Due modi di pensare: razionale-analitico o intuitivo? messi in evidenza dalla psicologia cognitiva.
Intuito: capacità di comprendere una verità in modo diretto e immediato senza ricorrere al ragionamento. Processo inconscio che scatta automaticamente in risposta a una percezione, interagendo un gran numero di dati per formulare un giudizio, in modo veloce e senza sforzo.
Pensiero analitico: consapevole e controllato, costituito da un ragionamento formale ed esplicita i dati e le regole usati per prendere decisioni e definire una conclusione. Queste due modalità corrispondano a due diverse menti dell'essere umano, connesse a due parti del cervello: una intuitiva e una riflessiva. La prima è più antica ed è la sorgente delle emozioni e riflette le abitudini acquisite nella vita e i comportamenti di adattamento sviluppati dai nostri antenati. La seconda si è evoluta più recentemente ed è caratteristica dell'essere umano permette di pensare in astratto e fare ipotesi rispetto al mondo che ci circonda.
Klein ha esaminato come vengono prese le decisioni nella vita reale, in particolare nelle situazioni di rischio. L'intuito usato per prendere le decisioni si basa sul riconoscimento, sul collegamento tra la situazione in quell'istante e quelle già viste. L'imprinting del riconoscimento ha due componenti: la prima ricorda una situazione già conosciuta e consente di optare per una certa azione, la seconda permette di prefigurare il futuro. Tale capacità diventa più esperta e competente con l'esperienza e nella misura in cui le persone incontrano diverse situazioni associabili.
Munro: un'intuizione esperta è l'intuizione che consente di cogliere dalla situazione uno spunto e connetterlo a un set di informazioni archiviate nella memoria da cui viene prodotta la risposta. Questo criterio è simile a quello adottato dal servizio sociale, esposto ad ampi margini di errore: gli spunti possono non essere adeguati poiché l'intuito porta a selezionare dati coerenti con le preconoscenze producendo una forte convinzione di correttezza.
Kahneman: ha confrontato le previsioni di esperti con quelle prodotte statisticamente, usando il calcolo della probabilità e ha scoperto che queste ultime erano più accurate.