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TESTI SOFOCLEda stampare - Coggle Diagram

- - - - Guarda l’arma che dovrà trafiggerlo, era di Ettore
        
        preghiera agli dei perché l’assistano in questo
        momento
        
        . Chiede a Zeus di inviare, un messo a Teucro affinché raccolga il suo corpo prima che diventi preda di cani e uccelli
        
        Supplica poi Hermes, perché
        gli conceda una morte rapida
        
        a invocazione alla Morte
        
        . Aiace non muore certo pacificato, ma si libera nella morte da quella sensazione soffocante di odio universale
        
        le Erinni, perché colpiscano l’esercito degli Atrìdi
        
        Ad Helios chiede di recare la notizia della sua morte ai suoi genitori
        
        in questa
        
        circostanza perfino il terribile Telamone viene definito solo come “vecchio padre”, mentre
        
        della madre si prevedono gli “acuti gemiti” che riempiranno la città
        
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        L’eroe rivolge l’ultimo nostalgico pensiero ai luoghi a lui cari: Salamina, Atene e Troia;
        
        infine si getta sulla spada.
        
        riconciliato con i luoghi che avevano visto le sue sofferenze di combattente. L’estremo saluto culmina poi in un’espressione in cui lampeggia forse un’amara ironia:
        
        “Il resto lo dirò nell’Ade, a quelli di laggiù”
        
        non presuppongono che l’eroe muoia pienamente
        riconciliato con gli dèi
        
        occorrerebbe che egli dicesse qualcosa ad
        Atena; e invece proprio a lei non rivolge la parola
        
        Che preghi gli dèi, non è meraviglia.
        
        Aiace non è un ateo come sarà il Bellerofonte euripideo,
        
        egli è empio soltanto per orgoglio”
        
        “si ferma sull’idea della morte con un compiacimento feroce
        
        rassicura se stesso che tutti i preparativi sono stati ben fatti
        
        è stata affilata da poco; è
        stata piantata nel modo migliore per tagliare
        
        spada è quella datagli da
        Ettore, il più odiato dei suoi nemici
      - suicido scelta obbligata, egli rifiuta di vivere la vita visto che ha perso il suo onore
- - - - tale atteggiamento
        
        il segno fisico dell’incomunicabilità fra i due personaggi
        
        caratterizzati da due sistemi valoriali antitetici
        
        Creonte rivolto alla tutela delle leggi dello stato
        
        Antigone legata al rispetto degli affetti familiari e delle leggi non scritte
        
        Più che dai gesti e dalle azioni dalle loro parole
        
        Creonte dimostra un’indole autoritaria
        
        non ammette il dibattito
        
        sospettoso al punto da attribuire il turbamento di Ismene alla complicità con la sorella
        
        vede dappertutto nemici e congiure
        
        tuttavia rappresenta la logica del potere politico, che si contrappone alla legge arcaica del γένο
        
        Antigone opposizione si manifesta attraverso un uso accorto delle parole; infatti la giovane
        
        utilizza spesso gli stessi termini dell’antagonista* per svalutarli;
        
        si serve di dodici negazioni, quasi a sottolineare la volontà di definirsi in contrapposizione con Creonte;
        
        nella sticomitia* finale, a Creonte che aveva rivendicato il diritto di odiare il nemico anche da morto
        
        oppone con orgoglio la sua naturale tensione all’amore
        
        nell’impiego del termine νόμος, che emerge l’impossibilità della comunicazione
        
        per Antigone il termine equivale a “norma religiosa”
        
        per Creonte a “editto del capo dello stato
  - - - Davanti al re la giovane proclama le ragioni del suo operato:
        
        nessun decreto umano può sostituirsi alle leggi non scritte e immutabili degli dèi (ἄγραπτα κἀσφαλῆ θεῶν / νόμιμα, ). M
        
        a la logica di Antigone è incomprensibile per Creonte,
- - - - Ha riconosciuto la capacità profetica del vate, può conoscere ogni cosa
    - - Nega la positività del sapere, qualora esso non giovi a chi sa
        
        reticenza di Tiresia è incomprensibile per Edipo
        
        che passa dallo stupore allo sdegno, rivolgendo all’indovino pesanti accuse
        
        edipo lo accusa dell'uccisione di laio
        
        Tiresia indignato, proclama la verità: “Dichiaro che sei tu l’uomo che cerchi, l’assassino di Laio”
        
        Edipo continua ad accusare Tiresia di aver tramato contro di lui, in combutta con Creonte
        
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      - chiede di essere congedato, affermando che è vano interrogarlo
- - - - lo dimostra la morte di Laio che, a sentire l’oracolo, doveva avvenire per mano del figlio, mentre fu provocata da alcuni predoni forestieri in un trivio.
        
        Questo accenno turba Edipo, che rivolge domande alla donna per sapere chi avesse riferito le notizie sull’uccisione
        
        quando scopre che a portare l’annuncio era stato un servo scampato alla strage, chiede di farlo venire al più presto.
        
        Edipo narra quindi a Giocasta le vicende della sua vita:
    - - Giocasta però usa toni rassicuranti, negando ogni validità ai responsi oracolari e portando come esempio la vicenda di Laio.
- - - - non lo sorprende
        
        già mandato a Delfi Creonte il quale presto ritorna ad annunciare il vaticinio di Apollo
        
        secondo cui, per fermare la pestilenza, è necessario cacciare dalla città l’uccisore di Laio
- - - - procede poi ad una “deresponsabilizzazione”,
      - sacrificio di Ifigenia è l’argomento più forte
        
        contesta radicalmente il comportamento di Agamennone
      - ribalta la prospettiva tradizionale, rivendica l’importanza del ruolo della madre e considera fugace o quello del padre
    - - , Clitemestra non fu mossa da un sentimento di giustizia , ma fu dall’amore di Egisto
        
        giustifica il sacrificio di Ifigenia
        
        se si instaura il principio della legge del taglione, Clitemestra dovrà badare che esso non venga applicato anche a lei.
      - per lei clitemestra più padrona che madre