle loro identità sociali, soggetti unicamente alle regole dell'organizzazione.