FORMAZIONE (libro di orientamento): esperienza di APPRENDIMENTO che avviene di solito nel cosiddetto PICCOLO GRUPPO PSICOSOCIALE, il quale è guidato da un FORMATORE, che attraverso la gestione delle cosiddette DINAMICHE DI GRUPPO, fa sì che il singolo, come anche il gruppo, evolva, apprenda, si sviluppi e CAMBI.
APPRENDIMENTO: Processo mediante il quale l’individuo acquisisce informazioni (nozioni, cognizioni, conoscenze ecc.), esercita o sviluppa abilità (capacità, skills tecnico-specialistiche, manualità ecc.) e sviluppa o modifica atteggiamenti (e conseguenti comportamenti).
Nella formazione intesa come intervento psicologico per apprendimento non intendiamo solo acquisire nozioni, bensì un cambiamento nel repertorio comportamentale degli individui.
PICCOLO GRUPPO PSICOSOCIALE (Lewin): qualcosa di più, o per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha struttura propria, fini peculiari e relazioni particolari con gli altri gruppi.
Quel che ne costituisce l'essenza NON è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro iNTERDIPENDENZA.
INTERDIPENDENZA= totalità dinamica=> il cambiamento di stato di una sua parte interessa lo stato di tutte le altre.
Esempio ILLUSIONE-OTTICO-GEOMETRICA-> TRIANGOLO DI KANIZSA
se togliamo un packman (che in un gruppo di lavoro equivale a togliere una persona) le relazioni che si osservano tra gli elementi messi in campo sono diverse -> questo vuol dire totalità dinamica. Come quando in un gruppo di lavoro se ne va una persona, le altre devono ritrovare un assetto che gli permetta di raggiungere un nuovo equilibrio.
DINAMICHE DI GRUPPO (CONCETTO di EPAMPHOTERIZEIN): descrivono le interazioni reciproche, gli atteggiamenti e i comportamenti all'interno di un gruppo di persone, tra di loro.
Utilizzata per la prima volta da Kurt Lewin per descrivere il modo in cui i GRUPPI agiscono e reagiscono al cambiamento delle circostanze.
EPAMPHOTERIZEIN: rende quel fenomeno di oscillazione tra opposti che permette loro di avere un equilibrio, indica un equilibrio dinamico.
Lewin si è formato all’interno della psicologia della gestalt, tuttavia nella sua epoca era dominante la psicoanalisi o comunque le teorie psicodinamiche; quindi, il concetto di dinamica di gruppo lo importa dal concetto di dinamica intrapsichica, concetto fondamentale della psicoanalisi.
PARALLELISMO
Così come le dinamiche intrapsichiche sono fenomeni di relazione tra le tre istante psicologiche postulate dalla psicoanalisi (ES, IO E SUPER-IO), allo stesso modo le dinamiche di gruppo sono fenomeni di relazione che stanno tra individui di un piccolo gruppo psicosociale.
DIFFERENZE TRA DINAMICHE INTRAPSICHICHE E DI GRUPPO:
DINAMICHE INTRAPSICHICHE: NON sono OSSERVABILI;
DINAMICHE DI GRUPPO: sono OSSERVABILI-> sono INTERSOGGETTIVE
SOMIGLIANZE DINAMICHE INTRAPSICHICHE E DI GRUPPO:
così come lo psicoanalista deve formarsi per poter cogliere quali sono le dinamiche intrapsichiche che caratterizzano l’individuo, allo stesso modo lo psicologo deve saper cogliere le dinamiche di gruppo che caratterizzano i rapporti tra gli individui del gruppo di formazione che sta gestendo nell’ottica dell’apprendimento
DINAMICHE INTRAPSICHICHE: AGGETTIVI BIPOLARI/OPPOSTI. Es: COLLABORAZIONE-CONFLITTO, COMPETIZIONE-COLLABORAZIONE, INCLUSIONE-ESCLUSIONE, CENTRALITÀ-MARGINALITÀ
- LA PSICOLOGIA CLINICA NEI GRUPPI DI FORMAZIONE: AMBIGUITA’ E OPPORTUNITA’ (lezione 3)
Per gli psicologi lavorare per gruppi è molto importante; tendenzialmente si fa riferimento a psicologie cognitive, comportamentiste, modelli recenti e alla psicologia clinica. Quest'ultima fa sorgere dei problemi in rapporto agli obiettivi di apprendimento/terapeutici (perseguiti in/di/attraverso il gruppo)→ specialmente in riferimento ai gruppi di formazione dove lo psicologo svolge un ruolo di formatore, conduttore, trainer qualificato da competenze cliniche o comunque psico-dinamiche.
Ci sono pericoli e opportunità connessi con l’adozione di strumenti concettuali e di modelli di comportamento di matrice clinica nell’esercizio della formazione:
Pericoli: il mix tra un approccio di tipo analitico e uno pedagogico porta a una prassi confusa e confusiva (dominata da incertezza).
Opportunità: integrazione tra approccio analitico e uno psicosociale porta allo sviluppo di una psicologia clinica di gruppo sempre più differenziata e autonoma rispetto ai modelli elaborati in contesto terapeutico.
(termina di leggere in dettaglio) APPROCCI ALLA FORMAZIONE sono 5:
Importante che gli psicologi distinguendo i vari approcci anche in base alla richieste che vengono fatte: bisogna essere consapevoli degli obiettivi dell’intervento psicologico e del ruolo da assumere.
APPROCCIO ANALITICO: approccio formativo che si caratterizza per l’enfasi posta sulle dinamiche emozionali vissute dai partecipanti; si realizza sostanzialmente mediante l'opportunità di esplicitare ed elaborare problemi personali e interpersonali sottesi o impliciti al comportamenti.
Ottica: il progetto di un lavoro di formazione non è molto importante in quanto gli eventi sono imprevedibili e dipendono dai bisogni e problemi dei presenti; l’attività analitica si concentra sulle esperienze, sulle relazioni e sui problemi dei presenti.
Il formatore-analista si pone come referente per la comprensione, l’interpretazione e l’elaborazione di problemi intrapsichici, interpersonali e gruppali; esso decide flessibilmente quando, per quanto tempo, su quali problemi, e come frontiere analisi interpretative.
Centrale è il gruppo di introspezione e riflessione, attraverso il quale si manifestano ed elaborano le dinamiche di gruppo.
La preoccupazione del formatore è quella di mantenersi centrato sul gruppo, di non apparire direttivo e di consentire ai partecipanti una esperienza di rapporto franco, autentico e consapevole.
Nell’ambito dei gruppi di formazione, questo approccio può assumere valenze voyeuristico-punitive.
Vengono utilizzati metodi attivi intesi come modalità di conduzione che facilitano l'espressione di sè e l'esposizione reciproca. Esercituazioni e role playing vengono intesi come stimoli per indurre i partecipanti a manifestare il proprio vissuto e i propri problemi
MIX Il mix dell'approccio pedagogico e analitico è stato probabilmente effettuato per moderare i limiti e i rischi che i due approcci comportano. Si tratta di un’assunzione di modelli concettuali e di comportamento di tipo clinico-teraputico da parte di ruoli in crisi nello svolgere funzioni pedagogico-didattiche.
L'inserimento di tempi/modalità di tipo analitico-terapeutico(clinico-terapeutico) all’interno di una consuetudine formativa di tipo pedagogico-normativo provoca ambiguità e confusione di setting, ansie e relativi bisogni di rassicurazione.
es. Confusività tra intervento didattico e interpretativo: quando i partecipanti discutono su argomenti che per loro sono rilevanti, il formatore interviene analizzando i processi relazionali-emozionali, e quando i partecipanti analizzano i processi emozionali-relazionali e interviene con contenuti psicologici.
Questo viene assimilato all’approccio psico-sociale.
APPROCCIO PEDAGOGICO: approccio formativo che si caratterizza per l’enfasi posta sugli argomenti da approfondire e sui contenuti da trasmettere; si realizza mediante lezione o conversazioni e la relativa discussione.
Abbiamo un 'Ottica al progetto, in cui il lavoro di formazione dipende dalla quantità e dalla complessità relativa delle competenze da trasmettere; la trasmissione avviene attraverso le esperienze e i problemi concreti degli interessati.
La preoccupazione del formatore è quella di lavorare su argomenti che siano percepiti dai partecipanti come seri e direttamente attinenti ai problemi reali.
Il formatore-docente si pone come esperto delle cose da sapere e dei comportamenti da adottare in base all’attività formativa; il formatore decide flessibilmente quando e per quanto tempo su cosa e come discutere.
Centrale è il gruppo di discussione, inteso come opportunità di confronto dialettico tra persone che dicono come intendono i loro problemi, e il formatore-maestro che spiega loro come usare più evoluti modelli concettuali.
I metodi attivi, intesi come modalità di animazione/applicazione, utilizzati attivano il coinvolgimento dei partecipanti, la comunicazione a due o più vie, e un clima più informale e spontaneo. Le esercitazioni o role playing permettono aai partecipanti di imparare dai propri errori.
Nell’ambito dei gruppi di formazione questo approccio può assumere valenze normativo-direttive anche quando è propositivo e dialogico, ammorbidito dall'attenzione ai bisogni del gruppo e dalla cura per un buon clima interpersonale.
APPROCCIO PSICO-SOCIALE: approccio formativo che si caratterizza per l’enfasi posta sui processi del gruppo che apprende dalla propria esperienza, e che si realizza sostanzialmente rendendo i processi di comunicazione del gruppo funzionali agli obiettivi di apprendimento.
OTTICA: l progetto di un lavoro di formazione costituisce una guida per promuovere il coinvolgimento dei partecipanti in esperienze di gruppo, che fanno acquisire una maggiore consapevolezza, insight,...
Il progetto formativo delimita i vincoli all’interno dei quali si esercita la discrezionalità di ciascuno secondo il proprio ruolo (partecipanti e formatori).
Centrale è il gruppo di dinamica, quindi le dinamiche intragruppo e intergruppo agite qui e ora.
La preoccupazione del formatore è quella di mantenere il gruppo centrato sul compito di lavoro, adottando uno stile di conduzione il più possibile coerente.
Nell’ambito dei gruppi di formazione questo approccio può assumere una valenza di evasività e artificialità.
Il lavoro di gruppo può essere più o meno strutturato, può prevedere l'utilizzo maggiore o minore di dispositivi precodificati=> metodi attivi intesi come facilitatori di apprendimento in situaizone di laboratorio
OPPORTUNITÀ CLINICA
L'integrazione tra approcci analitico e psico-sociale sta producendo un affinamento e un arricchimento della modalità di diagnosi e di intervento sui gruppi, una maggiore capacità di gestire le dinamiche intersoggettive e più in generale i fenomeni emozionali di gruppo. Distinzione tra clinico e teraputico:
CLINICO: metodo, modello concettuale, criterio epistemologico. È un metodo che può essere anche solo di indagine, nn per forza di intervento. Clinico può essere un approccio e persino un metodo. Metodo clinico è solitamente metodo osservativo
TERAPEUTICO: obiettivo, setting, intervento. È un’esperienza ed è un metodo di intervento specificatamente orientato alla malattia, al disagio e al disturbo. Terapeutica è esperienza che può essere terapeutica ma nn per forza clinica.
La conduzione di gruppi di formazione può ben migliorare i propri strumenti concettuali e operativi utilizzando più interamente la psicologia analitica di gruppo=> Formalizzazione di teorie e tecniche per i gruppi di fromazione in termini di riformulazione a partire dall'esperienza dei gruppi terapeutici.
L’integrazione tra l’approccio psico-sociale e analiticoNON vuol dire necessariamente confusione tra setting formativo e terapeutico, MA può significare co-utilizzo di modelli concettuali e operativi differenziati per storia scientifica e professionale e simili per i comuni riferimenti ai processi di gruppo in termini psicodinamici.
Bellotto collega questi 4 approcci(/concezioni) alla formazione alla possibile cultura
organizzativa che può caratterizzare un’azienda o un’impresa
- CULTURE ORGANIZZATIVE E LEGITTIMIZZAZIONE DEI FORMATORI (lezione 3 appunti)
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