Nel Corpus si distinguono due tipi di scritti: specialisti e divulgativi. I primi sono trattati nosologici destinati all'uso pratico, come per esempio le Epidemie, che raccolgono in sei libri materiale clinico, dell'attività di diversi medici: i libri I e III, i più antichi e tradizionalmente attribuiti a Ippocrate, contengono una serie di storie cliniche individuali, intercalate dalla descrizione della situazione climatica e patologica di un luogo nel corso dell'anno. Lo stile di queste opere è strettamente funzionale alla comunicazione di dati significativi per il medico e dunque asindetico e molto ellittico, spesso un vero appunto ad uso personale, ma non mancano riflessioni di carattere generale e metodologico, espressi in forma di aforisma e diventate emblematiche nell'intera concezione ippocratica della medicina Gli scritti divulgativi sono stati composti non per un pubblico specializzato di medici, ma per un ambito più largo e non professionale, forse in occasione di conferenze pubbliche. Lo stile di questi scritti è molto più simile a quello della tradizione descrittiva della prosa ionica, oppure è elaborato secondo gli artifici del della retorica alla maniera delle orazioni pubbliche volte a dimostrare una tesi. Molte di queste opere si ricollegano al dibattito fra le arti e sulle arti, cioè sulla validità scientifica delle singole tecniche, che si sviluppò alla fine del V secolo.**