Secondo la prospettiva neuropsicologica cognitiva che fa riferimento al modello di lettura a due vie, l’analisi quantitativa e soprattutto qualitativa, degli errori consente di distinguere diverse forme di dislessia e di disortografia evolutiva. In seguito alla proposta di Marshall di distinguere nel bambino quadri di dislessia evolutiva sovrapponibili a quelli dell’adulto cerebroleso, sono stati descritti casi di dislessia evolutiva corrispondenti ai quadri acquisiti di dislessia fonologica, profonda, superficiale e iperlessia.
1) Un’alterazione del funzionamento della via fonologica si associa ad un quadro evolutivo di
dislessia fonologica,
2) mentre una compromissione della via di lettura lessicale è all’origine della dislessia superficiale.
3) Un deficit dell’elaborazione semantica in combinazione con un danno fonologico è all’origine della dislessia profonda,
4) mentre una lettura per la via lessicale senza accesso al sistema semantico (via lessicale diretta) è responsabile dell’iperlessia. Tra queste quattro forme di dislessia, quella più rara in età evolutiva è la dislessia profonda che recentemente è stata descritta soprattutto in bambini affetti da
sindrome di Williams.
La sindrome di Williams è un raro disordine genetico associato ad un’alterazione del cromosoma 7 e caratterizzato, dal punto di vista cognitivo, da un grave deficit dell’elaborazione spaziale e
da specifiche difficoltà verbali che si manifestano prevalentemente con errori di natura semantica in prove di lettura, denominazione e comprensione verbale.