Il riconoscimento dell'esistenza di gruppi sociali diversi ha dato il via negli anni 90’ al diversity management, in cui la gestione delle risorse umane deve tenere conto della differenza tra individui e gruppi nelle organizzazioni e finalizzato a creare un ambiente inclusivo e farne anche una leva per il cambiamento organizzativo.
(DIVERSITÀ: si intende una vasta gamma di differenze: etnia, genere, orientamento sessuale (ovvero le dimensioni primarie) e religione, localizzazione geografica, reddito, background educativo, situazione familiare, esperienza lavorativa, stili di lavoro (dimensioni secondarie) (Loden, Rosener)
DIVERSITY MANAGEMENT: La gestione delle differenze (di età, genere, etnia, orientamento sessuale, ecc.) nelle organizzazioni prende il nome di DIVERSITY MANAGEMENT (Curtis & Dreachslin, 2008).
Processo volontario a lungo termine, focalizzato su tutte le dimensioni della diversità, e basato su produttività ed efficienza. E’ un totale cambiamento culturale organizzativo, finalizzato a promuovere l’apprezzamento e la valorizzazione delle differenze individuali, dell’integrazione e dell’equità. Si pone in un’ottica proattiva, basata sulla promozione dello sviluppo e dell’empowerment di ogni singolo membro dell’organizzazione)
() psicologia del lavoro!