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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio - Coggle Diagram
Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
iniziata nel 1513, qualche mese prima del Principe
la parola “discorso” viene dal latino discurrere, cioè “procedere senza una meta definita”
Il titolo sottolinea la natura dell'opera che presenta una struttura meno organica e più frammentaria
sono presenti una serie di annotazioni e riflessioni
centrale è la vita delle repubbliche con le leggi e strutture istituzionali
in cui il ruolo più importante è dato dalla partecipazione collettiva del popolo
la struttura:
dedica a due importanti esponenti degli Orti Orticellari
troviamo poi il proemio: basi della riflessione politica machiavelliana
l'autore esprime la volontà di seguire vie non percorse ancora da nessuno
si appogia all’«esperienzia»dei suoi studi e dalla diretta pratica politica
analisi:
in 3 libri
2°:
ampliamento temi di politica estera
3°:
esamina i requisiti necessari per la stabilità dello Stato
1°:
tratta i problemi della fondazione e legislazione dello Stato
Rapporto con Il Principe:
si è sostenuta la contraddittorietà del contenuto delle due opere
oggi questa posizione è stata superata
le due opere vengono scritte durante lo stesso periodo
Principe: teorizzazione dello Stato assoluto, dura necessità per fare uscire l’Italia dalla crisi
analizza il problema della creazione di uno Stato nuovo
Discorsi: esalta il modello repubblicano nella Roma antica
preferendo la Repubblica
mista
si sofferma sul mantenimento dello Stato e sui suoi ordinamenti
concezione naturalistica della Storia:
Machiavelli immagina le varie forme dello Stato come uno sviluppo circolare
forma originaria:
monarchia
che, corrotta, degenera in
tirannide
la reazione nobiliare porta all'
oligarchia
e l'opposizione ad essa porta alla
democrazia
destinata a cadere nella demagogia trasformandosi in
anarchia
il processo ricomincerà finché un uomo nuovo saprà mettere ordine nel caos
n.b.:
repubblica romana per Machiavelli rappresentava un raro esempio di equilibrio
L’importanza politica
della religione
non gli interessa la questione spirituale, evidenzia le ricadute civili e politiche del sentimento religioso
visto come uno strumento di governo, con cui rendere coeso e obbediente il popolo
ritiene la Chiesa cattolica colpevole di aver inculcato nei cristiani una mentalità apatica e disgregatrice
responsabile anche della mancata unificazione dell’Italia
secondo l'autore Lo Stato della Chiesa ha permesso ad eserciti stranieri di imperversare sul territorio italiano
impedendo che uno Stato prevalesse sugli altri e conquistasse tutta la penisola