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LUCANO - Coggle Diagram

- - - - Lucano nei primi anni del principato Neroniano, il cosiddetto quinquennio felice, frequenta la corte, evento che accresce la sua fiducia nel princeps
        
        Inizia a scrivere la sua grande opera aprendola con un elogio a Nerone
        
        Le illusioni di Lucano vengono presto soffocate all'avvento della congiura dei Pisoni che manda in fumo le sue speranze di vedere la "grande Roma" riaffermarsi come potenza, ormai al suo tramonto
        
        L'unica opera di Lucano giunta a noi è il Bellum Civile, un poema epico di circa 8.000 esametri suddiviso in 10 libri, dedicato alla guerra "più che civile, di sangue" tra Cesare e Pompeo
        
        Il titolo "Bellum Civile" arriva a noi indirettamente, poichè menzionato in tre biografie. Tuttavia il poeta stesso sembra designarlo con il sostantivo "Pharsalia" diventando la denominazione più apprezzata.
        
        L'opera rimane incompleta a causa della morte prematura di Lucano, i cui libri sarebbero dovuti probabilmente arrivare a 12, numero canonico dell'Eneide virgiliana
        
        Distaccandosi dal modello di Virgilio, Lucano ritorna al poema epico-storico praticato da Nevio e Ennio di cui non riprende però l'elogio alla grandezza di Roma.
        Le sue fonti sono dunque prevalentemente storiche e di stampo filo-repubblicano, tratto che emerge con chiarezza dopo il quarto libro, mentre nei primi tre Lucano e Seneca vivevano ancora nell'illusione che l'optimus princeps, plasmato dalla saggezza dei filosofi, potesse esistere.
        
        Il Bellum Civile viene spesso definito un anti-Eneide anche se Lucano sembra assumere più un atteggiamento di imitatio che di emulatio.
        Egli fonde la sua inventiva, con il mondo del meraviglioso e della necromanzia, a riferimenti all'epos virgiliano
        
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