Questo riconoscimento non avviene attraverso l'amore, a cui mancano il dolore e il travaglio del negativo, ma mediante un momento di lotta tre le varie autocoscienze che si delinea nella figura del servo-padrone. Il conflitto si conclude con la subordinazione di un’ autocoscienza all'altra. Nascono così i ruoli del padrone (colui che per affermare la propria indipendenza ha messo ha rischio la propria vita) e del servo (colui che per salvarsi la vita ha rinunciato alla propria indipendenza). La dinamica del servo-padrone è tuttavia destinata ad una paradossale inversione dei ruoli: il signore, nella misura in cui diviene completamente dipendente dai servi, diviene schiavo di questi ultimi. Il servo, invece, si libera attraverso il lavoro. Più precisamente, la trasformazione del servo avviene attraverso i tre momenti della paura della morte, del servizio e del lavoro. Il servo è tale perchè ha temuto la morte, ma proprio in virtù della paura di perdere la propria essenza egli ha acquisito coscienza di sé. Attraverso il servizio, il servo è divenuto capace di autodisciplinarsi. Con il lavoro, infine, il servo ha trovato la propria libertà poichè è riuscito a realizzare un'opera autonoma dal soggetto che la produce, ma nella quale quest'ultimo può rispecchiarsi; ha soddisfatto, cioè, l'appetito dell'autocoscienza.
la dialettica servo-padrone di Hegel, rivendicando l'importanza del lavoro, ha influenzato profondamente il pensiero di Marx. A differenza di quest'ultimo, che riteneva che la liberazione del servo dovesse avvenire mediante una rivoluzione politica e sociale, Hegel prospetta invece una liberazione spirituale, del tutto simile alla concezione stoica secondo cui il saggio, pur dipendendo dai condizionamenti di una realtà esterna che non è affatto negata, è libero. A negare la dipendenza dalla realtà esterna sono invece gli scettici, che secondo Hegel cadono in contraddizione poichè negando ogni certezza pretendono di affermare una verità.
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