1) valutazione delle abilità percettive primarie: - acuità visiva, capacità degli occhi di formare immagini dettagliate e precise degli stimoli visivi; - campo visivo, cioè della capacità dei lobi occipitali di elaborare in maniera appropriata le informazioni visive provenienti da almeno alcune porzioni dell’ambiente circostante. (test, inserito nella batteria di Spinnler e Tognoni, richiede di discriminare due segmenti in base alla lunghezza; la prova di questo tipo più usata però, impiega figure geometriche (quadrato o rettangolo) di uguale superficie (test di Efron); altra prova considerata preliminare nell’agnosia visiva è il test di individuazione della forma, in cui i soggetti devono decidere se è presente una X in pattern astratti di punti)
2) valutazione per gradi dei diversi stadi dell'elaborazione visiva: con abilità di identificazione di forme, mediante test di diversa complessità e natura. Le prove più semplici consistono nella copia di figure geometriche e disegni; tuttavia, un paziente con disturbi motori o aprassico – costruttivi non può essere valutato adeguatamente in questo modo.
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3) valutazione della prosopagnosia: già evidente all’esame clinico, tuttavia è sempre un bene specificarne la presenza verificando ad esempio l’incapacità di denominare fotografie di personaggi famosi (es attori, politici). Accertato che un paziente sia prosopoagnosico è necessario eseguire alcune prove per esplorare i diversi stadi dell’elaborazione visiva. La valutazione specifica deve poi esplorare l’elaborazione appercettiva di caratteristiche dei volti, indipendentemente dal riconoscimento: la prova di identificazione di volti sconosciuti richiede di associare due fotografie prese da prospettive diverse di una stessa persona, distinguendole tra foto di altre persone. Successivamente, prove associative per i volti richiederanno l’identificazione esplicita (denominazione dei volti) e la discriminazione di personaggi famosi da sconosciuti.