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Pindaro (Greco) - Coggle Diagram
Pindaro (Greco)
nacque a Cinocefale, in Beozia, tra il 522 e il 518 a.C.. La sua formazione avviene ad Atene
tuttavia troviamo un solo componimento di competenza ateniese: probabilmente perché sono gli anni delle guerre Persiane
anche Pindaro ebbe rapporti con le corti tiranniche della Magna Grecia e restò in Sicilia tra il 476 e il 474 a.C. (ebbe comunque altri committenti in Tessaglia, Tebe, Cirene,Rodi)
il filologo alessandrino Aristofane di Bisanzio realizzò una edizione in 17 libri, che comprendevano componimenti per le celebrazioni religiose e dedicati agli uomini
solo gli Epinici, che occupavano quattro libri ci sono giunti integralmente attraverso la tradizione manoscritta medievale
è dagli Epinici, che desumiamo le nostre maggiori informazioni sulla struttura e la natura dei canti pindarici, come avviene in generale nella melica corale nei componimenti di Pindaro si trovano le tre componenti canoniche del mito
il mito non viene narrato in maniera lineare e minuziosa, l'obbiettivo di Pindaro è celebrativo, non narrativo: il suo interesse è ricordare la vittoria e il vincitore, non intrattenere il pubblico tramite i racconti
l'attualità ricorre in due forme: quella della celebrazione della vittoria, e quella della lode della famiglia, ha un impatto maggiore nei valori della tradizione arristocratica
la gnome rappresenta la sintesi di questi valori, racchiudendolo in una breve frase di immediata comprensione e memorabilità
la questione pindarica, ha come oggetto l'unità dei componimenti, non narra in maniera lineare, non descrive ordinatamente, non riflette in forma argomentativa;
uno solo è l'obbiettivo del suo canto, la lode, e i tradizionali sono i temi e i motivi attraverso i quali la persegue
sono dunque l'obbiettivo della lode e la tradizionalità del materiale poetico utilizzato a garantire l'unità del componimento: occorre indagare su questi due aspetti per comprendere il messaggio veicolato dalla poesia di Pindaro
i componimenti corali di Pindaro avevano una destinazione pubblica: gli ascoltatori erano tutti i presenti alle celebrazioni religiose o agli agoni sportivi
quindi il pubblico degli ascoltatori che fruiva nella poesia di Pindaro, partecipando all'evento nel quale era eseguita, ne cogliessero l'essenza ascoltando parole e musica, godendo dello spettacolo della danza, ma non indulgessero a coglierne ogni dettaglio, la comunicazione dell'idea essenziale
egli non respinge l'immagine del poeta di corte (la quale si identifica), ma non ritiene che l'abilità poetica sia frutto di una tecnica, qualcosa che si possa imparare
il poeta è, nella concezione di Pindaro, tale per natura, in virtù di una capacità innata, mente coloro che hanno solo appreso una tecnica gracchiano inutilmente
il poeta è tale per ispirazione divina, ne si può imparare l'arte poetica come fosse un mestiere qualunque, Pindaro afferma la superiorità della poesia sulle arti plastiche
i valori di Pindaro si riferiscono a un nuovo mondo, dove avviene il declino dell'aristocrazia
l'etica dell'assoluto, prevalgono i valori dell'età eroica
gli dèi trovano nella sua concezione del mondo un posto particolare. Essi stanno sopra di tutto, tutto dipende da loro, la loro immagine è l'espressione della perfezione assoluta
la lingua di Pindaro è quella della melica corale: al rivestimento dialettale dorico, si mescolano elementi ionici, ed eolici
Pindaro riusciva a coniare parole nuove, attraverso le quali comunicava intere espressioni della tradizione epica
sul piano metrico quasi tutti i componimenti di Pindaro sono organizzati in triadi strofiche; queste ultime, sono assai varie
Pindaro fa gran uso di dattilo-epitriti, i quali ospitano al loro interno sequenze di una sillaba lunga e due brevi, riproducendo un ritmo dattilico permettendo così al poeta di inserire stilemi propri della dizione tradizionale
l'arte di Pindaro, la rapidità dei suoi passaggi logici e la frequenza delle sue allusioni lo renderebbero cioè tanto mirabile e unico quanto arduo da intendere e impossibile da imitare