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DISABILITA' IN GENERALE (CAP.1) - Coggle Diagram
DISABILITA' IN GENERALE (CAP.1)
TERMINOLOGIA E COSTRUTTI BASE
chi è il disabile?
costituzione
Art.3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali, E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione
Art.34: la scuola è aperta a tutti
Art.38: gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale
uso delle espressioni
minorato invalido handicappato infermo malformato diverso inabile mutilato anormale portatore di handicap -> alcune espressioni utilizzate negli anni
cammino culturale, normativo e terminologico (cambiamento negli anni) -> “Idiota”, “Imbecille”, “Deficiente” erano termini ritenuti scientifici… ora ritenuti dispregiativi ->_noi come terminologia oggi utilizziamo: persona che presenta caratteristiche di disabilità
• cambiamenti avvenuti x 3 motivi in particolare:
• vengono abbandonati quei termini che nel linguaggio comune hanno un significato negativo e dispregiativo
• si evitano espressioni che favoriscono l’identificazione della persona con la sua disabilità e non ciò che la persona è al di là della sua disabilità
• si tendono a privilegiare quei termini che evidenziano i rapporti tra l’individuo e il suo contesto di vita
• il termine “handicap” è sostituito con “disabili”-> Il termine “disabile” indica qualsiasi persona incapace di assicurare a se stessa in modo totale o parziale quanto necessita per una vita normale individuale o sociale a causa di una riduzione, sia congenita che non, delle proprie capacità fisiche o mentali
sostituire terminologia
“disabile” con “persona con disabilità”
“dislessico” con “allievo con dislessia” o “allievo con difficoltà di lettura”
“cieco” con “persona con deficit visivo”
“sordo” con “persona con deficit uditivo”
• Termine diversamente abile -> sottolinea non le difficoltà, ma le potenzialità della persona con handicap che, attraverso diverse modalità, raggiunge lo stesso obiettivo (Non sempre si può sostituire l’espressione “persona con disabilità” in quanto non sempre una determinata disabilità permette il raggiungimento di prestazioni tipiche a quelle della normalità) -> Usare alcune espressioni fa crescere la cultura dell’integrazione
ITER LEGISLATIVO
NEL MONDO
1970-1980 -> Le basi internazionali della cultura dell’integrazione delle persone con disabilità:
1971: l’Assemblea Generale dell’Onu proclamò la «Dichiarazione dei diritti delle persone con ritardo mentale»
Stessi diritti di tutti gli esseri umani
Diritto ad appropriate cure mediche ed istruzione x sviluppare al massimo il proprio potenziale
Diritto alla sicurezza economica ed un accettabile livello di vita lavorativa
Diritto a vivere con la propria famiglia ( se possibile), la quale deve ricevere assistenza se non è possibile devono vivere in condizioni che siano più normali possibili e a partecipare alla vita di comunità
Diritto ad un tutore qualificato se necessario
Diritto ad essere protetti da sfruttamenti, abusi e trattamenti degradanti
In caso di reato, diritto ad un processo che tenga conto del loro grado di responsabilità mentale
1975 -> l’Assemblea Generale dell’ONU proclamò la “Dichiarazione dei diritti delle persone disabili”:
Come per quanto riguarda il 1971 enfasi posta su: diritto di vivere in famiglia e l’invito implicito ad utilizzare gli istituti residenziali il meno possibile
Nel 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta un documento
riguardante «Le regole standard per le pari opportunità delle persone disabili»
Nel 1993 viene pubblicato dall’OMS l’ICD-10, cioè la decima revisione della
Classificazione Internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati
Nel 1994 durante la Conferenza Mondiale sull’Educazione, fu approvata la
Dichiarazione di Salamanca sull’educazione e le esigenze speciali degli alunni
IN ITALIA
1970-1980:
nascita della figura di sostegno (diritto alla
piena integrazione degli studenti con handicap nella scuola pubblica)
1976 indicazione di massima indicata per classe e di ridurre il numero complessivo degli allievi a venti
1976 inizia l’analisi della problema relativa alla formazione degli insegnanti che porterà all’attivazione dei corsi biennale di specializzazione
Legge 517 del 1977 può essere considerata l’inizio del processo di inserimento di tutti gli allievi con disabilità nelle classi della scuola statale -> da una scuola uguale per tutti ad una scuola diversa per ciascuno -> integrazione
circolare ministeriale 1979: Forme particolari di sostegno a favore degli alunni portatori di handicap
dopo il 1980
1985: Nuovi Programmi didattici per la scuola elementare affrontarono a
fondo la problematica dell’inserimento degli allievi in situazione di handicap
1987: una sentenza della Corte Costituzionale stabilì che l’inserimento di allievi con handicap nella scuola Media Superiore doveva essere “assicurato” e non solo facilitato
1990: gli Orientamenti per le attività educative della scuola materna dedicarono notevole importanza alle problematiche della diversità e delle situazioni di handicap
1992: Ancora attuale e di riferimento è la legge n. 104: Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e diritti delle
persone disabili -> diritto all'educazione e all'istruzione
1994: Il DPR “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle Unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap» costituisce un punto di riferimento essenziale per il coordinamento degli interventi fra famiglia, scuola, AUSL ed Enti territoriali basandosi su legge 104, 4 articoli:
l'individuazione di un allievo in situazione di handicap;
la diagnosi funzionale che ne descrive lo stato psico-fisico;
Redatta solo dal personale sanitario, è l’insieme di indicazioni relative alle potenzialità ed ai deficit idenficati in merito ai seguenti aspetti: affettivo, cognitivo, relazionale, linguistico, sensoriale, motorio, personale-sociale
il profilo dinamico funzionale che dovrebbe descrivere il livello di sviluppo che si prevede nell'arco di uno o due anni scolastici
operatori si devono confrontare con famiglia e scuola -> documento comune da redigere dopo un primo periodo di
inserimento scolastico e volta all’integrazione
scolastica e sociale, prevedibile sviluppo a breve (sei mesi) e medio termine (due anni) dovrebbe essere focalizzato sulle potenzialità
il piano educativo individualizzato (PEI), cioè il documento che deve contenere gli interventi
intervento educativo che tiene conto delle specificità dell'alunno con disabilità (viene fatto ogni anno), piano (metodologia chiara e
sistematic) educativo (contiene una visione globale
dello sviluppo della persona) personalizzato (individualità dell’alunno), redatto dai docenti in collaborazione con i genitori, risultante programmazione predisposta da ASL scuola genitori ente locale,
1999: legge 68 delinea il quadro normativo all'interno del quale dovrebbe realizzarsi
l'integrazione lavorativa delle persone in situazione di handicap
2004: legge 6 Introduce modifiche del codice civile riguardanti l’amministrazione di sostegno, particolarmente utile per molte persone con disabilità, tra le quali quelle con disabilità intellettive o con autismo
OMS DISABILI NEL MONDO
MODELLI E DEFINIZIONI DI SALUTE
L’OMS (1948) ha sottolineato l’aspetto multidimensionale della salute: stato completo di benessere che non è assenza di malattia -> salute diritto fondamentale di ogni essere umano
1980 l’OMS propose una classificazione (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps, ICIDH) tesa a evidenziare le possibili conseguenze delle malattie a tre livelli sequenziali
1) menomazione (impairment): perdita o anormalità di
strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche
2) disabilità (disability): restrizione o perdita di eseguire un’attività nella maniera
considerata normale per un essere umano
3) handicap: svantaggio derivato da menomazione e disabilità che limita o prevenga l'adempimento di un ruolo che è normale (rispetto all’età, al sesso e fattori sociali e culturali) x l'individuo
diversi modelli concettuali:
modello bio-medico -> dicotomia normalità/patologia: salute corrisponde ad assenza
di malattia, Modello di cura: diagnosi, trattamento in ambito sanitario, Disabilità:
conseguenza della malattia/menomazione
Modello Sociale: malattia come conseguenza di fattori socio-ambientali limitanti e
non solo soggettivi, Modello di cura: integrazione tra sanitario e sociale, Disabilità:
limitazioni create dalla società
modello bio-psicosociale (ICF): non guarda alla malattia ma al funzionamento globale della persona, legato all'ambiente che ne determina differenti livelli di attività e prestazione, Modello di cura: attenzione
complessiva alle componenti della salute, mette la persona al centro di tutto nel suo ambiente (persona nella totalità)
CLASSIFICAZIONE (OMS): fondamentale xk ci permette di vedere la persona non la diagnosi (ICD -> ICIDH -> ICF)
ICD: codice clinico che definisce la patologia con le caratteristiche annesse (tramite una lettera e due numeri): linguaggio internazionale, Sistema di classificazione basato sull’attribuzione di codici a
specifiche definizioni diagnostiche
ICF (international classification of functioning): approccio non più focalizzato sulla malattia ma sul funzionamento e sulla salute
della persona -> diagnosi aiuta ma non basta-> il funzionamento di ogni persona è diverso pur essendo contenuta nella stessa etichetta clinica -> valorizzati gli aspetti ambientali e sociali
come icd fornisce informazioni su: stato di salute della persona il “nome” della malattia/condizione di
salute, “come” quella malatia/condizione di salute modifica la vita di una
persona
La salute e il funzionamento umano sono interpretate come risultante dell’interazione tra fattori biologici, funzionali, di capacità, di partecipazione sociale e contestuali ambientali e personali, categorie raggruppate sotto "modello bio psicosociale"
scopi dell'ICF: fornire una struttura concettuale per capire gli stati di funzionamento e di
eventuale disabilità correlati alla salute, proporre un linguaggio comune, standard e unificato, per favorire la
comunicazione fra operatori con competenze diverse (multidisciplinare), fornire un sistema di classificazione e di codifica sistematica che favorisca
confronti statistici fra Paesi diversi, disabilità è considerata all’interno del più ampio contesto del funzionamento
dell’individuo (e l'individuo nel suo ambiente)
ICF: descrivere lo stato di salute delle
persone in relazione ai loro ambiti esistenziali, descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita
quotidiana -> modello di disabilità universale
cambiamento punti di vista: attenzione spostata da disabilità a salute e funzionamento
DSM-5: Classificazione dei disturbi mentali e relativi criteri ( diagnosi attendibile e guida)
rispetto alle versioni precedenti: meno rigidità, disturbi mentali nella realtà non rientrano sempre perfettamente nella persona, confini tra questi + fluidi, diversi livelli di gravità
RUOLO DELLA SCUOLA NELL'INCLUSIONE
educazione nel nostro sistema scolastico deve: incontrare i bisogni individuali del singolo, definire difficoltà e risorse, costruire competenze (definizione di un programma con strategie di lavoro), interconnessa con leggi emanate
legge 170 del 2010: nuove norme in materia dei disturbi specifici dell'apprendimento in ambito scolastico -> diritto degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento di fruire di appositi strumenti compensativi e dispensativi e di flessibilità didattica in tutti i cicli di istruzione e formazione, compresa l’università
categorie di BES (bisogni educativi speciali) -> 3 sottocategorie: disabilità (carenze organico-funzionali), disturbi evolutivi specifici (disturbi apprendimento DSA, ADHD, linguaggio, ritardi -> scuola obbligata a formulare un PDP), svantaggio socio-economico-sociale (può essere temporaneo)