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CAPITOLO 2
LA RICERCA QUALITATIVA
La ricerca qualitativa si basa su due realtà: lo spoglio e la raccolta di fonti scritte (come reperti, testi, poesie, romanzi), che oggi possono essere elaborate su fogli elettronici, e la ricerca sul campo, che implica l'uso di fonti dirette.
Nel 1950, Kenneth Pike introdusse i concetti di "etico", che si riferisce alla concezione di una cultura dal punto di vista esterno, ed "emico", che riguarda la concezione di una cultura dal punto di vista interno.
La ricerca quantitativa raccoglie dati tramite questionari, con un soggetto passivo e un incrocio delle variabili, mentre la ricerca qualitativa, con un soggetto attivo, si basa su studi di caso.
Le caratteristiche della ricerca qualitativa sono l'apertura, la massima interazione con i partecipanti, il coinvolgimento di pochi individui e uno stile narrativo.
L'osservazione partecipante è necessariamente selettiva, poiché l'antropologo deve scegliere quali aspetti della cultura osservare e come partecipare, in base agli obiettivi della ricerca.
Il diario di campo non solo conserva l'esperienza vissuta, ma contribuisce anche a crearla, poiché aiuta a organizzare e riflettere sulle esperienze future.
L'intervista qualitativa permette di esplorare l'individualità della persona intervistata, cercando di comprendere il mondo dal suo punto di vista, in una prospettiva emica.
Gli individui a cui l'antropologo si rivolge per acquisire informazioni sono chiamati «informatori» o «interlocutori privilegiati», scelti in base agli interessi di ricerca.
L'antropologa americana Marjorie Shostak è autrice della biografia più letta nella storia dell'antropologia, Nisa. La vita e le parole di una donna. Il testo esplora la vita di Nisa, una donna di cultura africana, raccontando la sua storia attraverso i suoi racconti.
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- Malinowski (1915-18) studiò la vita degli abitanti delle isole Trobriand, vicino alla Nuova Guinea. Adottò un nuovo metodo di ricerca, vivendo a stretto contatto con la popolazione locale e osservando da vicino ogni aspetto del loro comportamento.
Cercò di capire il punto di vista degli indigeni(abitanti del luogo) e spiegò che in una società ogni parte della vita è legata alle altre e serve a farla funzionare bene.
Definisce la cultura come un tutto integrato: un sistema complesso e funzionale di comportamenti, idee e relazioni sociali.
-In Magia, scienza e religione (1948), Malinowski vede la magia come una risposta emotiva a situazioni incontrollabili, utile all’uomo per mantenere l’equilibrio e affrontare momenti difficili.
IL METODO ETNOGRAFICO
Malinowski sviluppò la ricerca sul campo, un metodo immersivo ed empatico basato sul contatto diretto con la realtà studiata.
Questo metodo, detto anche «osservazione partecipante», prevede che il ricercatore osservi e partecipi alla vita della comunità. Malinowski usava il metodo della “tenda” (vivere sul posto) e della “lingua” (imparare l’idioma locale).
Nel posizionamento si riconosce la soggettività dell’antropologo, cioè il fatto che la sua presenza e il suo punto di vista influenzano la ricerca.
L’antropologo può anche «riposizionarsi», adattando il proprio punto di vista, ma senza mai ignorare la propria soggettività.
L'etnocentrismo di Taylor giudica le altre culture dal proprio punto di vista, mentre il relativismo culturale di Boas sostiene che ogni cultura va compresa nel suo contesto specifico.
Le tecniche antropologiche includono interviste, l'uso di registratori e videocamere, e la creazione di mappe per raccogliere dati.
PROGETTO DI RICERCA
Il progetto di ricerca include la formulazione dell'argomento, la definizione dell'area geografica, l'arco temporale e l'ambiente sociale di studio.
deve tenere conto degli obiettivi di ricerca, che comprendono lo studio preliminare, l'analisi del tema e l'esame dell'area geografica.
L'antropologo deve agire in modo etico, rispettando gli impegni, ottenendo il consenso informato, usando correttamente i dati e accettando la decisione degli interlocutori di uscire dalla ricerca.