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SISTEMA ENDOCRINO 2 - Coggle Diagram

- - - - la ghiandola surrenale destra è anteriormente in rapporto con la vena cava inferiore, con la faccia posteriore del duodeno, nel punto in cui questo diviene retroperitoneale e piega inferiormente per passare nella porzione discendente. Più lateralmente, è in contatto con il fegato, sia con la faccia viscerale sia con il foglietto inferiore del legamento coronario e ancora con la faccia posteriore a livello dell'area nuda. La ghiandola surrenale sinistra anteriormente è in rapporto con il foglietto peritoneale posteriore della borsa omentale, con il pancreas e con i vasi splenici
    - - la ghiandola surrenale destra prende rapporto con il pilastro laterale destro del diaframma che la separa dalla T10, dalla L1 e dal seno pleurale costodiaframmatico destro. Il margine mediale contrae rapporto con la vena cava inferiore, con il duodeno, con i rami del plesso celiaco e con l'arteria frenica inferiore destra. La ghiandola surrenale sinistra posteriormente è in rapporto con il pilastro laterale sinistro del diaframma che la separa dai corpi dea T12 e di L1 e dal seno pleurale costodiaftammatico sinistro. Il margine mediale è in rapporto con rami del plesso celiaco, con il nervo grande splancnico sinistro e con l'aorta, con l'arteria diaframmatica inferiore sinistra e con la gastrica sinistra
  - - - l ritorno venoso nella ghiandola surrenale si distingue in superficiale e profondo. Le vene superficiali originano dai capillari della zona glomerulare e della parte più esterna della zona fascicolata. Queste vene raggiungono l'involucro fibroso della ghiandola, dando luogo alle vene surrenali accessorie, tributarie delle diaframmatiche, renali o della capsula adiposa del rene
      - le vene profonde originano dalle venule che nascono dai capillari della parte più interna della zona fascicolata che drenano una parte della rete capillare della zona reticolare e tutta la rete capillare della zona midollare. Tutte le vene profonde convergono in un'unica vena che viene detta vena surrenale. La vena surrenale destra è breve e confluisce nella vena cava inferiore al di sopra dello sbocco della vena renale; la vena surrenale sinistra si unisce alla vena diaframmatica inferiore, passa dietro al corpo del pancreas e confluisce nella vena renale sinistra
    - - originano sia dalla corticale che dalla midollare, formando una rete superficiale e una profonda. La rete superficiale è localizzata tra la zona glomerulare e la capsula fibrosa, mentre la rete profonda si raccoglie intorno alla vena surrenale. I collettori linfatici della ghiandola raggiungono i linfonodi aortici laterali
    - - ciascuna ghiandola è irrorata da tre arterie principa- li, i cui rami possono essere doppi o multipli: le arterie surrenali superiori, rami dell'arteria frenica inferiore, che penetrano nella ghiandola dall'apice e dal suo margine mediale; l'arteria surrenale media, ramo viscerale pari dell'aorta addominale, che raggiunge l'organo in corrispondenza del margine mediale e manda rami che penetrano in corrispondenza delle due facce; l'arteria surrenale inferiore, che può nascere dal tronco principale dell'arteria renale e si distribuisce principalmente alla regione basale della ghiandola
      - i rami di queste tre arterie perforano la capsula formando un plesso sottocapsulare dal quale poi originano due tipi di arterie: le arterie brevi e le arterie lunghe. Le arterie brevi sono destinate alla zona corticale e danno luogo a capillari fenestrati, che decorrono tra i cordoni cellulari di tutte e tre le zone della zona corticale (glomerulare, fascicolata, reticolare) per poi confluire nella rete capillare della zona midollare. Nella zona glomerulare, i sinusoidi seguono l'andamento irregolare dei raggruppamenti cellulari, per poi farsi pressoché rettilinei nella zona fascicolata. Nella zona reticolare le anastomosi tra i capillari divengono ancora più frequenti, dando luogo a un plesso profondo che prosegue nella rete vascolare della zona midollare in sinusoidi sempre più ampi. Da questi capillari originano le venule postcapillari che poi si aprono nelle vene della zona midollare tributarie della vena surrenale
      - le arterie lunghe si portano direttamente dal plesso sottocapsulare verso la zona midollare, dando luogo a capillari sinusoidi fenestrati. La zona midollare, quindi, ha una vascolarizzazione doppia, ricevendo il sangue sia direttamente dalle arterie lunghe, sia dalle reti capillari profonde, che derivano dalle arterie brevi. Queste ultime ricevono i glucocorticoidi e li veicolano alla zona midollare dove entrano in contatto con le sue cellule. Questa rete di capillari consente di modulare l'attività delle cellule midollari sotto l'effetto degli ormoni corticosurrenalici
    - - innervazione autonoma che contribuisce al controllo della produzione e della secrezione ormonale della ghiandola insieme agli ormoni rilasciati dal sistema ipotalamoipofisario. I nervi che arrivano alla ghiandola surrenale formano il plesso surrenale, che è costituito essenzialmente da fibre mielinizzate pregangliari
        del simpatico che raggiungono la ghiandola surrenale tramite i nervi splancnici. Queste fibre attraversano la zona corticale ed entrano in quella midollare
      - inoltre, nei plessi renali vi sono fibre parasimpatiche pregangliari che provengono dal ramo celiaco del nervo vago di destra e dai rami diaframmatici del nervo frenico. Tali fibre viscerosensitive sono associate ai capillari sanguigni a livello sia corticale sia midollare e la loro funzione sembrerebbe quella di registrare la distensione vascolare. Le fibre nervose della ghiandola surrenale corilasciano neuropeptidi come il neuropeptide Y, la proteina intestinale vasoattiva e la sostanza P
  - - - la via metabolica per la produzione di noradrenalina e
        adrenalina inizia dall'aminoacido tirosina, che viene idrossi-
        lato a diidrossifenilalanina dalla tirosina idrossilasi. L'enzima DOPA decarbossilasi converte la DOPA in dopamina che viene idrossilata dalla dopamina B-idrossilasi per formare la noradrenalina. L'enzima feniletanolamina N-metiltransferasi converte al noradrenalina in adrenalina per mezzo dell'aggiunta di un gruppo metilico
    - - La secrezione delle catecolamine viene stimolata in tutte le condizioni che inducono uno stato di allerta. L'adrenalina viene considerata l'ormone dell'emergenza, poiché è in grado di sostenere le condizioni di stress e aumenta le prestazioni dell'organismo. Infatti, stimola le funzioni cardiovascolari e induce broncodilatazione e dilatazione pupillare, mentre inibisce le attività viscerali a livello gastrointestinale e urogenitale. A livello cardiovascolare l'adrenalina aumenta l'attività cardiaca, promuove la dilatazione selettiva delle arteriole muscolari e la costrizione dei vasi renali splancnici e cutanei.
        Le catecolamine producono anche effetti di tipo metabolico. Infatti, sono potenti stimolatori del metabolismo di base, inducendo al termogenesi facoltativa.
  - - - Il parenchima corticale è costituito da cordoni cellulari separati da sottili tralci connettivali orientati con andamento radiale verso li centro dell'organo. In base alla disposizione di tali cordoni si distinguono 3 zone : glomerulare, fascicolata e reticolare (dall'esterno all'interno). Ognuna di queste zone possiede un diverso patrimonio enzimatico che, a partire dallo stesso precursore comune, il colesterolo, consente la sintesi di tre distinte classi di ormoni steroidei: i mineralcorticoidi, sintetizzati nella zona glomerulare, i glucocorticoidi, sintetizzati nella zona fascicolata, e gli ormoni sessuali, prodotti nella zona reticolare.
      - zona glomerulare
        
        si trova nella parte più periferica,
        subito al di sotto della capsula, e corrisponde a circa il 15%. Le sue cellule si organizzano in cordoni che si avvolgono su se stessi e intorno ai sinusoidi fenestrati a formare dei gomitoli o glomeruli. Le cellule glomerulari sono piccole, di formapoliedrica, unite l'una all'altra da complessi
        giunzionali. Il nucleo è ovalare con cromatina molto colorabile. Al microscopio elettronico il citoplasma presenta i caratteri tipici delle cellule steroidogeniche. Gli ormoni prodotti dalle cellule della zona glomerulare
        appartengono alla classe dei mineralcorticoidi, che comprende l'aldosterone e il desossicorticosterone. L'azione biologica principale dei mineralcorticoidi consiste nel mantenere costante la concentrazione degli elettroliti nel sangue
        
        L'attività dell'aldosterone si espleta soprattutto a livello del tubulo contorto distale e del dotto collettore del rene, dove tale ormone promuove il riassorbimento facoltativo degli ioni sodio che permettono anche il riassorbimento passivo di acqua e la conseguente escrezione di ioni potassio o idrogeno. L'increzione di mineralcorti- coidi è regolata prevalentemente dal sistema renina-angiotensina-aldosterone. In particolare, l'angiotensina 2 induce la secrezione di aldosterone attraverso li legame con recettori specifici localizzati sulle cellule della zona glomerulare
      - zona fascicolata
        
        La zona fascicolata occupa circa il 78% della zona corticale. Le sue cellule si organizzano in cordoni paralleli tra di loro; tra i cordoni si trovano interposti capillari sinusoidali fenestrati. Le cellule sono ricche di acido ascorbico (vitamina C). Sono distinte in cellule chiare e cellule scure.
        
        Le cellule chiare occupano la parte più periferica della zona fascicolata. queste cellule venivano dette spongiociti, in quanto apparivano fortemente vacuolate. Il reticolo endoplasmatico rugoso, così come anche i
        ribosomi, sono scarsi, il complesso del Golgi è esteso e in posizione perinucleare. Le cellule scure sono poste nella parte più profonda della zona fascicolata e hanno granuli intracitoplasmatici che vengono indicati come corpi siderofili. La zona fascicolata produce i glucocorticoidi, di cui il maggior rappresentante è il cortisolo e il il corticosterone, la cui funzione principale è quella di regolare al produzione e il metabolismo dei carboidrati con effetto controinsulare
        
        I glucocorticoidi esplicano anche un'azione antinfiammatoria, antiedemigena e antiallergica, in quanto riducono la permeabilità capillare. Esplicano un'importante azione antimmunitaria, inibendo l'attività dei linfociti. Il rilascio di questi ormoni è sotto il controllo diretto dell'ACTH, che si lega a recettori specifici presenti sulla membrana esterna delle cellule dei cordoni
      - zona reticolare
        
        è la parte più profonda della zona corticale e ne occupa circa il 7% dello spessore. Le cellule di questa
        zona sono poliedriche, non presentano molte gocce lipidiche, ma contengono grossi inclusi di pigmento. Il reticolo endoplasmatico liscio è simile a quello della zona fascicolata.
        Gli ormoni prodotti dalla zona reticolare sono gli ormoni androgeni, di cui il deidroepiandrosterone (DHEA). Vengono inoltre prodotti anche progesterone ed estrogeni. Il DHEA, in condizioni normali, viene secreto in quantità minime, mentre
        aumenta in gravidanza e nell' ipersurrenalismo
    - - occupa la parte centrale della ghiandola surrenale. Le cellule che la costituiscono si aggregano in cordoni circondati da una ricca rete di capillari sinusoidali fenestrati e da venute. Esse appaiono di colore bruno e per questo furono denominate cellule cromaffini o feocrome. La popolazione cellulare è costituita da due tipi di cellule cromaffini: cellule contenenti granuli di adrenalina e cellule contenenti granuli di noradrenalina
      - le cellule che contengono noradrenalina sono generalmente localizzate alla periferia della zona midollare e rappresentano circa il 20% della popolazione cellulare cromaffine. Sono autofluorescenti e argentaffini, cioè si colorano in nero o marrone scuro con i sali d'argento. I granuli presentano un core elettrondenso. Questo aspetto del granulo è dovuto alla precipitazione in situ di un polimero che si forma dalla reazione della noradrenalina con la glutaraldeide. I granuli più piccoli possono contenente dopamina, che è il precursore della noradrenalina. La sintesi di noradrenalina costituisce prevalentemente la tappa metabolica che precede la produzione di adrenalina, l'ormone principale della zona midollare
      - le cellule che secernono adrenalina costituiscono circa l''80% delle cellule della zona midollare. Non sono auto-fluorescenti né argentaffini. I granuli in questo caso appaiono dotati di un core centrale meno elettrondenso a causa della blanda reazione di fissazione tra adrenalina e glutaraldeide. Adrenalina e noradrenalina costituiscono solo il 20% del volume dei granuli, al cui interno sono contenute anche altre molecole: proteine, come le cromogranine e la calmodulina, ioni calcio, peptidi come le encefalite che intervengono nella regolazione della sensazione dolorifica. Nei granuli della zona midollare è stata individuata anche la presenza di adrenomedullina: induce vasodilatazione, regola al crescita e la differenziazione cellulare e possiede attività antimicrobica
      - la secrezione di catecolamine avviene per esocitosi dei granuli citoplasmatici. La loro liberazione avviene in maniera non continua a seguito di stimoli che vengono trasmessi alle cellule della zona midollare dalle fibre pregangliari simpatiche. La loro secrezione può essere influenzata da fattori metabolici: uno stato di ipoglicemia induce li rilascio di catecolamine, in particolare di adrenalina
- - - - le ramificazioni di questa ricca rete vascolare si risolvono in una fitta rete di capillari sinusoidi che si dispongono tra i cordoni cellulari endocrini e sono tributari del sistema portale attraverso la vena splenica
    - - fibre nervose decorrono nello stroma delle isole pancreatiche e si portano in corrispondenza dei vasi, con funzione vasomotoria o del parenchima con funzione eccitosecretrice. Provengono da plessi nervosi perinsulari e contraggono sinapsi anche con le cellule degli adenomeri pancreatici, suggerendo una stretta connessione tra il controllo nervoso della parte esocrina e di quella endocrina del pancreas. Tali fibre nervose sono di naturasia simpatica sia parasimpatica: nel primo caso, si tratta di fibre postgangliari che originano dal ganglio celiaco, nel secondo caso, invece, sono fibre pregangliari vagali fornite dal nervo vago destro
      - alcuni gangli, localizzati nello stroma insulare, si trovano in stretta vicinanza delle isole pancreatiche costituendo dei complessi neuroinsulari, in cui si può osservare una stretta associazione tra le cellule endocrine delle isole pancreatiche e i corpi cellulari dei neuroni gangliari oppure le fibre postgangliari che originano dai gangli stessi
    - - l'irrorazione è fornita dai rami pancreatici dell'arteria splenica, che si dispone sul margine superiore del corpo del pancreas, dai rami ventrali e dorsali delle arterie pancreaticoduodenale superiore e inferiore, che si anastomizzano e provvedono all'irrorazione della testa del pancreas. E' presente anche un'incostante arteria pancreatica inferiore che contribuisce alla vascolarizzazione del margine inferiore del corpo del pancreas e termina con l'arteria splenica
  - - - 15-20% dell'intera popolazione insulare alla periferia dell'isola pancreatica. Sono ricche di granuli citoplasmatici insolubili; contengono una parte centrale omogenea ed elettrondensa, avvolta da un sottile alone periferico. Le cellule alfa producono il glucagone, un ormone polipeptidico ad azione iperglicemizzante. Viene secreto in risposta all'abbassamento della glicemia, alla stimolazione del simpatico o all'innalzamento dei livelli di adrenalina circolanti. Il glucagone esercita la sua azione prevalentemente sul fegato, dove stimola sia la glicogenolisi sia la gluconeogenesi, producendo quindi un aumento dei livelli plasmatici di glucosio, di acidi grassi liberi e di chetoacidi
    - - rappresentano il 75-80% della popolazione cellulare insulare e occupano la parte centrale dell'isola; contengono numerosi granuli solubili in alcol, che contengono uno o più cristalli elettrondensi. Essi contengono insulina, ormone peptidico costituito da due catene lineari legate tra loro da due ponti disolfuro: una catena alfa e una beta. Si stabiliscono ponti disolfuro tra residui di cisteina delle catene alfa e beta della proinsulina e si verifica il distacco di un peptide di connessione, detto peptide C . L'insulina è secreta per esocitosi dei suoi granuli, mediante un processo che coinvolge i microtubuli in stretta associazione con una rete di miofilamenti i quali, contraendosi, portano i granuli verso la membrana apicale. L'iperglicemia rappresenta ol stimolo principale per al secrezione di insulina
    - - tendono a localizzarsi alla periferia, intercalandosi alle cellu- le a e agli altri citotipi presenti in questa parte più variegata dell'isola pancreatica. Hanno caratteristiche citologiche e ultrastrutturali simili alle cellule D della tonaca mucosa gastrointestinale. Secernono somatostatina, un polipeptide che inibisce la secrezione di cellule alfa e beta adiacenti. Il principale effetto di questo ormone sarebbe quello di inibire l'immissione in circolo di glucagone da parte delle cellule alfa, mediante un meccanismo che prevede anche il passaggio da cellula a cellula attraverso giunzioni comunicanti
    - - producono grelina e insieme alle cellule PP sono importanti nella regolazione dell'appetito
    - - secernono gastrina; queste cellule sono in grado di incrementare la secrezione delle ghiandole gastriche soprattutto agendo sulle cellule parietali e quindi incrementando la secrezione di acido cloridrico
    - - sono presenti unicamente nel lobo duodenale, dove sembrano sostituirsi alle cellule alfa, alle quali appaiono molto simili, ma i loro granuli non contengono glucagone ma il polipeptide pancreatico (PP). La secrezione di quest'ultimo viene stimolata assunzione di cibi ad alto contenuto proteico e dall'attivazione del sistema parasimpatico. Il PP sembra esercitare un effetto inibitorio sulla contrazione della cistifellea e sull'attività secretoria del pancreas esocrino
    - - contengono granuli argirofili e contengono una sostanza analoga al peptide intestinale vasoattivo, presente anche nel SNC