Esso ha un carattere scelto e prezioso: è di sapore antico ma non tradizionale, è ricco di latinismi usati nelle forme più rare e a volte l'autore impreziosisce le parole, semplicemente per una questione ortografica, ricorrendo alla forma più rara e antica. Questo gusto raffinato si ritorva anche nelle combinazioni lessicali, le quali non puntano a sorprendere, ma sono metafore inusuali, costrutti latineggianti o aggettivazioni originali.
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L'obiettivo di tutto ciò non è dare una forte espressività solo a singoli terminii, ma dare importanza a tutto il discorso: D'Annunzio cerca di conferire una sorta di eleganza anche alle parole considerate più semplici e comuni.
A differenza della lingua di Pascoli quindi, la lingua di D'Annunzio ha un aspetto più uniforme.