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PENSARE E FARE FORMAZIONE PSICO-SOCIALE (Bellotto) cap 5 I metodi attivi…
PENSARE E FARE FORMAZIONE PSICO-SOCIALE (Bellotto) cap 5 I metodi attivi nei gruppi di formazione parte 1 2 3 4
DIDATTICA, RELAZIONI, AFFETTI
didattica universitaria
prettamente diadica
intervento psicologico
la lezione come modalità didattica perde la sua centralità
vengono utilizzati
metodi attivi
ossia dispositivi metodologici che concepiscono l'apprendimento dall'esperienza
ristrutturando concezioni e atteggiamenti e sviluppando specifiche capacità
appare congruente con la definizione di formazione psico-sociale
utilizzati in situazioni di gruppo
INTRODUZIONE AI METODI ATTIVI
qualificano
e caratterizzano la metodologia didattica propria della
formazione centrata sul gruppo
presumono un rapporto stretto tra apprendimento e azione
la loro efficacia è correlata a molteplici variabili
"competenze" di entrambi i poli del rapporto
aspetti temporali e logistici
relazione tra formatore e partecipanti
setting specifico
"cultura organizzativa" del contesto in cui si opera
altre variabili di volta in volta significative
principali metodi attivi
metodo dei casi
role palying
giochi analogici
esercitazioni sul "qui ed ora"
come rendere ATTIVA la LEZIONE
elevare il livello di
coinvolgimento degli interlocutori
rendendo il rapporto relatore-interlocutori più interattivo
senza trasformare la modalità didattica in un'altra
la
finalità
prevalente della lezione è
trasmettere
concetti
informazioni
schemi interpretativi
conoscenze
max 12-15 pax per intervento
la lezione presuppone e conferma la
posizione di potere del relatore
gli accorgimenti per rendere più "attiva" la lezione vanno assunti in fase di programmazione
sia per il "cosa" che per il "come"
progettazione del "
cosa
"
concerne i
contenuti da trasmettere
progettazione del "
come
"
concerne la
modalità di comunicazione
con riferimento all'efficacia del messaggio
e dell'
efficacia del processo di comunicazione
tra relatore e interlocutori
luogo
confortevole e funzionale
atto a strutturare e definire un rapporto tra comunicanti
layout d'aula
posizione del relatore
tempo
40'/60'
linguaggio
definisce l'immagine del relatore e il rapporto che intende instaurare
colloquiale e poco tecnico
cinesi e postura
del relatore facilitano l'attivazione degli interlocutori
LAVORO DI GRUPPO
comporta la suddivisione dei partecipanti in piccoli gruppi operanti in autonomia
a cui viene assegnato un compito da svolgere in un determinato tempo, per presentarne successivamente le conclusioni in sessione plenaria
obiettivi
lavoro
orientato all'apprendimento
differisce dal lavoro in team orientato all'operatività
di contenuto
tende a facilitare lo scambio di idee e di esperienze tra i partecipanti
con conseguente efficacia del feedback da parte degli altri gruppi a cui sono sottoposte le altre proposte
di relazione
accelera il processo di socializzazione e di interdipendenza fra gruppi
modalità e accorgimenti operativi
per ottenere la massima efficacia occorre tener conto di
natura del mandato
il mandato deve essere compreso e condiviso dai membri
deve essere percepito come una richiesta di contributo da parte dei partecipanti
deve lasciare spazio a creatività e confronto con i mandati degli altri gruppi
NON deve essere fittizio (non si fanno proposte di soluzione su argomenti che hanno già trovato soluzione)
meglio un unico mandato per tutti i gruppi in modo che il confronto sia arricchente
tempi
50'/100' in base alla complessità del mandato e alla dimensione del gruppo
procedura del lavoro
il conduttore può suggerire ai membri
la "nomina" di un moderatore e di un relatore, nonché di uno o più osservatori
la pianificazione del tempo a disposizione
il docente non interviene durante il lavoro di gruppo
presentazione dei risultati
prima le presentazioni poi la discussione sui singoli risultati e sul loro insieme
il conduttore poi organizza i contenuti in funzione di
conclusioni ritenute accettate e condivise dai partecipanti
o di una chiara comprensione delle ragioni di dissenso
dimensione
del gruppo
**
da 4 a 7 pax
infatti il nr delle relazioni che si instaurano è
1/2n(n-1)
, dunque più pax significa più complessità comunicativa
nei piccoli gruppi si contengono le ansie connesse alla dimensione gruppale
consolidato sentimento di appartenenza
composizione
del gruppo
massima omogeneità vs massima eterogeneità rispetto a competenze/esperienze e sociometrico
omogeneità
quando il mandato affidato al gruppo è molto specifico e strutturato
eterogeneità
mandato meno complesso e strutturato
criterio sociometrico
quando il mandato è più ansiogeno o si intende ottimizzare la prestazione dei sottogruppi e vivacizzare la successiva fase di confronto e feedback
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