Nel panorama articolato in parte per noi nebuloso dalla logografia ionica occupa un posto di spicco Ecateo di Mileto, vissuto tra la fine del IV e inizio del V secolo, all'epoca dell'espansione persiana in Asia minore. Restano frammenti delle Genealogie, una sistemazione delle tradizioni greche sulle discendenze divine ed eroiche ampiamente fissate nella produzione poetica, rispetto alle quali però Ecateo operava un ridimensionamento razionalistico e sostituiva il lessico comune all'espressione elevata. Il logografo apre l'opera con il sigillo del suo nome. L'incipit richiama l'inizio formulare delle iscrizioni regali delle civiltà orientali, ma dal punto di vista del re, che pretende di fornire un resoconto oggettivo degli eventi, Ecateo contrappone il vaglio critico e la soggettività d'opinione dello storico, fondata su un libero criterio di ricerca e di giudizio. L'esposizione di un mito era seguita da una considerazione sulle cause che lo avevano generato (eziologia). Ecateo fu autore anche di una Carta geografica, accompagnata da descrizione o Periegesi della terra, in due libri dedicati all'Europa e all'Asia, con notizie su popolazioni, territori, flora e fauna, usi e costumi, leggende su fondazioni di città, migrazioni. Il dialetto ionico di Ecateo era ammirato dagli antichi per la sua purezza. Lo stile, irregolare ed espressivo, risponde alla nuova consapevolezza di contrapporre alla tradizione mitica i risultati del vaglio critico personale.