Etica deontologica: ciò che si deve o non si deve fare distinguendo giusto o sbagliato in base a principi preesistenti all'azione. Giusto fare determinate azioni in quanto seguono le norme e le regole di comportamento che discendono da tali principi. Per il Servizio Sociale: fondamentale riconoscimento dell'essere umano come individuo libero e razionale da cui discendono i principi etici del rispetto e del diritto di autodeterminazione.
Biestek - sette principi etici: 1. autonomia e libertà dell'individuo; 2. uguaglianza; 3. minimo danno; 4. privacy e riservatezza; 5. protezione della vita; 6. qualità della vita; 7. apertura e onestà.
Etica teleologica: il giudizio morale viene formulato in base al valore dell'azione, allo scopo che persegue e alle sue conseguenze. Fanno parte di questo tipo le etiche consequenzialiste in cui le azioni sono giudicate in base alle conseguenze che hanno, e le etiche utilitariste in cui le azioni sono giudicate in base all'unità complessiva che perseguono. L'etica teleologica dà valore all'esito delle azioni e alla massimizzazione del bene per tutti. Non riescono a fornire una guida universalmente valida e non danno risposta alla necessità di avere norme stabili e condivise.
Etica della virtù: importanza alle virtù e alle qualità di chi agisce. Le virtù sono la disposizione interna di una persona verso il bene e l'azione positiva. La moralità nasce dal carattere della persona e dalle sue virtù: l'etica della virtù tende a descrivere un modo di essere e di fare. Questo approccio è strettamente ancorato alle caratteristiche delle persone e a quelle del contesto, difficile identificare un set universale di virtù.
Virtù per Sullivan: compassione, calore, onestà, prudenza, agire con coraggio, speranza, fiducia, umiltà e essere generosi, l'essere giusti, riflessivi, liberali.
Virtù per Marzotto: prudenza come la capacità di discernere il bene in relazione ai mezzi a disposizione per conseguirlo; la temperanza come la dote che favorisce la partecipazione e il distacco necessario per mantenere quello spazio di pensiero che rende professionale l'intervento; la giustizia come la virtù che rende capaci di lasciar convivere sentimenti contrastanti in sé e negli utenti, senza semplificare le situazioni e senza poter separare bene e male; la fortezza riferita alla capacità di superare il timore di agire in modo errato e di resistere alle fatiche della contraddizione.