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Impero Romano - Coggle Diagram

- - - - Dopo aver frequentato insieme le elementari,genitori di Lila le impongono di lavorare nella bottega di scarpe di famiglia, mentre Elena frequenta con straordinario profitto le scuole medie. A nessuno sembra importare davvero che Elena abbia pas- sato l’esame di terza media a pieni voti e il pensiero di proseguire gli studi è del tutto alieno alle persone del quartiere, che percepiscono con disagio la diversità e la goffa intelligenza della ragazza.
    - - Teresa ha quattordici anni e vive a Torino con i suoi genitori. Ogni estate torna con il suo padre a Speziale. Le giornate scorrono lente e oziose, finché i “ragazzi della masseria” quando entrano la sua vita con la violenza.
    - - Pietro vive a Milano con i genitori, che sono accomunati da un’unica vibrante passione: l’amore per la montagna. Per soddisfarla hanno comprato una casa a Grana, un paesino ai piedi del Monte Rosa, e Pietro vi trascorre ogni estate da quando è piccolo. Lì ha conosciuto Bruno, un suo coetaneo che si occupa del pascolo delle vacche, che è diventato il suo compagno di esplorazioni, insegnandogli ad apprezzare una vita fatta di rispetto e silenzio.
    - - Dopo il divorzio di sua madre e suo padre, il ragazzo volte va a casa di suo padre mentre sta con sua madre e il suo fidanzato Alex, e la vita è dura per lui.
- - - - La madre, pervasa da tremiti, era rincantucciata in un angolo, stringendo a sé il piccolo, livido di freddo, che si lamentava sempre più debolmente. Lo sguardo della donna lucido di lacrime si perdeva tra i passanti frettolosi e indifferenti.
    - - In quel gruppo di prigionieri che avanzavano come spettri al di là del filo spinato, non si scorgeva che l’ombra della loro dignità di uomini, spezzata dalla violenza e dall’odio.
    - - Mi voltai e vidi il volto congestionato mutarsi fin quasi allo spasimo. La sua voce era irriconoscibile: un rantolo profondo, animalesco che si trasformò in un ghigno inumano e disperato.
    - - Più di ogni altra cosa la mamma temeva che Carletto potesse affogare. Perciò, sopra la pancerina di lana, lo aveva costretto a indossare un enorme giubbotto di salvataggio; le braccia erano avvolte da braccioli gonfiabili con doppia valvola di sicurezza; era circondato da un salvagente inaffondabile a forma di cigno e si appoggiava a un’assicella galleggiante azzurra.
- - - - La ragazza dal grembiule giallo guida Sonny fino alla poltrona. Lo fa sdraiare, gli sparge la crema sul viso ed esce con un sibilo dello scorrevole. La luce del solarium si accende e una voce alle spalle di Sonny parla: “Ciao, sono Lola e ti dò il benvenuto”. Sonny non ha mai udito una voce così. Nessuna donna che lui abbia conosciuto aveva una voce così...
    - - Doveva andarsene, naturalmente. Non restava altro da fare: era passato troppo tempo questa volta. Aveva fatto la valigia e lucidato le scarpe, adesso doveva soltanto scendere le scale e avviarsi per la strada. Lui, un ragazzino di dodici anni, il cui certificato di nascita, chiuso nella valigia, diceva che era nato quarantatré anni prima.
- - - - Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari volete sapere dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa. E che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti se dicessi qualcosa di troppo personale.
    - - C’era una voce, una canzone, una voce di donna che ogni tanto il vento ti portava quassù da una qualche finestra aperta, c’era una canzone d’amore che nelle notti d’estate il vento ti portava a strappi, e appena ti sembrava di averne afferrato qualche nota già si perdeva, nell’incubo della tua insonnia...
    - - L’uomo guardò Nick e sorrise. Alla luce del fuoco Nick vide che il suo viso era deforme. Aveva il naso schiacciato, gli occhi che sembravano due fessure e delle labbra con una strana forma. Il colore era quello dello stucco. Cadaverico, alla luce delle fiamme