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SISTEMA ENDOCRINO 1 - Coggle Diagram

- - - - i rami coroidei posteriori mediali dell'arteria cerebrale posteriore provvedono a fornire 1-5 rami per la ghiandola pineale. Le arterie pineali penetrano nella ghiandola dove danno origine a una ricca rete di capillari sinusoidali fenestrati; le cellule endoteliali poggiano su una membrana basale sottile
    - - il sangue venoso è drenato da numerose vene (vene pineali) tributarie delle vene cerebrali interne e quindi della grande vena cerebrale
    - - innervazione simpatica: le fibre pregangliari simpatiche originano nei C8-T1 del nucleo intermediolaterale della lamina VII del midollo spinale e poi si portano al ganglio cervicale superiore; le fibre non mielinizzate presentano espansioni terminali contenenti granuli elettrondensi che si pongono in stretto rapporto con i vasi sanguigni e con le cellule parenchima.
      - innervazione parasimpatica: rappresentata da fibre pregangliari provenienti dal nucleo salvatori superiore del nervo facciale che si portano al ganglio pterigopalatino, dove contraggono sinapsi con neuroni postgangliari le cui fibre raggiungono la ghiandola tramite il ramo meninge ricorrente del nervo oftalmico. Alla ghiandola pineale arrivano anche fibre sensitive provenienti dal ganglio trigeminale
  - - - rappresentano il citotipo principale. Hanno origine neuroectodermica e si possono considerare neuroni modificati con aspetto epitelioide: la ghiandola pineale non contiene un vero e proprio tessuto nervoso. Si tratta di cellule rotondeggianti con prolungamenti ad andamento sinuoso che terminano in prossimità dei capillari. Questi prolungamenti sono ricchi di RER, mitocondri e vescicole di secrezione contenenti granuli elettrondensi e ormoni peptidici. In prossimità del reticolo endoplasmatico si può trovare una formazione costituita dall'associazione di microtubuli e lamine perforate: corpo lamellare canicola o lamella anulata
      - un'altra caratteristica è la presenza di nastri sinaptici: formazioni bastoncellari disposte perpendicolarmente rispetto alla superficie interna della membrana cellulare. Possono originare da guaine di microtubuli. Vicino ai nastri, si trovano vescicole contenenti neurotrasmettitori. Questi nastri sono più numerosi di notte e sono assenti nel periodo fetale. I pinealociti hanno una struttura sovrapponibile ai fotorecettori retinici
    - - si dispongono fra i pinealociti, avvolgendoli e separandoli; hanno le caratteristiche di atrocità fibrosi di tipo immaturo e presentano un nucleo allungato. Numerosi prolungamenti citoplasmatici prendono contatto con i pinealociti e con la parete dei capillari
- - - - continua con la faccia anteriore dell'istmo ed è in rapporto con i muscoli sottoioidei, compresi in uno sdoppiamento della fascia cervicale media. La ghiandola tiroide entra in rapporto con la fascia cervicale superficiale e con il muscolo sternocleidomastoideo. Nel tessuto sottocutaneo, decorrono le vene giugulari anteriori. Tra i piani di copertura muscolofasciali e la faccia anterolaterale della ghiandola è compreso un paio di clivaggio connettivale e adiposo vascolare che continua lateralmente nella loggia vascolare e in basso nel mediastino anteriore
    - - continua con la faccia posteriore dell'istmo; complessivamente si adatta alle facce anterolaterali del dotto laringotracheale, posteriormente al quale si trovano le superfici anteriore e laterale dell'esofago. Nell'interstizio tra trachea ed esofago decorrono il nervo laringeo ricorrente, ramo del nervo vago e l'arteria tiroidea inferiore
    - - continuando con la faccia mediale dei lobi, rappresenta la porzione della ghiandola a più stretto contatto con la trachea
    - - è in rapporto posterolaterale con il fascio vascolonervoso del collo e con l'arteria carotide comune, che spesso determina sulla ghiandola un piccolo solco. Lungo questa faccia, nella guaina che avvolge la ghiandola tiroide, si trovano le ghiandole paratiroidi
  - - - originano dalle reti perifollicolari, formano nello spazio pericoloso peritiroideo un ricco plesso dal quale derivano le vene tiroidee superiori e medie, facenti capo alla vena giugulare interna e le vene tiroidee inferiori che formano un plesso nello spazio pretracheale, prima di aprirsi nelle vene brachiocefaliche
    - - originano dalle reti perifollicolari, decorrono nei setti connettivali e si portano alla capsula, costituendo un plesso; sono tributari dei linfonodi prelaringei e dei linfonodi paratracheali e pretracheali. Lateralmente, è drenata da vasi linfatici che decorrono lungo le vene tiroidee superiori e sboccano nei linfonodi cervicali profondi
    - - è vascolarizzata da due arterie: le arterie tiroidee superiori, rami collaterali dell'arteria carotide esterna e le arterie tiroidee inferiori, rami del tronco tireocervicale dell'arteria succlavia. A queste si aggiunge talvolta l'arteria tiroidea ima, ramo impari e mediano che risale sulla superficie anteriore della trachea e raggiunge la ghiandola a livello dell'istmo
      - l'arteria tiroidea superiore si divide in due rami ghiandolari, uno anteriore e uno posteriore, che vascolarizzato i due terzi superiori del lobo; il ramo anteriore fornisce rami istmici, che formano con quelli controlaterali l'arcata sopraistmica , mentre il ramo posteriore decorre lungo la faccia posteriore e si anastomizza con l'omonimo dell'arteria tiroidea inferiore. L'arteria tiroidea inferiore fornisce un ramo ghiandolare mediale, che costeggia il margine inferiore dell'istmo e si anastomizza con quello controlaterale, costituendo la rete sottoistmica, un ramo ghiandolare anteriore che irrora anche le paratiroidi e un ramo ghiandolare inferiore che vascolarizza la base del lobo
    - - riceve fibre dai gangli simpatici cervicali superiore, medio e inferiore e dal nervo laringeo ricorrente del nervo vago
  - - - la tiroide è controllata principalmente dalla tireotropina prodotto dall'adenoipofisi in risposta ad uno specifico ormone di rilascio ipotalami. Si distinguono i macrofollicoli, che caratterizzano la ghiandola in condizioni di ipofunzionalità, presentano cavità dilatata per l'accumulo di colloide e un rivestimento epiteliale molto appiattito. Quando la ghiandola è stimolata dal TSH, le cellule follicolari dei macrofollicoli aumentano e assorbono la colloide: si formano così i microfollicoli, che hanno epitelio cilindrico o cubico con scarso contenuto di colloide, che appare più fluida perchè è in fase di riassorbimento
      - le cellule follicolari sono quindi dotate di una doppia polarità funzionale: nella fase di sintesi della colloide, queste cellule operano dal versante basale verso il versante luminale, mentre nella fase di immissione in circolo degli ormoni le cellule operano in senso opposto. Nella prima fase, le cellule follicolari sintetizzano la tireoglobulina, la cui sintesi avviene nel RER e prosegue nel Golgi per la parte glucidica. Contemporaneamente, si verifica la captazione di ioni ioduro dal circolo ematico e la loro concentrazione all'interno della ghiandola. lo ioduro viene assunto dalle cellule follicolari per trasporto attivo dai capillari sanguigni attraverso al membrana basale e viene rapidamente ossidato a iodio molecolare dalle perossidasi localizzate prevalentemente all'interno delle vescicole contenenti le molecole di tireoglobulina. Lo iodio molecolare viene coniugato con i residui tirosinici della tireoglobulina: si formano così la monoiodotirosina (MIT), se il legame avviene con una sola molecola di iodio, oppure la diodotirosina , se avviene con due. Dalla combinazione di queste due si forma la triodotironina (T3), mentre dalla combinazione di due DIT si forma la tetraiodotironina o tiroxina (T4)
      - gli ormoni T3 e T4, si portano prevalentemente verso il versante basale della cellula e diffondono attraverso la membrana basale immettendosi nei capillari sanguigni. Rimangono nella cellula vari residui aminoacidici della tireoglobulina, che vengono riciclati, e numerose molecole di MIT e DIT, che vengono deiodate da una dealogenasi. Lo iodio liberato diffonde verso l'apice della cellula, dove viene riutilizzato nella iodazione di nuove molecole di tireoglobulina
    - - sono situate in piccoli gruppi nello stroma interfollicolare oppure intercalate tra le cellule follicolari all'interno dell'epitelio follicolare, poggiando sulla lamina basale senza raggiungere il lume. Esse appartengono al sistema endocrino diffuso; originano dalle creste neurali e possiedono un'intensa affinità alle colorazioni. Presentano tutti i tipici caratteri di cellule secernenti ormoni proteici: sono evidenti il RER e il Golgi e numerosi mitocondri
      - l'elemento che consente di distinguere le parafollicolari dalle follicolari è la presenza di granuli di secrezione addensati soprattutto nel citoplasma del versante basale della cellula. All'interno dei granuli è contenuta la calcitonina, che viene secreto nei capillari sinusoidali dello stroma della ghiandola tiroide in risposta a un innalzamento dei livelli di ioni calcio nel sangue. Il più importante stimolo è rappresentato da un aumento del calcio plasmatico. L'organo bersaglio delle cellule parafollicolari è il tessuto osseo, dove la calcitonina agisce inibendo i processi di riassorbimento della matrice inorganica da parte degli osteoclasti. Nella regolazione dei livelli ematici di ioni calcio la calcitonina agisce come antagonista dell'ormone paratiroideo, secreto dalle ghiandole paratiroidi in risposta a una riduzione della calcemia
- - - - di origine ectodermica, presenta posteriormente una concavità che accoglie la retrostante neuroipofisi. Non è in diretta connessione con il diencefalo ed è suddivisibile in tre parti. La parte distale è posta anteriormente; la parte intermedia si trova posteriormente alla distale e appare come una lamina verticale che giace sulla neuroipofisdi. Questa porzione prende anche il nome di lamina iuxtanervosa. Infine, la parte tuberale è posta superiormente alle altre due e abbraccia l'infundibulo della neuroipofisi
    - - origina da un'estroflessione diencefalaica; è suddivisibile in tre parti: il lobo nervoso, situato al di dietro della parte intermedia dell'adenoipofisi, l'infundibolo, al di sopra del lobo posteriore e l'eminenza mediana, che corrisponde alla porzione ventrale dell'ipotalamo
  - - - le arterie ipofisarie superiori e inferiori provengono dall'arteria carotide interna: le superiori originano dalla porzione intracranica dell'arteria carotide interna e provvedono alla vascolarizzazione dell'eminenza mediana e dell'adenoipofisi; le arterie ipofisarie inferiori derivano dalla parte cavernosa dell'arteria carotide interna e provvedono a vascolarizzate la neuroipofisi
      - ciascuna arteria ipofisaria inferiore si risolve in rami terminali che si capillarizzano a livello della neuroipofisi e in minima parte dell'adenoipofisi. Nella rete capillare sinusoidale, le terminazioni nervose dei neuroni magnocellulari dei nuclei neurovegetativi sopraottico e paraventricolare dell'ipotalamo liberano il loro neuroscreto (ossitocina e ormone antidiuretico)
      - le arterie ipofisarie superiori si portano verso l'eminenza mediana del tuber cinereum e la base del peduncolo ipofisario per poi penetrare nella sostanza nervosa dell'eminenza mediana e dare origine a vari capillari. si formano due plessi capillari venosi (plessi capillari primari), da cui originano: vene portali ipofisarie lunghe, che provengono dai plessi primari e vene portali ipofisarie brevi, che provengono dalla parte inferiore dell'infundibolo. Le vene portali discendono lungo il peduncolo ipofisario per raggiungere l'adenoipofisi, dove formano una rete nello stroma ghiandolare (plesso capillare secondario). Questa seconda rete è una rete mirabile venosa. Le vene che originano da essa si portano alla capsula della ghiandola e si immettono nei seni durali. L'attività secernente dell'adenoipofisi è sotto il controllo neuroendocrino dell'ipotalamo e si parla di sistema portale ipotalamoipofisario
    - - fibre nervose provenienti dal ganglio cervicale superiore tramite il plesso carotide del simpatico si distribuiscono all'ipofisi; queste fibre hanno funzione vasomotoria. In particolare, regolano la muscolatura liscia delle vene afferenti
  - - - l'adenoipofisi è una ghiandola endocrina di tipo cordonale; i cordoni della cellula sono circondati da una trama di connettivo lasso reticolare, in cui le cellule connettivali sono poco rappresentate. La ricca rete vascolare è costituita da capillari sinusoidali fenestrati
      - parte distale
        
        è costituita da una trama connettivale che sostiene i cordoni cellulari tra i quali decorrono ampi capillari sinusoidali. Gli ormoni adenoipofisari sono importanti per la regolazione della crescita, della riproduzione e del metabolismo
        
        ORMONI PROTEICI
        
        in base al tipo di ormone prodotto si distinguono tre tipi cellulari
        
        cellule somatotrope
        
        producono l'ormone della crescita GH e corrispondono alle cellule alfa orangiofile; queste cellule tendono ad aggregarsi in cordoni, soprattutto nella zona centrale e posteriore della parte distale. Le cellule hanno un ricco RER, molti ribosomi liberi e un cospicuo complesso di Golgi con numerose vescicole di secrezione. L'ormone della crescita agisce su molti organi bersaglio stimolando la sintesi proteica; anche il tessuto adiposo presenta recettori per questo ormone, attivando il catabolismo dei lipidi. Gran parte degli effetti si producono in maniera indiretta a seguito della liberazione da parte del fegato, dei cosiddetti "fattori di crescita insulino-simili" o somatomedine
        
        cellule mammotrope o lattotrope
        
        producono la prolattina e corrispondono alle cellule epsilon. Quando non stimolate, appaiono piccole e non raggruppate in cordoni cellulari, ma sparse e isolate. Durante la gravidanza e l'allattamento, aumentano notevolmente di numero e dimensione arrivando a rappresentare circa il 50% della popolazione adenoipofisaria. Al termine dell'allattamento, le cellule lattotrope riacquistano le caratteristiche del periodo di riposo, andando incontro a regressione e riduzione numerica. Nella fase regressiva si osservano fenomeni di crinofagia, cioè la presenza di vacuoli autofagici dovuti alla fusione delle grosse vescicole di secrezione con i lisosomi e conseguente digestione del contenuto
        
        la prolattina ha un'azione trofica sulla ghiandola mammaria durante la gravidanza; dopo il parto stimola la produzione di latte e blocca il ciclo mestruale. La dopamina, invece, è il principale inibitore e qui viene definita fattore di inibizione della prolattina. La prolattina agisce anche sull'ovaio, dove favorisce lo sviluppo del corpo luteo interagendo con le gonadotropine ipofisarie. Nel maschio, le funzioni sono meno note; un'ipersecrezione di questo ormone è responsabile di ginecomastia (abnorme sviluppo della ghiandola mammaria nel maschio)
        
        cellule adenocorticotrope
        
        producono l'ormone adrenocorticotropo ACTH o corticotropina; sono maggiormente presenti nella parte anteromediale della parte distale dell'adenoipofisi; hanno forma rotondeggiante con RER e Golgi in sede perinucleare. Queste cellule non producono direttamente ACTH, ma un precursore chiamato proopiomelanocortina. L'ormone adrenocorticotropo ha come bersaglio principale la zona fascicolata della zona corticale della ghiandola surrenale, dove ACTH stimola la sintesi di glucocorticoidi. La beta-lipotropina agisce su adipociti ed epatociti, stimolando il catabolismo dei lipidi di riserva
        
        ORMONI GLICOPROTEICI
        
        in base al tipo di ormone prodotto si distinguono tre tipi cellulari
        
        cellule tireotrope
        
        producono l'ormone tireotropo e corrispondono alle cellule delta; hanno forma irregolare per la presenza di prolungamenti e sono concentrate nella parte anteromediale. L'ormone tireotropo ha come bersaglio la ghiandola tiroide
        
        cellule gonadotrope
        
        producono l'ormone follicolostimolante FSH e l'ormone luteinizzante LH nella femmina e ICSH nel maschio. Le cellule che producono FSH corrispondono a uno dei due sottotipi di cellule beta e sono localizzate nella parti laterodorsali della ghiandola; presentano due tipi di vescicole di secrezione: alcune più piccole e rotonde con un contenuto elettrondenso e altre più grandi e irregolari con un contenuto di varia densità agli elettroni. L'FSH agisce sull'ovaio, dove induce la ciclica maturazione follicolare e stimola la secrezione estrogenica da parte delle cellule della teca interna; nel maschio, questo ormone determina la maturazione del testicolo e regola la spermatogenesi e l'attività delle cellule del Sertoli
        
        le cellule che producono l'ormone luteinizzante occupano prevalentemente la parte centrale della ghiandola; hanno un RER ben sviluppato, ma con cisterne appiattite e il Golgi non è molto evidente. L'LH stimola la formazione del corpo luteo e la secrezione di progesterone da parte delle cellule luteiniche derivate dalla granulosa
        
        ICSH stimola le cellule di Leydig del testicolo a produrre testosterone. In caso di castrazione, le cellule gonadotrope vanno incontro a ipertrofia e vacuolizzazione del citoplasma
        
        altre cellule
        
        le cellule follicolostellate sono piccole, di forma irregolare, provviste di lunghi prolungamenti che si insinuano fra le cellule dei cordoni, formando gap junction con le cellule adiacenti. La disposizione di questi prolungamenti forma un reticolo di tipo sinciziale all'interno delle cui maglie sono contenute le cellule produttrici di ormoni
      - parte intermedia
        
        nell'uomo è poco rappresentata ed è ciò che resta della parte posteriore del sacco adenoipofisario. Una sottile fessura la separa dalla parte distale; con il tempo questa fessura tende a scomparire e si trovano piccoli ammassi di cellule isolate o organizzate in follicoli o cisti a contenuto viscoso. Le cellule che costituiscono la parte intermedia sono sovrapponibili a quelle adrenocorticotrope: in questo caso, oltre a beta-endorfina e y-lipotropina già prodotte nella parte distale, si formano altri due peptidi, il CLIP e l'ormone melanocito-stimolante
        
        la scissione enzimatica ulteriore della y-lipotropina genera altri due prodotti: il BMSH (B-Melanocyte Stimulating Hor- mone) e la met-encefalina. La met-encefalina è un oppioide endogeno, importante per il controllo delle afferenze dolorifiche. L'alfaMSH e il betaMSH stimolano la funzione dei melanociti e sono quindi coinvolti nei processi di pigmentazione. L'alfaMSH è coinvolto anche in funzioni superiori cognitive e comportamentali, come la motivazione, la capacità di apprendimento, la veglia...
      - parte tuberale
        
        è costituita da cellule poliedriche disposte a cordoni irregolari; consiste di 2-6 strati di cellule epiteliali circondanti l'eminenza mediana e l'infundibulo e continua nella zona laterale della parte distale, da cui rimane separata dal cosiddetto recesso di Atwell. Probabilmente interviene sulla regolazione omeostatica del liquido cerebrospinale e dell'attività della parte distale
    - - è costituita da 3 componenti: nervosa, vascolare e gliale. La gliale rappresenta lo stroma della ghiandola, quella nervosa il parenchima. La componente gliale è quella che media e regola i rapporti anatomofunzionale tra le altre due
      - componente nervosa
        
        non è costituita da corpi neuroni, ma solo da fibre nervose non mielinizzate. Pertanto, nella neuroipofisi non è prodotto nessun ormone, ma vi è solo il rilascio di neuroromoni sintetizzati in alcuni nuclei neurovegetativi dell'ipotalamo. Nella neuroipofisi si possono distinguere due tipi di proiezioni assoniche: il primo tipo è rappresentato da fibre nervose del tratto ipotalamoipofisario che trasportano neurormoni; il secondo tipo da fibre nervose centrali che traportano neurotrasmettitori e neuropeptidi
        
        fibre del primo tipo
        
        sono assoni che provengono dai corpi cellulari dei neuroni magnocellulari che costituiscono alcuni nuclei della parte anteriore dell'ipotalamo, in particolare il nucleo sopraottico e il paraventricolare. Il sopraottico è costituito da neuroni magnocellulari i cui corpi cellulari sono addensati tra loro e avvolti da una guaina di cellule gliali; il paraventricolare comprende sia una componente magnocellulare sia una parvocellulare. Gli assoni provenienti dalla componente magnocellulare entrano nella costituzione del tratto ipotalamoipofisario e proiettano nella neuroipofisi, mentre quelli provenienti dalla componente parvocellulare partecipano alla regolazione dell'adenoipofisi
        
        nel fascio ipotalamoipofisario, possono essere distinte le due componenti sulla base della loro provenienza: tratto sopraotticoipofisario e tratto paraventricoloipofisario. Queste due componenti proiettano alla neuroipofisi: prima attraversano la zona profonda dell'eminenza mediana e la parte infundibolare del peduncolo ipofisario e infine raggiungono il lobo nervoso. Le fibre nervose del tratto ipotalamoipofisario danno origine a espansioni terminali che prendono rapporto con la parete dei capillari, oppure si aggregano per formare strutture "a palizzata". Quando gli accumuli del neurosecreto raggiungono dimensioni grandi, prendono il nome di corpuscoli neurosecretori
        
        fibre del secondo tipo
        
        provengono da altri nuclei nervosi e regolano la neuroipofisi. Sono fibre dopaminergiche che originano dal nucleo tuberoinfundibolare, noradrenergiche e adrenergichem che provengono dai nuclei del tronco encefalico, GABAergiche e peptidergiche che originano da vari nuclei ipotalamici
        
        l'ormone antidiuretico agisce sul tubulo contorto distale e sul dotto collettore del rene, dove induce aumento della permeabilità all'acqua; l'effetto finale è un riassorbimento di acqua con aumento della pressione sanguigna e riduzione della diuresi. Nella femmina, l'ossitona agisce sul miometrio e sulla ghiandola mammaria; la sua azione di stimolazione uterina è fondamentale per l'espletamento del parto. A livello mammario, induce la contrazione delle cellule mioepiteliali che circondano gli alveoli ghiandolari, favorendo la spremitura e la progressione della secrezione lattea
      - componente gliale
        
        costituisce l'impalcatura connettivale della neuroipofisi. Nel lobo nervoso, sono presenti i pituiciti, che rappresentano il citotipo non nervoso più abbondante. Queste cellule neurogliali sono caratterizzate da prolungamenti citoplasmatici che possono assumere forma e lunghezza diverse. Si distinguono, infatti, cellule fusiformi (fibropituiciti), cellule con numerosi prolungamenti che si pongono in rapporto a formare una specie di reticolo (reticolopituiciti), cellule poliedriche con scarsi prolungamenti (adenopituiciti) e cellule piccole, con brevi e scarsi prolungamenti (micropituiciti). I prolungamenti citoplasmatici dei pituiciti sono in rapporto con la parete dei capillari sinusoidali che decorrono fra le terminazioni nervose
        
        queste cellule gliali rappresentano elementi di sostegno, svolgono una funzione trofica e partecipano alla regolazione dei processi di neurosecrezione in maniera paracrina. Quando non vi è neurosecrezione, i prolungamenti dei pituiciti circondano completamente l'assone contenente il neurosecreto, impedendone il contatto con i capillari sinusoidali. Inoltre, la produzione di taurina, un aminoacido inibitore, da parte dei pituiciti induce un effetto iperpolarizzante che inibisce il rilascio
      - componente vascolare
        
        è rappresentata da una classica rete di capillari sinusoidali fenestrati, che deriva dalla ramificazione delle arterie ipofisarie inferiori. L'endotelio finestrato poggia sulla membrana basale e i capillari spesso si raggruppano a gomitolo costituendo i cosiddetti corpi di Grewing
- - - - sono tributarie del plesso venoso situato sulla faccia anteriore della ghiandola tiroide
    - - derivano dal simpatico, sia direttamente dai gangli cervicali superiore, medio e inferiore, sia indirettamente da un plesso situato all'interno della guaina peritiroidea, Si riconoscono anche fibre parasimpatiche, originate dal nervo laringeo ricorrente
    - - sono vascolarizzate dalle arterie tiroidee inferiori e da rami anastomotici derivanti dalle arterie tiroidee inferiori e da quelle superiori
  - - - quelle attive sono piccole e con citoplasma basofilo; presentano un Golgi ampio, associato a vescicole secretorie, mentre gran parte del citoplasma è occupato da cisterne di RER allineate in file parallele. Le cellule chiare sono più rappresentate rispetto alle attive. Presentano numerosi granuli di glicogeno, ma pochi organelli citoplasmatici -> le cellule chiare sono quindi considerate cellule principali inattive. Le cellule esaurite presentano caratteristiche simili alle chiare, ma rispetto a esse contengono meno glicogeno e mostrano aspetti ultrastrutturali di degenerazione, come rigonfiamento dei mitocondri. Rappresentano cellule principali giunte nella fase terminale della loro attività funzionale
      - ormone paratiroideo
        
        viene sintetizzato dalle cellule principali scure a partire da un precursore detto pre-pro-PTH, da cui si forma il PTH, che aumenta i livelli plasmatici di calcio e diminuisce quelli di fosfato, agendo su ossa, reni e indirettamente sul tratto grastrointestinale. Il PTH stimola il trasferimento di calcio dalla superficie dell'osso mineralizzata ai fluidi extracellulari circostanti. Questo effetto porta a un rapido innalzamento della calcerai. Un secondo effetto riguarda il PTH che esercita sul riassorbimento osseo da parte degli osteoclasti. Il PTH quindi provoca un'erosione di tessuto osseo che può essere all'origine di una perdita patologica di massa ossea (osteoporosi)
        
        a livello del rene, inibisce il riassorbimento di fosfato nel tubulo convoluto prossimale del neurone e stimola il riassorbimento di calcio nel tubulo convoluto distale; inoltre, stimola la conversione del colecalciferolo nella sua forma più attiva, che promuove il riassorbimento di calcio nel trattogastrointestinale. Il PTH e lo ione calcio formano un sistema a feedback negativo, per cui la secrezione di PTH è inversamente proporzionale ai livelli plasmatici di calcio
    - - sono meno numerose e si trovano isolate o in piccoli gruppi. Sono molto voluminose con nucleo piccolo e citoplasma granulare e fortemente eosinofilo. I mitocondri presenti nel citoplasma presentano creste dilatate e matrice densa e sono responsabili dell' intensa acidofilia. Accanto a queste, ci sono le cosiddette cellule ossifile di transizione , che presentano alcuni caratteri morfologici propri delle cellule principali
- - - - FATTORI DI RILASCIO
        
        corticoliberina
        
        tireoliberina
        
        somatoliberina
        
        gonadoliberina
        
        prolattoliberina
      - FATTORI DI INIBIZIONE
        
        prolattostatina
        
        melanostatina (MIF)
        
        somatostatina
- - - - ghiandole di derivazione ectodermica (adenoipofisi)
      - ghiandole di derivazione neuroectodermica (neuroipofisi, zona midollare della surrenale e cellule parafollicolari della tiroide)
      - ghiandole di derivazione mesodermica (zona, corticale della surrenale, gonadi)
      - ghiandole di derivazione da Placidi, ovvero da ispessimenti ectodermici embrionali (ghiandola pineale)
      - ghiandole di derivazione endotermica (isole pancreatiche, tiroide, paratiroidi)
    - - ghiandole follicolari, le cui cellule delimitano una cavità centrale chiusa
      - ghiandole interstiziali, piccoli gruppi di cellule sparse nel contesto di organi non endocrini
      - ghiandole cordonali, le cui cellule costituiscono cordoni solidi
    - - ghiandole secernenti composti analoghi al ciclopentanoperidrofenantrene
      - ghiandole secernenti vari tipi di molecole della serie proteica