LA GESTIONE DEI MATERIALI NEI SISTEMI A DOMANDA DIPENDENTE

LA DOMANDA DIPENDENTE:

gli effetti della dipendenza:

la gestione dei materiali già vista postulava che i livelli delle scorte di ogni singola unità potessero essere pianificati in modo indipendente

tuttavia:

quando si definisce un programma di produzione si dispone delle informazioni sui beni intermedi e la loro distribuzione nel tempo: perché non usarle?

la domanda di beni intermedi è caratterizzata da forti discontinuità e disomogeineità, pure in presenza di una domanda di prodotti finiti costante

le scorte in lavorazione e le domande di beni intermedi non possono essere trattate come beni indipendenti dai beni finali

fenomeno della lumpy demand: slide 7

gestione della domanda dipendente:

necessità di introdurre dei sistemi che permettano di governare il flusso dei materiali:

garantendo la continuità dell'attività produttiva anche in condizioni di domanda irregolare

attivando la produzione o gli ordini solo in momenti vicini a quelli del reale impiego

ordinando solo quei componenti che sono effettivamente necessari a realizzare la produzione

i metodi per la gestione dei flussi di materiali:

CONTROLLO DI FLUSSO:

CONTROLLO STOCK:

PUSH:

PULL:

PUSH:

PULL:

MRP

MRP

JIT

LOTTO ECONOMICO

gestire le interdipendenze: la distinta base (bill of materials, BOM):

la distinta base (o BOM) è un diagramma o una scheda in cui si registrano tutti i componenti che servono per produrre un item, con la relazione tra il componente e il prodotto e la quantità usata

un componente può entrare in più di un genitore (parent):

in questo caso si ha comunanza delle parti e standardizzazione

gli elementi che non hanno figli sono acquistati all'esterno; mentre gli elementi a livello zero, cioè i prodotti finiti, non hanno parent

uno dei documenti che accompagna la BOM è il routing:

presenta la sequenza delle operazioni che devono essere compiute su un item, i tempi standard e le operazioni per le quali è necessario ogni componente (tempi e metodi)

alcuni termini delle BOM:

COMUNANZA DELLE PARTI

ROUTING

QUANTITà USATE

ITEM FINALE

BOM

ITEM INTERMEDIO

COMPONENTE

SOTTOASSIEME

GENITORE

ITEM ACQUISTATO

item ottenuto da uno o più componenti

item che entra in uno o più parent

diagramma che mostra tutti i componenti che entrano in un item e le quantità usate

numero di unità di ogni componente necessarie
per ottenere una unità del parent

grado con il quale un item componente ha più di un parent

lista delle sequenze di operazioni che devono essere compiute su un item, con tempi standard e componenti che entrano in ogni operazione

è un genitore (parent), che non è a sua volta componente di alcun item

item che ha almeno un genitore e un componente

item intermedio, assemblato con più di un componente

item privo di componenti, che deriva da un fornitore

Gestione delle comunanze e distinta base:

per gestire opportunamente le parti comuni si usano spesso particolari distinte base, che permettono di trattare i codici relativi ai componenti comuni. In generale queste tecniche fanno capo all'idea di distinta base a clessidra

codifica di livello minimo:

consente di bilanciare la struttura della BOM, in modo da determinare la sequenza ottimale di sviluppo delle distinte MRP per i componenti

l'obbiettivo è calcolare il livello più basso al quale si colloca un componente

permette di procedere per livelli e quindi evitare ripetizioni ed errori di pianificazione

MRP (MATERIALS REQUIREMENTS PLANNING):

PIANIFICAZIONE DEI MATERIALI E GERARCHIA DEI MATERIALI:

PIANO AGGREGATO

MPS

GESTIONE DELLA CAPACITà

GESTIONE DEI MATERIALI

MRP: ASPETTI GENERALI:

il MRP calcola le domande dei componenti dai piani di produzione dei genitori

in questo modo si ottiene una previsione migliore del fabbisogno dei materiali e si evita di incorrere nei problemi derivanti da una previsione statistica della domanda dei componenti, con alto rischio di stockout e necessità di detenere un eccesso di scorte di sicurezza

i programmi di produzione e gli acquisti di materiali possono essere trasformati in impieghi di capacità nei periodi di tempo in cui tale fabbisogno emerge

il MRP si aggiorna automaticamente per tenere conto della domanda e dei programmi di produzione lanciati, ogni volta che cambia la domanda di un parente

è gestito da calcolatore

DINAMICA:

utilizzando alcuni input informativi, come le distinte base, il MPS e i dati di magazzino, un sistema di MRP identifica le azioni necessarie a realizzare il programma:

correggere o aggiornare le quantità ordinate

aggiornare le schede degli ordini in ritardo

emettere nuovi ordini di acquisto o di produzione

tale sistema trasforma il MPS e altre fonti di domanda in richieste per tutti i semilavorati, i componenti e le materie prime

il nucleo di tale processo è detto esplosione MRP perché trasforma il programma di produzione di vari prodotti finiti in un numero molto più alto di programmi per ogni singolo componente

IL PROCESSO MRP SLIDE 25

CONTESTI DI IMPIEGO:

sistemi produttivi a lotti con varietà controllata impiegando un insieme di risorse definite a priori

migliori risultati nei processi produttivi caratterizzati dall'assemblaggio:

assemble to order

build to order

assemble to stock

GLI INPUT DELL'MRP: 1.LA BOM

la MRP deriva i fabbisogni di componenti dal programma di produzione dei parent: è dunque necessaria un'accurata informazione sulla relazione parent-component

ogni item deve indicare il coefficiente di utilizzo

per esemplificare la costruzione del MRP, vediamo un caso semplice che seguiremo nel corso della lezione:

SLIDE 28

  1. IL MPS:

definisce in dettaglio quanti prodotti finiti saranno prodotti in uno specifico intervallo temporale

si tratta dunque di una specificazione del programma aggregato, il componente D esprime una domanda di pezzi di ricambio

ATTENTI: DEVONO TENERE QUESTE IPOTESI:

le quantità definite nei piani aggregati sono allocate in modo efficiente:

si tiene conto inoltre delle limitazioni di capacità e della dotazione di risorse disponibili per ogni prodotto specifico

I piani sono coerenti

considerare tutte le fonti di domanda (vendite, pezzi di ricambio, esigenze di altri stabilimenti,...)

il mix è basato sulla domanda e il pianificatore sceglie i lotti opportuni per ogni prodotto

ORIZZONTI TEMPORALI E CONGELAMENTO:

15 settimane

26 settimane

8 settimane

congelate

da congelare

flessibili

ordini confermati dai clienti

ordini confermati dai clienti

capacità previsiva e disponibile

  1. I RECORD DI MAGAZZINO:

il record dei dati dei magazzini registra tutte le transazioni di magazzino:

scorte ritirate

ordini cancellati

ricevimenti programmati

correzioni di inventario

nuovi ordini ricevuti

pezzi scartati

inoltre sono indicate le informazioni di base per la gestione della scorta:

la regola di lottizzazione

stock di sicurezza

il lead-time

la giacenza effettiva

un record di magazzino si riferisce a un preciso orizzonte temporale entro il quale si definisce, per un determinato item:

le quantità programmate in arrivo

le giacenze disponibili previste

il fabbisogno netto

il piano ordini data consegna

il fabbisogno lordo

il piano ordini data emissione

NOTA: CONVENZIONE TEMPORALE:

rispetto al periodo di programmazione, si fanno le seguenti convenzioni per le variabili utilizzate:

quantità programmate in arrivo: all'inizio del periodo

giacenze a disposizione programmate: all'inizio del periodo

fabbisogno netto: durante il periodo

piano ordini consegna: all'inizio del periodo

fabbisogno lordo: durante il periodo

piano ordini data emissione: all'inizio del periodo

L'ESPLOSIONE DELL'MRP:

la definizione dei fabbisogni di componenti è determinata rispettando i vincoli della distinta base

l'esplosione è realizzata tenendo conto dei livelli delle distinte base e ordinando i componenti in funzione del livello più elevato di collocazione delle distinte base

il punto di partenza è il MPS; gli output sono le schede MRP per ogni componente, che individuano:

le giacenze disponibili

gli ordini programmati

i fabbisogni

gli ordini rilasciati

funzionamento:

  1. MRP li definisce fabbisogni lordi
  1. utilizza i dati disponibili dalla programmazione degli ordini per calcolare i fabbisogni netti
  1. i fabbisogni di prodotto finito si ottengono dal programma principale di produzione
  1. usando i fabbisogni netti, calcola quando gli ordini dovrebbero essere ricevuti per soddisfare la domanda

cont.:

genera un programma per stabilire quando gli ordini devono essere effettivamente rilasciati

per tenere conto dei lead timep

passa ai codici di livello 1

si calcola i fabbisogni lordi per ogni item a livello 1 a partire dagli ordini programmati per codici genitore di ogni item di livello 1

i fabbisogni netti, il piano di ricezione degli ordini e il piano di rilascio degli ordini si ottengono come descritto nei punti 2-4

si ripete l procedura per ogni item della distinta base

NOTIAMO COME:

la produzione avviene in lotti fissi o variabili e ha un lead time di due settimane. Inoltre è fissata una scorta di sicurezza

il fabbisogno lordo si ottiene dalla domanda totale derivata dai piani di produzione di tutti i prodotti parent, oltre, eventualmente alla domanda di pezzi di ricambio o per vendite dirette

il sistema MRP lavora definendo date di rilascio in modo da programmare la produzione e le consegne compatibili con le necessità del prodotto in cui il componente va usato

quantità in arrivo:

sono ordini di produzione già emessi in lanci precedenti ma non completati

scorte a disposizione del programma:

la cifra iniziale è il magazzino a disposizione all'inizio del programma, tale cifra è aumentata dagli arrivi in corso ed è diminuita dai prelievi

formula slide 41

IL RILASCIO DEGLI ORDINI:

Ordine in programma (Ot):

è un nuovo ordine rilasciato al reparto produttivo o al fornitore che consentono di non scendere al di sotto del livello di sicurezza

L’ordine va emesso tenendo conto
della regola di lottizzazione

Rilascio degli ordini:

dal piano programmato di arrivo degli ordini, tenendo conto del lead time, è immediato ricavare il piano di rilascio degli ordini

Completata la scheda del componente si passa a
quello successivo

LE TABELLE MRP:

gli ordini rilasciati seguono le regole di lottizzazione, si devono attivare nel momento in cui si va sotto la giacenza programmata (la scorta di sicurezza è calcolata aparte)

per i componenti C e D si devono rilasciare ordini a lotto fisso, con un lead time in entrambi i casi di 1 settimana, rispettivamente nelle 6 settimane (componente C) e 5 e 8 (componente D)

IN CONCLUSIONE:

l'item finale dipende dalla domanda esterna all'impresa, e dunque deve essere almeno in parte previsto, ed è soggetto a incertezza

le richieste dei componenti sono invece dipendenti esattamente dai piani di produzione del prodotto finito:

la loro è una domanda dipendente perché può essere esattamente calcolata e non necessità di previsioni

LA NOZIONE DI DOMANDA DIPENDENTE è IL PRINCIPIO DI BASE DEL MRP

ANCORA:

dal MRP si origina una programmazione a ritroso dei centri di lavorazione a monte:

la lavorazione di ogni item può essere programmata il più tardi possibile, compatibilmente ci tempi di consegna

la programmazione a ritroso, a differenza della programmazione in avanti riduce il WIP, pospone l'impegno di materiali agli specifici prodotti e minimizza il tempo in cui questi sostano in magazzino

I FATTORI DI PIANIFICAZIONE:

La performance del MRP dipende dalle variabili introdotte nel
processo di pianificazione:

LEAD TIME

REGOLE DI LOTTIZZAZIONE

STOCK DI SICUREZZA

ALCUNE REGOLE DI LOTTIZZAZIONE:

FIXED ORDER QUANTITY (FOQ):

REGOLE DI LOTTOMIZZAZIONE DINAMICA:

la quantità ordinata ogni volta è la stessa e dipende da:

capacità minima

quantità minima di acquisto o dalla EOQ

Il rischio però è di avere scorte molto alte:

si elimina il problema di stockout connesso alla gestione a lotto economico, ma non quello di scorte ferme se, una volta reintegrata la scorta con un lotto alto, l'uso della scorta procede a ritmo ridotto

si emette l'ordine in modo da coprire P periodi, mentre la sua entità diventa variabile

esempi di regole di lottimizzazione dinamica:

POQ (quantità periodica in ordine):

la quantità che deve pervenire alla data t è pari a:

fabbisogno lordo per P periodi + scorta di sicurezza - scorte a disposizione in programma nella settimana t-l

in questo modo si restaura la scorsa di sicurezza e si coprono i fabbisogni lordi di P settimane

L4L (Lot for Lot):

la dimensione del lotto copre il fabbisogno di una settimana:

è un caso speciale della POQ in cui si cerca di minimizzare il livello delle scorte

LOTTO ECONOMICO (FOQ):

la quantità da riordinare si basa sul lotto economico (EOQ)

la dimensione del lotto ottenuta col modello EOQ spesso non copre tutti i periodi interessati

METODO LEAST TOTAL COST (LTC):

tecnica dinamica di dimensionamento del lotto che calcola la quantità da ordinare in base al confronto tra i costi di mantenimento a scorta e i costi di setup su diverse dimensioni del lotto

scegliendo quella per cui i due costi sono più simili

in pratica si aumenta la dimensione del lotto finché i costi di gestione delle scorte equivalgono a quelli di setup

è influenzato dalla lunghezza dell'orizzonte di pianificazione, che ne può limitare la soluzione ottimale

METODO LEAST UNIT COST:

tecnica dinamica di dimensionamento del lotto che somma i costi di emissione dell'ordine e i costi di mantenimento a scorta e li divide per il numero di pezzi del lotto, scegliendo poi la dimensione del lotto con il minor costo unitario

I RISULTATI DELL'ESPLOSIONE DEL MRP:

SEGNALI DI AZIONE:

emissioni di ordini

segnali di aggiustamento delle date in consegna:

arrivo troppo tardi: rischio di backorder/ stockout e cambiamento dei programmi a breve

si tende comunque a posticipare piuttosto che anticipare

arrivo troppo presto: aumentano gli stock

PRIORITà DI PIANIFICAZIONE

BASE SUI RAPPORTI DI IMPIEGO DELLA CAPACITà

RAPPORTI SULLA CAPACITà:

L'MRP non conosce di per sé i limiti di capacità:

quindi si potrebbe avere il caso di un ordine che supera la capacità di una unità

occorre pertanto completare l'esplosione del MRP con uno o più rapporti sullo stato della capacità

il CAPACITY REQUIREMENT PLANNING è uno strumento che consente di verificare la compatibilità tra MRP e la capacità produttiva dell'impianto

TECNICHE DI CONTROLLO DI CAPACITà NEI SISTEMI:

CAPACITà DEI CENTRI DI LAVORAZIONE

CLOSED LOOP MRP:

una variante del MRP in grado di raccogliere dati di feedback dai reparti, a loro volta confrontate con il lancio del MRP, allo scopo di generare informazioni e report di controllo sull'andamento della produzione

ESTENSIONI E PROBLEMI APPLICATIVI:

MRPII (Manufacturing Resource Planning):

il database generato dal MRP può essere utile per molti altri scopi di controllo

Il MRPII lega il MRP con il sistema di controllo di gestione dell’impresa

in questo modo il programma può servire a valutare l realizzazione di obiettivi gestionali

DRP (Distribution Requirement Planning):

per un'azienda che distribuisce al dettaglio i propri prodotti, può essere utile avviare la pianificazione dei materiali dal punto più vicino possibile al consumatore finale, dunque dalla distribuzione

il record di magazzino è detenuto per ogni item in ogni localizzazione

il fabbisogno è computato calcolando gli ordini dei dettaglianti e dei depositi intermedi