Please enable JavaScript.

Coggle requires JavaScript to display documents.

Parte 4 del manuale - Coggle Diagram

- - - - SISTEMI DI PENSIERO CHIUSI: LA STREGONERIE DEGLI AZANDE Per gli Azande qualsiasi sventura o malattia è da attribuirsi a un atto di stregoneria e le figure dell’oracolo o
        l’indovino hanno il ruolo di capire l’origine del male e a fornire delle contromisure per difendersi.
        Di fronte ai fallimenti dei consigli dati dagli stregoni gli Azande danno una spiegazione secondaria, che impedisce di uscire dalla coerenza del sistema: esiste sempre una ragione interna al sistema che rede noto del
        perché il rito di liberazione non abbia funzionato. Tutto ciò rende il pensiero degli Azande prigioniero di sé
        stesso ossia della stretta connessione che esso stabilisce tra parole magiche, azioni, eventi e cos
    - - Nei sistemi aperti, invece, lo scollamento tra le parole e cose rende il pensiero più dinamico, più disposto ad aprirsi a possibili alternative riguardo alla spiegazione degli eventi.
    - - Gran parte della nostra attività mentale funziona in base a ragionamenti che non si fondano sui princìpi
        della logica binaria, ma in base a concetti sfumati, a «zone grigie» che meglio aderiscono al carattere «fluido» e altrettanto sfumato della realtà che percepiamo.
  - - - Ricercare l’unità dei principi e delle cause
        
        Semplificare al di là della complessità dei fenomeni
        
        Superare l’apparente disordine per ricercare un principio d’ordine del mondo
        
        Cogliere la dimensione di regolarità di fenomeni, al di là della loro anomalia o casualità.
        
        In altre parole, sia le culture africane che quelle occidentali cercano di capire il mondo andando oltre le apparenze, cercando un'unità e semplificando la complessità. Entrambe cercano un ordine di fondo nel caos apparente e riconoscono la regolarità nei fenomeni, anche se possono sembrare insoliti o casuali.
    - - La difficoltà con cui gli occidentali tendono ad accostarsi a questi sistemi di pensiero dipende dal fatto che non
        li considerano per quello che sono: dei tentativi di prendere
        
        le distanze dal senso comune, considerandoli invece
        dei modi di ragionare «sbagliati» dal punto di vista logico-causale:
        
        nonostante quindi la stessa funzione
        esplicativa, un soggetto occidentale abituato a pensare in maniera scientifica non la potrà cogliere
  - - - esempio: Per i Camerunensi, l’AIDS, oltre ad essere, come per noi occidentali, una malattia a trasmissione
        sessuale molto grave, è, per i giovani, anche una manifestazione delle forze maligne dei capi che vogliono
        trattenerli presso di loro nelle zone rurali, dove si possono avere rapporti solo previa autorizzazione del capo
- - - - • Coerenza
        • Una propria funzione sociale
        • Efficacia di tipo simbolico
  - - - • Magia “nera”: Operazioni verbali o materiali su oggetti appartenuti o che sono stati a contatto con la
        persona che si vuole colpire
      - • Magia “bianca”: Detta anche curativa, ha il fine di produrre effetti benefici sul soggetto prescelto
      - I primi antropologi interpretarono la magia come un’aberrazione intellettuale tipica dell’uomo primitivo o come
        una scienza imperfetta e ritenevano che magia, religione e scienza fossero strettamente collegate
        
        JAMES FRAZER: Riteneva che esistessero due tipi principali di magia:
        
        la magia contagiosa, si fonderebbe sull’idea,
        anch’essa sbagliata, che due oggetti venuti in contatto tra loro avessero il potere di agire l’uno sull’altro anche a distanza
        
        la magia imitativa, che si basava sull’idea
        errata che imitando la natura la si sarebbe potuta influenzare
        
        MALINOWSKI: Negli anni Trenta elaborò una teoria della magia molto diversa dai suoi colleghi precedenti
        distinguendo la religione dalla magia:
        
        • Religione: Non chiamata a spiegare l’origine dei fenomeni, ma a fornire certezze di fronte ai grandi
        problemi della vita, come il bene, il male, il dolore, la morte, problemi comuni a tutte le società umane
        
        • Magia: Ha finalità puramente pratiche che non ha niente a che vedere con la
        scienza, che esiste presso i popoli primitivi solo in forme elementarii, commisurata ai loro bisogni e alle
        possibilità della tecnologia a loro disposizione
        
        "mette l'uomo in grado di compiere con fiducia i compiti importanti" utilizza una serie di atti sostitutivi per ritualizzare l'ottimismo dell'uomo
- - - - Alcuni studiosi hanno ritenuto, in passato, che i miti fossero un modo «inesatto», cioè fantastico in quanto
        «primitivo», di ricostruzione o di giustificazione storica di eventi
        
        In realtà anche nelle
        società in cui i miti sono importanti esistono a volte forme di narrazione storica riconosciute come indipendenti e autonome dal racconto mitico
      - caratteristiche del mito:
        
        1) Il mito ignora lo spazio e il tempo
        2) Le azioni dei protagonisti non tengono conto della successione temporale
        3) Alcuni fenomeni, che nella realtà impiegherebbero molto tempo per compiersi, si verificano invece in un
        attimo
        4) I personaggi dei miti agiscono e abitano in luoghi impossibili da frequentare per la maggior parte degli
        esseri umani: fiumi, il cielo, le nuvole, le stelle, la luna, ecc…
        5) Nei miti si annullano le differenze tra regni, generi e specie, così ognuno può parlare con l’altro ed essere
        compreso
        6) Non vi è più differenza nemmeno tra mondo sensibile e invisibile.
        7) La natura viene antropomorfizzata o, al contrario, agli uomini vengono attribuite caratteristiche
        tipicamente animali che gli permettono di volare, vivere sott’acqua, ecc…
  - - - Malinowski: Riteneva che il mito fosse una sorta di giustificazione a compiere certi riti, qualcosa attraverso cui
        leggere una morale, che fissa un codice di comportamento, di pensiero, di disposizioni.
        Di conseguenza fungono da modelli d’ordine atti a legittimare lo stato delle cose presenti.
      - Lèvi-Strauss: Una diversa interpretazione del mito è stata elaborata nella seconda metà del’900 da Levi-Strauss,
        in cui il mito viene indagato nella sua attività speculativa , senza tenere conto dei legami che esso può avere con
        la vita sociale e culturale di una popolazione.
        
        Il mito è quindi un ambito speculativo in cui il pensiero umani si
        trova libero di immaginare anche ciò che non potrebbe esistere realmente; assume cioè il compito di risolvere le contraddizioni
        tra bene e male, vita e morte, inserendo nel racconto un “mediatore simbolico
        
        Per questa capacità di svincolarsi dal mondo reale, naturale e sociale, il pensiero mitico ci appare come un
        pensiero libero che ha i propri limiti solo in se stesso: il mito sarebbe, così, frutto di un “pensiero che pensa
        a se stesso”.