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VERGA, Studiò tramite vari maestri privati da cui assorbì il patriottismo…
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Studiò tramite vari maestri privati da cui assorbì il patriottismo e il gusto letterario romantico che furono i dati fondamentali della sua formazione giovanile
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viene a conoscenza dei personaggi attraverso i personaggi stessi, attraverso quello che fanno, dicono o da altri personaggi.
Quando la voce narrante commenta e giudica i fatti non lo fa secondo la visione volta dell'autore, ma in base alla visione elementare e rozza della collettività popolare
il lettore deve essere introdotto nel mezzo degli avvenimenti senza che nessuno spieghi gli antefatti e gli tracci un profilo dei personaggi
principalmente usa quella della digressione: lo scrittore deve eclissarsi, non deve comparire nel narrato con le sue reazioni soggettive, le sue riflessioni e le sue spiegazioni
l'autore deve mettersi nella pelle dei suoi personaggi, vedere le cose con i loro occhi e dire le loro parole
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Zola crede che la scrittura possa aiutare a modificare la realtà, mentre Verga creda sia immutabile e quindi che la letteratura non possa incidere su di essa
Zola racconta il modo di vedere ed esprimersi dell'autore, interviene spesso con giudizi; tra personaggi e narratore non c'è un distacco netto, mentre questo nel Verga verista non avviene mai.
Per Zola l'impersonalità significa assumere il distacco dallo scienziato che si allontana dall'oggetto per osservarlo dall'esterno e dall'alto, per Verga significa invece immergersi e eclissarsi nell'oggetto
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I protagonisti sono uomini e donne sottoposti ad un destino crudele, e chi cerca di ribellarsi al destino non riesce a raggiungere la felicità, anzi peggiora quella che aveva lasciato
Il contesto storico è indefinito, però si intuisce che le novelle sono ambientate nella società meridionale ottocentesca, dopo l'unità d'Italia.
A volte anche il tempo di narrazione è indefinito
L'ambiente descritto è quello della Sicilia umile e rurale, dei pastori, contadini, pescatori e minatori, che svolgono lavori umili e sottopagati
Vita dei campi è una raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 1880 e poi riedita con la versione definitiva nel 1897
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Nel 93 torna definitivamente a Catania
Nel 1920 viene nominato senatore a vita
Dopo 2 anni, nel 1922, muore a Catania
Nel 78 pubblica "Rosso Malpelo" entrando così a far parte completamente del verismo.
Nell'80 "Vita dei campi"
Nell'81 il primo libro del Ciclo dei vinti, "I Malavoglia".
Nell'89 il secondo, "Mastro Don Gesualdo".
Negli anni successivi lavorò costantemente a terzo, "La Duchessa di Leyra", che però non concluse.
Nel 72 si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con gli ambienti della scapigliatura.
nel 74 pubblica la novella "Nedda", iniziando il processo di conversione al verismo
Nel 65 si reca a Firenze, consapevole del fatto che per diventare scrittore doveva liberarsi dei limiti della sua cultura e entrare in contatto con altre società letterarie.
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Per Verga la realtà è data una volta per tutte senza possibilità di modificazioni, si può capire perché egli non ritiene legittimo dare giudizi: è impossibile modificare l'esistente, ogni intervento giudicante appare inutile e privo di senso e allo scrittore non resta che proporre la realtà com'è
gli uomini sono mossi non da ideali, ma dall'interesse economico, dalla ricerca dell'utile, dall'egoismo, dalla volontà di sopraffare gli altri e questa legge di natura universale che governa la società in ogni tempo e luogo
pessimismo: la società umana è per lui dominata dal meccanismo della lotta per la vita, un meccanismo crudele per cui il più forte schiaccia necessariamente il più debole
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Rosso, pur essendo cresciuto nella cava, ha conservato certi valori autentici e disinteressatati, come: amore, amicizia e solidarietà, ma l'incomprensione del narratore fa apparire come incomprensibile ciò che dovrebbe essere normale
Il narratore si pone a livello dei personaggi ed è all'interno del mondo rappresentato.
Egli non è onnisciente, ma portavoce di un ambiente popolare e rozzo; difatti quello che riporta non è attendibile.
Il narratore non capisce le motivazioni dell'agire di Malpelo e le deforma
Rosso Malpelo dà inizio alla fase verista di Verga.
Malpelo ha i capelli rossi e dunque dalla società viene visto come un ragazzo malizioso e cattivo, per dimostrare la mentalità primitiva e un pregiudizio superstizioso.
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Nel giovane Ntoni si incarnano le forze disgregatrici della modernità, in quanto è entrato in contatto con la realtà moderna e dunque non può adattarsi ai ritmi di vita ancestrali del paese.
È in conflitto col nonno, che, invece, rappresenta lo spirito tradizionalista.
Per questo la famiglia roccaforte del tradizionalismo si disgrega
La partenza di Ntoni rompe l'equilibrio tra la famiglia Toscano e il sistema sociale del villaggio: i Malavoglia subiscono un declassamento passando da proprietari di casa e barca a quella di nulla tenenti
I Malavoglia rappresentano la vita di un mondo rurale arcaico, chiuso, con i sui ritmi di vita tradizionali, dominato da una visione della vita anch'essa tradizionale che si fonda sulla saggezza popolare antica dei proverbi.
Mette in luce come il piccolo villaggio siciliano venga investito dalle tensioni di un momento di rapida trasformazione della società
Il primo paragrafo è dedicato a I Malavoglia e indica come tema di fondo la rottura dell'equilibrio di un mondo tradizionale e immobile.
Ciclo dei Vinti è un ciclo di romanzi con al centro la volontà di tracciare un quadro sociale, di delineare la fisionomia della vita italiana moderna esplorando tutte le classi sociali fino all'aristocrazia.
Verga sceglie come oggetto di narrazione i vinti della teoria di Darwin che si piegano al di sotto dei vincitori
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