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Articoli e Nomi - Coggle Diagram

- - - - Le funzioni sintattiche sono le seguenti:
        
        Nome del predicato
        
        Complemento oggetto
        
        Apposizione
        
        Complemento indiretto
        
        Soggetto
  - - - Caffé,Acqua
    - - Sono quei nomi che non derivano da altri nomi
        della lingua stessa e sono costituiti solo da radice e desinenza.
    - - Pesca,Pesche-Mela,Mele...
    - - Hanno origine da una parola già esistente alla quale aggiungono un prefisso (prima della radice) o un suffisso (tra la radice e la desinenza)
        
        Fioraio<Fiore
    - - Musica,Aria...
    - - Accrescitivo
        
        Borsettona
      - Dispreggiativo
        
        Borsettaccia
      - Vezzeggiativo
        
        Bersettella
      - Falsi Alterati
        
        Salvietta
        
        Sembrano alterati ma NON lo sono
      - Diminutiivo
        
        Borsettina
    - - Bottiglia...
    - - Sono formati dall’unione di due o più parole
        
        nome + aggettivo
        
        Cassaforte
        
        verbo + nome
        
        Portafoglio
        
        nome + nome
        
        Ferrovia
    - - Jacopo,Paolo,Giuseppe...
    - - Sedia,tavolo...
  - - - il colpo/la colpa, il pianto/la pianta, il tappo/la tappa;
    - - Per esempio
        
        il capitale (denaro) – la capitale (città)
        
        il fronte (di combattimento) – la fronte (della faccia)
        
        il lama (animale) – la lama (tagliente
    - - Per esempio:
        
        il banco (tavolo) – la banca (istituto di credito)
        
        il buco (foro) – la buca (fossa)
        
        il cero (candela) – la cera (delle api)
  - - - I nomi ambigenere (o di genere comune) hanno una forma identica per il maschile e femminile. Il loro genere si distingue per mezzo dell’articolo e/o dell’aggettivo che li accompagna (il cantante/la cantante;mio nipote/mia nipote)
    - - Questi nomi formano il maschile e il femminile da radici completamente diverse (maschio/femmina; uomo/donna).
    - - Sono la maggioranza e segnalano il passaggio dal maschile al femminile modificando la desinenza o con
        un suffisso.
    - - Sono quei nomi che hanno un’unica forma, maschile e femminile, per indicare sia il maschio che la femmina; a differenza dei nomi ambigenere, quindi, l’articolo o l’aggettivo che accompagna il nome non varia. Appartengono a questo gruppo i nomi di persona, soprattutto di origine militare (guardia, vedetta, spia) e di animali (falco, balena, volpe). Per distinguere il sesso dell’animale si aggiunge la parola «maschio» o «femmina»
  - - - Si definiscono così alcuni nomi maschili in –o
        che hanno due forme per il plurale: una regolare in –i e una in –a con la quale si trasformano in femminili.
        
        Braccio
         I bracci della gru – le braccia muscolose
        
        Ciglio
         I cigli del fossato – aggrottare le ciglia
        
        Filo
         I fili elettrici – le fila del discorso
    - - Nomi usati solo o principalmente al singolare
        
        Nomi astratti – Soprattutto quelli di sensazioni fisiche, quando indicano una singola azione (es: mi ha fatto molte cattiverie);
        
        Nomi di malattie – Quando si riferiscono a singoli episodi (es: si è fatto tre raffreddori quest’inverno), a epidemie (es: le pesti del ‘600), a varietà (es: le polmoniti virali);
        
        Nomi di materiali, prodotti, elementi chimici – Quando si riferiscono ai singoli oggetti (es: i ferri del chirurgo) o a varietà (es: i risi indiani);
        
        Nomi delle festività e dei mesi – Es: gli ultimi due Natali
        
        Nomi geografici – Es: gli abitanti di altri universi.
      - Nomi usati solo o principalmente al plurale
        
        I nomi di oggetti formati da due elementi uguali : gli occhiali;
        
        Alcuni nomi come le ferie, le nozze, le esequie, derivati dal latino.
        
        Alcuni nomi che indicano una pluralità di cose: i dintorni, le vicinanze;
      - Sono quei nomi che mancano (difettano appunto) del singolare o del plurale.
    - - Non cambiano forma dal singolare al plurale (es: il re/i re; il caffè/i caffè; la città/le città).
    - - Quelli che volgono al plurale solo il 1°
        pescespada/pescispada;
      - Quelli che volgono al plurale entrambi gli elementi cassaforte/casseforti
      - Quelli che restano invariati
        lo/gli apribottiglie.
      - I nomi composti formano il plurale in modo diverso, a seconda del tipo di parole da cui sono costituiti.Ci sono 4 possibilitá
      - Nomi che volgono al plurale solo il 2° elemento pescecane/pescecani;
    - - Formano il plurale cambiando la desinenza.
    - - Si volge al plurale il secondo elemento se «capo-» indica una persona che è a capo di qualcuno
        capocuoco/capocuochi
      - Si volge al plurale il 2° elemento anche quando capo- indica non un ruolo di direzione ma una posizione di preminenza, di eccellenza o di inizio capolavoro/capolavori;
      - Si volge al plurale «capo» se esso indica una persona che è a capo di qualcosa
        capocantiere/capicantiere;
      - Il plurale rimane invariato se il composto è di genere femminile la capoclasse/le capoclasse.
      - I nomi composti con la parola «capo» non seguono una regola costante per formare il plurale. Si possono individuare 4
        casi:
    - - Indica più elementi.
    - - Indica un elemento preso da solo (il professore) o
        anche un insieme, purché singolo (il popolo);