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PAG 52 LETTERA PLATONE - Coggle Diagram
PAG 52 LETTERA PLATONE
PARAGRAFO A: L’autenticità delle lettere di Platone
L’antichità ci ha trasmesso tredici lettere sotto il nome di Platone, la maggior parte delle quali sono considerate false.
La settima e l’ottava lettera hanno buone probabilità di essere autentiche.
La settima lettera è un memoriale o una piccola biografia in cui Platone rievoca le vicende salienti della sua attività politica.
PARAGRAFO B: L’attività politica di Platone
Platone si avvicina al nuovo governo oligarchico nel 404 a.C., ma si ritira disgustato quando ne comprende l’avidità e la crudeltà.
Dopo l’episodio dei Trenta Tiranni, torna la democrazia, che però nel 399 a.C. processa e manda a morte Socrate.
Colpito dalla tragica fine del maestro, Platone conclude che non vi saranno governi buoni finché non si troverà il modo di unire la filosofia con la politica.
PARAGRAFO C: I tentativi di Platone a Siracusa
Nel 388 a.C., Platone si lascia attirare a Siracusa alla corte del tiranno Dionigi il Vecchio, sperando di poterlo trasformare in un buon sovrano grazie a un’educazione filosofica.
Dopo il fallimento del primo tentativo, Platone torna alla carica circa vent’anni dopo (367 a.C.) con Dionigi il Giovane, che sembra realmente interessato allo studio della filosofia.
Nonostante un terzo tentativo nel 361 a.C., tutti i viaggi di Platone a Siracusa si rivelano infruttuosi.
PARAGRAFO D: Il passato politico di Platone
Platone rievoca il suo passato di giovane entusiasta, arso dal sacro fuoco della politica.
I suoi slanci generosi si traducono in cocenti delusioni, sia con i Trenta Tiranni che con la nuova democrazia.
L’unica colpa precisa che Platone rinfaccia ai Trenta è l’illegale coinvolgimento di Socrate nell’affare di Leone di Salamina.
PARAGRAFO E: Il ruolo di Socrate
Socrate è l’unico personaggio citato per nome in questa parte della lettera.
La tragica fine di Socrate porta Platone a maturare la convinzione che solo unendo la politica alla filosofia si può sperare in un retto governo.
Platone non intende fare né pettegolezzo né cronaca, ma mira solo ai fatti paradigmatici e di valore universale.