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Psicometria - Coggle Diagram

- - - - Dominanza;
        
        Ribellione;
        
        Aggressività;
        
        Machiavellismo;
        
        Gestione delle impressioni;
        
        Socievolezza;
        
        Altruismo;
        
        Dare aiuto;
        
        Cercare aiuto;
        
        Attività;
        
        Ricerca di eccitazione;
        
        Impulsività;
        
        Riuscita
    - - Timidezza;
        
        Vergogna;
        
        Empatia;
        
        Risentimento;
        
        Colpa;
        
        Benessere;
        
        Ira;
        
        Paura
    - - Timidezza in pubblico;
        
        Locus of control;
        
        Moralità;
        
        Considerare il punto di vista degli altri;
        
        Fiducia interpersonale;
        
        Sensibilità all'espressività altrui;
        
        Attenzione rivolta verso di sé;
        
        Stima di sé;
        
        Identità di genere;
        
        Concentrazione;
        
        Evitamento-ricerca di informazioni pertinenti
  - - - Il vocabolario:
        
        Carattere = insieme di tendenze comportamentali che fanno in modo che una persona agisca coerentemente rispetto a determinati valori;
        
        Temperamento = aspetti formali del comportamento che innescano la costruzione della personalità tramite scambi con l'ambiente;
        
        Abitudine = sequenza di atti coordinati che danno luogo ad una condotta stabile e funzionale;
        
        Costituzionale (di un individuo) = insieme delle sue qualità fisiche e psichiche
        Le facoltà e le abilità sono capacità mentali, costituzionali o apprese, che rendono conto di un determinato comportamento. Le facoltà sono alla base delle predisposizioni di un individuo
    - - L'osservazione è un complesso insieme di procedure che richiede un modello esplicativo di riferimento, nonché la determinazione di criteri prefissati di rilevazione, selezione ed analisi delle informazioni;
        
        Il colloquio è uno scambio verbale in una situazione dinamica di interazione psichica che permetta lo svilupparsi di un processo di conoscenza;
        
        L'intervista ha lo scopo di indagare caratteristiche psicologiche del soggetto attraverso domande, proposte verbalmente, in un ordine determinato a seconda delle risposte che richiedono;
        
        Il questionario si differenzia dall'intervista perché il materiale proposto al soggetto e le sue risposte sono sempre scritte
      - Costruzione ed uso di test nella valutazione psicologica
        
        Esplicitazione delle premesse alla base della descrizione psicologica;
        
        Riconoscimento degli assunti, vincoli e possibilità dei procedimenti di valutazione psicologica tramite test;
        
        Modalità di rappresentazione operativa di una caratteristica psicologica;
        
        Delimitazione delle caratteristiche del gruppo di riferimento rispetto cui è possibile ritenere valido il procedimento di valutazione psicologica tramite test;
        
        Definizione delle proprietà di un test psicologico
        
        Obiettivo principale in fase di costruzione
        
        Fondamentalmente il rispetto delle condizioni minime che lo rendono replicabile per individui diversi e, diacronicamente, per uno stesso individuo in tempi successivi:
        
        Uniformità di contenuto e delle modalità di presentazione per tutti i soggetti;
        
        Costanza delle regole di codifica delle risposte dei soggetti;
        
        Interpretazioni simili per risultati simili ottenute da soggetti diversi;
        
        Soddisfare il criterio dell'accuratezza nella valutazione di una caratteristica psicologica;
        
        Replicabilità ed accuratezza definiscono complessivamente il grado di affidabilità di un test;
        
        Concordanza nella valutazioni di una caratteristica psicologica effettuata, con uno stesso strumento testistico o con strumenti diversi riferiti ad analoghe caratteristiche psicologiche, negli stessi individui in tempi successivi - convergenza valutativa di strumenti diversi per una stessa caratteristica psicologica ed all'affidabilità nel tempo di uno stesso strumento
        
        Classificazione del test
        
        Sul piano pratico-operativo: al materiale di cui sono costituiti (carta e penna; immagini presentate via video, ecc.); alle modalità di somministrazione (individuale, di piccolo gruppo, collettiva).
        
        Rispetto all'informazione che sono in grado di fornire: test di livello (scopo: rilevare se il soggetto manifesta o meno precise caratteristiche presenti nella popolazione di riferimento degli individui della sua stessa età); test di sviluppo (scopo: partendo da uno specifico modello teorico, guida l'interpretazione dei risultati ottenuti dal soggetto);
        
        Rispetto al tipo di prestazione: test di massima performance (che un individuo può dare in uno specifico ambito, es. test di intelligenza); test di tipica performance (es. preferenze, interessi, abitudini, predisposizioni o aspetti della personalità dell'individuo;
        
        Rispetto alla caratteristica psicologica che mirano a valutare ed all'approccio che li ispira.
        
        Evitiamo confusione, i questionari possono essere distinti in:
        
        Descrittivi ed autodescrittivi riferiti a criteri esterni;
        
        Sostenuti da teorie strutturali e test oggettivi. In questo caso il questionario è uno strumento replicabile ed accurato con un grado minimo di affidabilità (come un test a tutti gli effetti).
        
        Nei questionari di personalità descrittivi ed autodescrittivi, un osservatore o il soggetto stesso segnalano la presenza o meno di sintomi secondo un elenco degli stessi, raccolto empiricamente in un ampio campione della popolazione cui si presume appartenga il soggetto o redatto in base a definizioni strettamente teoriche.
        
        Nei questionari di personalità sostenuti da teorie strutturali:
        1) raccolta empirica dell'elenco dei sintomi in un ampio campione della popolazione;
        2) classificazione, effettuata tramite tecniche statistiche multivariate di riduzione della dimensionalità come l'analisi fattoriale, mirata a raggrupparli in relazione a specifici tratti che il soggetto in esame può presentare in diverso grado e che ne caratterizzano la personalità complessiva. Esempi: 16 Perscina-lity Factors di Cattell (versione italiana Cattell, 1963) Eysenck Personality Questionnaire (edizioni italiane Eysenck, 1979a e 1979b).
        
        I test oggettivi di personalità (es. 'test F' di Cattell, 1948 versione italiana), si distinguono dai questionari precedentemente descritti perché si riferiscono ad un aspetto ristretto della personalità piuttosto che al suo complesso, e per il fatto che l'aspetto della personalità che si vuole valutare è sempre ignoto al soggetto.
        
        Nei test di personalità basati su tecniche proiettive l'approccio è fenomenologico e la logica è quella dell'implicazione significante. Prevedono la presentazione di stimoli ambigui più o meno strutturati che il soggetto in esame deve interpretare rivelando aspetti della propria personalità Esempi: test di Rorschach (1921) le tavole del Test di Appercezione Tematica (Thematic Apperception Test, TAT) di Morgan e Murray (1935) le Blacky Pictures di Blum (1950). Altri tipi di test proiettivi prevedono l'uso di tecniche espressive non verbali, come è per il test del disegno della figura umana (Machover, 1949), o verbali, come per il completamento di storie nelle favole di Louisa Diiss (Diiss, 1950).
        
        Ambiti di applicazione dei test psicologici
        
        Nella pratica educativa es. valutazione delle difficoltà di apprendimento di scolari e studenti portatori di disabilità; test attitudinali o di selezione sono stati introdotti come criterio di ammissione alle facoltà universitarie.
        
        In ambito lavorativo es. selezione del personale, per rilevare la soddisfazione o il sovraccarico lavorativo, possono essere fonti di informazione per la riorganizzazione ergonomica dell'ambiente di lavoro e giocare un ruolo nella valutazione in itinere di programmi aziendali.
        
        Nel caso del counseling la richiesta parte direttamente da chi è sottoposto al test, il cliente (che lo sia di sua iniziativa o sia inviato da altri) che è il principale beneficiario delle indicazioni.
        
        Nella pratica clinica – individuale – descrivere e valutare caratteristiche in aree specifiche – finalità diagnostica e/o di valutazione in corso della terapia.
        
        Nella ricerca e nelle perizie legali
        
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        Descrizione monotetica vs politetica
        
        2 more items...
- - - - Alcuni dei più importanti sono:
        Articolo 3:
        Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell'individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace. Lo psicologo è consapevole della responsabilità sociale derivante dal fatto che, nell'esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri; pertanto deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare l'uso non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei committenti e degli utenti destinatari della sua prestazione professionale. Lo psicologo è responsabile dei propri atti professionali e delle loro prevedibili dirette conseguenze;
        Articolo 4:
        Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi. Quando sorgono conflitti di interesse tra l'utente e l'istituzione presso cui lo psicologo opera, quest'ultimo deve esplicitare alle parti, con chiarezza, i termini delle proprie responsabilità ed i vincoli cui è professionalmente tenuto. In tutti i casi in cui il destinatario ed il committente dell'intervento di sostegno o di psicoterapia, non coincidano, lo psicologo tutela prioritariamente il destinatario dell'intervento stesso;
        Articolo 5:
        Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione ed aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera. La violazione dell'obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare che è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall'ordinamento professionale. Riconosce i limiti della propria competenza ed usa, pertanto solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate;
        Articolo 9
        Nella sua attività di ricerca lo psicologo è tenuto ad informare adeguatamente i soggetti in essa coinvolti al fine di ottenerne il previo consenso informato, anche relativamente al nome, allo status scientifico e professionale del ricercatore ed alla sua eventuale istituzione di appartenenza. Egli deve altresì garantire a tali soggetti la piena libertà di concedere, di rifiutare, ovvero di ritirare il consenso stesso. Nell'ipotesi in cui la natura della ricerca non consenta di informare preventivamente e correttamente i soggetti su taluni aspetti della ricerca stessa, lo psicologo ha l'obbligo di fornire comunque, alla fine della prova, ovvero della raccolta dei dati, le informazioni dovute e di ottenere l'autorizzazione all'uso dei dati raccolti. Per quanto concerne i soggetti che, per età o per altri motivi, non sono in grado di esprimere validamente il loro consenso, questo deve essere dato da chi ne ha la potestà genitoriale o la tutela, e, altresì, dai soggetti stessi, ove siano in grado di comprendere la natura della collaborazione richiesta. Deve essere tutelato, in ogni caso, il diritto dei soggetti alla riservatezza, alla non riconoscibilità ed all'anonimato.
        
        Articolo 11:
        Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli seguenti;
        Articolo 21:
        L'insegnamento dell'uso di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione stessa costituisce violazione deontologica grave. Costituisce aggravante avallare (conferma) con la propria opera professionale attività ingannevoli o abusive concorrendo all'attribuzione di qualifiche, attestati o inducendo a ritenersi autorizzati all'esercizio di attività caratteristiche dello psicologo. Sono specifici della professione di psicologo tutti gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionali, emotivi, cognitivi, comportamentali) basati sull'applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici. E' fatto salvo l'insegnamento di tali strumenti e tecniche agli studenti dei corsi di studio universitari in psicologia ed ai tirocinanti. E' altresì fatto salvo l'insegnamento di conoscenze psicologiche.
    - - Per quanto riguarda la storia dei test psicologici, le origini più recenti le collochiamo attorno la metà del 1800 con la psichiatria. Venivano utilizzati esami per il riconoscimento delle malattie mentali o ancora Grashey, il quale utilizzava una batteria di sua invenzione per testare la memoria di pazienti con traumi cranici. Da quel momento iniziarono ad emergere sperimentalismi del testing psicologico che chiedevano di collettare le spalle al metodo introspettivo per abbracciare procedure di laboratorio atte alla misura ed alla quantificazione. Procedendo con ordine bisogna nominare in primis Wundt che, nel 1879 fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia. Abbiamo poi Galton con la sua convinzione che le differenze individuali fossero quantitativamente rivelabili, infatti riuscì a prendere le misure psicometriche ed antropometriche tanto sensibili da raccogliere dati su migliaia di soggetti. Inventò la sua prima batteria di misure sensoriali e motorie inerenti al dominio fisico e comportamentale che, anche se non ebbe i risultati sperati fu cruciale per lo sviluppo dei mental testing.
        Bisogna poi nominare Cattel che introdusse il termine mental testing con il suo libro "Mental Tests and Measurements".
        Il primo invece a preoccuparsi di verificare la loro validità predittiva, cercando di capire come e se conoscendo le abilità mentali superiori si potessero predire le performance accademiche fu Wissler. Il risultato del test fu fallimentare principalmente per due motivi: scelse solo gli studenti migliori ed impiegò misure inattendibili come i tempi di reazione per misurare le abilità mentali superiori. Si iniziò infatti ad esaminare caratteristiche cognitive più complesse.
        Con il passare degli anni, i pregiudizi nei confronti delle malattie mentali scemarono e ciò diede la possibilità di impiegare e continuare le ricerche sui test psicologici. La rivoluzione del pensiero iniziò in Francia con Esquirol, il quale fu il primo a formalizzare la differenza tra ritardo mentale e malattia mentale. Inoltre è molto importante poiché propose il primo sistema di individuazione delle malattie mentali utilizzando un criterio delle abilità linguistiche.
        Abbiamo poi Binet, successore di Cattel, comprese che per ottenere delle misurazioni d'intelligenza attendibili avrebbe dovuto fare esclusivo riferimento ai processi psichici e pensò che l'utilizzo di una batteria testimonia, potesse essere il formato perfetto per la valutazione dei processi psichici. Siamo nel 1905 e viene prodotta la prima scala metrica di intelligenza basata su uno schema di età mentale, il test diventa così mezzo per confrontare persone diverse ma della stessa età.
        
        Il concetto di età mentale venne presto superato da Terman che nel 1916 rivisse il test di Binet ed introdusse il concetto di quoziente intellettivo come risultato del rapporto tra età mentale ed età cronologica moltiplicato per 100.
        La psicometria inizia ad assumere un ruolo sempre più centrale nella misurazione psicologica, poiché si è passati alla misurazione di caratteristiche più cognitive.
        In America vennero creati due modelli di test che servivano per classificare i ritardi mentali negli immigrati, potenziali reclute in occasione della Prima Guerra Mondiale, questi vennero chiamati Army Alpha ed Army Beta, ed influenzarono molto la forma dei futuri test attitudinali e di intelligenza.
        Questi ultimi test attitudinali, consentono di misurare abilità specifiche o circoscritte. Thurstone fu in grado di veicolare l'idea di una misura globale di intelletto, pensando che, prendendo in considerazione altri fattori come la comprensione verbale, l'attività spaziale, la memoria associativa ecc. si sarebbe garantito un costrutto più completo di intelligenza.
        Con il passare del tempo l'attenzione si rivolge sempre più sull'utilizzo pratico dei test, nel 1920 Woodworth inventò il Personal Data Sheet, il padre TOTALE di ogni moderno test. L'errore di Woodworth fu che gli item avevano un contenuto troppo poco velato, che chiunque avrebbe potuto alterare i risultati del test a proprio favore. Iniziò così a modificare il test fino ad arrivare al Bernreuter Personality Inventory che valuta in 4 dimensioni di personalità:
        
        Tendenza nevrotica;
        
        Dominanza-sottomissione;
        
        Introversione-estroversione;
        
        Sicurezza di sé
        Nel 1940 comparve il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI) di Hathaway e McKinley, formato da più di 500 item impiegato in ambito clinico per rilevare tendenze all'ipocondria, depressione, paranoia, introversione ecc. Viene tutt'ora utilizzato.
        Esistono altre tecniche di indagine della personalità come le tecniche proiettive, nate con il metodo delle libere associazioni di Galton, il quale sosteneva che le operazioni mentali avvenissero sotto il livello della coscienza. Il lavoro di Galton proseguì con Jung, il cui test consisteva in 100 stimoli verbali ai quali il soggetto avrebbe dovuto rispondere il più velocemente possibile con le prime parole pensate.
        Seguendo la stessa scia in Svizzera, Rorshach riteneva che l'utilizzo di stimoli ambigui avrebbe portato il soggetto a rivelare bisogni, fantasie ecc. Da qui nasce il test di Rorshach, creato originalmente per lo studio della personalità conflittuale a livello affettivo-emotivo.
        Nel 1960 molte furono le critiche ai test psicologici, questo movimento anti-test cessò con la pubblicazione dell'APA di "Standards for Educational and Psychological Testing".
      - Definizione dei test psicologici
        
        Fino agli ultimi anni dell'800, la valutazione delle caratteristiche psicologiche avveniva mediante una conoscenza intuitiva, in seguito, studiosi come Wundt, Galton e Cattel gettarono le basi per l'uso dell'osservazione, del colloquio, dell'intervista e dei test. Nella conoscenza mediante i test le informazioni sono selezionate mediante stimoli standardizzati, identici per tutti i soggetti da valutare anche nello stesso ordine prestabilito.
        Secondo Bacori, per test intendiamo "una situazione standardizzata nella quale il comportamento viene campionato, osservato e descritto producendo una misura oggettiva e standardizzata di un campione di comportamenti".
        Qualche anno dopo invece Mucciarelli, Chattat e Celani ci parlano del test psicologico come una tecnica, implicante un processo di norme che ne determinano i criteri di applicabilità, idonea per collocare un individuo rispetto ad una specifica caratteristica psicologica, rispetto ad un gruppo di riferimento.
        I test dunque sono strumenti che misurano in modo attendibile e valido campioni di comportamento. L'obiettivo finale è di stimare quantità e qualità del teatro o caratteristica psicologica posseduta dall'esaminato, riassumendo la prestazione di un'esaminato mediante numeri o classificazioni.
        I test psicologici possono alterare significativamente il corso della vita, è quindi importante che lo psicologo sappia utilizzarli correttamente.
        
        Le funzioni dei test psicologici sono diverse ma le più importanti sono:
        
        Classificazione: può avere effetti importanti legati al collocamento (collocare l'esaminato in programmi o corsi adatti alle sue potenzialità ed abilità), allo screening (uso veloce di test per identificare persone che potrebbero possedere caratteristiche o necessità particolari), alla certificazione e selezione (per certificare determinate competenze in ambito scolastico o lavorativo ad esempio);
        
        Diagnosi e progettazione del trattamento: consiste nella determinazione della natura e della fine del comportamento anormale di una persona e classificarlo all'interno di un sistema diagnostico accettato. In genere la diagnosi è precursore per il trattamento;
        
        Autoconsapevolezza: importante poiché conoscersi meglio è fondamentalmente per trovare il tipo di trattamento giusto;
        
        Valutazione di un programma intervento;
        
        Ricerca: per garantire l'affidabilità degli strumenti di misura dei costrutti psicologici e per lo sviluppo della ricerca psicologica teorica ed applicativa;
        
        Ambito legale;
        
        Marketing
        
        L'uso dei test nella pratica clinica
        
        E' tipicamente individuale, mira a descrivere e classificare, quantitativamente e qualitativamente, caratteristiche del paziente che si sospettano avere problematiche (cognitive affettivo-emotive, di personalità e neurologiche). La funzione dei test non è però solamente psicodiagnostica, ma anche ad individuare le strategie di approccio più adeguate, ed a valutare l'efficacia del trattamento. O ancora vengono impiegati nell'ambito della prevenzione della psicopatologia per i pazienti potenzialmente a rischio, al fine di attuare interventi preventivi, che possono essere di livello primario (contro l'insorgere della patologia) o secondario (contro le conseguenze della patologia). La psicodiagnosi è un processo di conoscenza qualitativo ipotetico-deduttivo fondamentale per la comprensione del paziente. Con il termine diagnosi indichiamo un'organizzazione critica dei dati osservati ed evocati allo scopo di prendere una decisione.
        Ad ogni modo, i test psicologici non sono esenti da distorsioni, per questo è importante valutare bene la situazione prima di somministrare un test e prima di scegliere quale test somministrare. Ad esempio se il soggetto non è volontario (viene obbligato alla terapia da qualcuno) bisogna aspettarsi che sia ostile e poco collaborativo (i test saranno probabilmente falsati dalla sua poca attenzione). Oppure se il soggetto è volontario potrebbe tendere al vittimismo o all'esagerazione dei sintomi.
        Importante è anche l'esperienza e la professionalità del somministratore che deve:
        
        Mantenere una disposizione fisica standard (mantenendo costante la distanza fisica);
        
        Usare il registratore quando consentito (previo permesso del paziente) così da non avere dubbi nel momento della codifica;
        
        Motivare il soggetto alla collaborazione;
        
        Attenersi alle istruzioni del manuale del test o segnalare ogni singola deviazione da questo nella stesura della relazione psicodiagnostica.
        Come abbiamo già chiarito, l'invito alla consultazione psicologica può essere diretto o indiretto, in base alla tipologia vi sono diverse modalità di approccio base.
        Invio diretto alla consultazione: si inizia con i colloqui preliminari utili ad inquadrare il disagio del paziente, si somministra poi una batteria di test per definire le risorse, capacità o problematiche. Un momento delicato è quello della restituzione dei risultati, che dovrà attenersi a modalità differenti in base al paziente;
        Invio indiretto alla consultazione: bisogna in primo luogo fare in modo che il soggetto di indagine trovi una motivazione per collaborare ed impegnarsi durante i test. Bisogna quindi familiarizzare con il soggetto e chiarirgli l'utilità di tali indagini.
        
        Prima della somministrazione dei test è molto importante effettuare l'anamnesi (raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente). Nel caso dei bambini ed adolescenti bisogna collezionare le informazioni dalla gravidanza, allattamento e svezzamento, sviluppo motorio, sonno, linguaggio, alimentazione, gioco, abitudini igieniche, informazioni sull'inserimento scolastico e sulla socializzazione.
        Per gli adulti invece sono necessarie le informazioni sulla situazione generale attuale, sui problemi attuali ed il momento della loro insorgenza.
        Le aree di indagine principiali sono:
        
        La famiglia;
        
        L'adolescenza (scelte sessuali, rapporti sociali, usi di sostanze);
        
        Esperienze lavorative e scolastiche.
        
        Nel caso in cui il paziente fosse stato inviato da un professionista per la somministrazione di un test, sarebbe bene le informazioni anamnestiche vengano condivise anche in funzione di decidere gli strumenti da utilizzare per l'approfondimento testistico.
        Ultimata l'anamnesi si procede con la batteria di test, l'interpretazione, la formulazione della diagnosi, la restituzione e la formulazione di una decisione terapeutica.
        
        In genere la psicodiagnosi dovrebbe essere di più di una mera classificazione o etichettamento, una psicodiagnosi corretta deve contenere informazioni relative ai punti di forza, di debolezza e l'eziologia del disturbo, nonché una proposta dei possibili interventi.
        In generale un test ben tarato fornisce una stima precisa dell'uomo medio in una data dimensione psicologica che il test misura (intelletto, memoria, apprendimento), ciò è possibile dai confronti del punteggio del soggetto con quello medio del campione di riferimento.
        Ad ogni modo lo psicologo può scegliere di non somministrare alcun test al paziente, che sia per una scelta etica personale o perché ad esempio la somministrazione di un test potrebbe generare uno stato di angoscia insostenibile per il paziente, o ancora per via di determinate disabilità sensoriali che non renderebbe possibile il tutto.
        In generale la somministrazione dipende:
        
        L'indirizzo teorico dello psicologo;
        
        Il tipo di disturbo;
        
        La domanda effettuata dal soggetto;
        
        L'età del soggetto
        In genere si decide di dedicare un'ora di seduta per la compilazione del test per via delle emozioni che potrebbe suscitare, si preferisce somministrare il test intellettivo prima di quello di personalità qualora si voglia somministrare entrambi poiché potrebbe rappresentare una risorsa in più per la valutazione della sfera emotiva.
        
        Per quanto riguarda l'utilizzo dei test nel sistema educativo-scolastico possiamo dire che lo psicologo scolastico spesso si trova ad affrontare problematiche connesse alla psicodiagnosi, necessita quindi di somministrare test psicologici. Essendo però che molti sono i fattori che possono influenzare il processo scolastico come:
        
        Ambiente socioculturale povero;
        
        Deficit fisici;
        
        Deficit cognitivi;
        
        Scarsa maturazione dei requisiti necessari all'apprendimento di lettura, scrittura e matematica;
        
        Scarsa motivazione all'apprendimento;
        
        Presenza di disturbi psicopatologici;
        
        Scarsa qualità ed eccessiva quantità della dialettica;
        
        Clima di classe poco sereno;
        
        Difficoltà relazionale del bambino con altri
        
        Lo psicologo scolastico deve valutare molti aspetti (dopo il colloquio con le figure attorno al bambino, per ottenere un quadro più completo) come:
        
        Sfera cognitiva generale;
        
        Maturazione dei prerequisiti specifici per l'apprendimento che riguardano le aree verbale-percettivo-spaziale-motoria e della memoria;
        
        Presenza di psicopatologie da individuare tramite la somministrazione di batterie di test tra i quali questionari per lo screening dei bambini a rischio psichiatrico;
        
        Difficoltà di adattamento o presenza di disagio nei rapporti interpersonali, informazioni importanti per la diagnosi di ritardo mentale e problemi di apprendimento. In questo caso si usa particolarmente la scala di maturità sociale Vineland (VABS), che si realizza con un'intervista alla madre del bambino riguardo alle aree relative alla comunicazione, abilità quotidiane, socializzazione ed abilità motorie.
        Negli ultimi anni la scuola ha iniziato a prestare più attenzione agli aspetti metacognitivi, motivazionali ed emotivi. Gli aspetti metacognitivi consistono nella consapevolezza dei propri processi cognitivi, nella loro conoscenza ed applicazione e nell'iniezione dello studio per il successo scolastico. La metacognizione fa anche riferimento ai processi di controllo e di autoregolazione, i quali si mettono in atto quando si sta svolgendo un compito, un esempio è il domandarsi se si sta svolgendo bene il compito. Alla base della messa in atto dei processi di autoregolazione ci sono anche i fattori motivazionali. Nel processo di apprendimento sono fondamentali le variabili emotive come aspettativa e motivazioni.
        La valutazione degli apprendimenti scolastici può avvenire semplicemente osservando con il tempo il cambiamento delle strategie all'approccio allo studio oppure somministrando una batteria di test, con la quale ottenere una valutazione più quantitativa.
        Vengono utilizzati all'interno del contesto scolastico anche i test attitudinali che hanno lo scoppio di predire il successo scolastico o lavorativo, vengono più spesso somministrati per l'ammissione al corso di laurea.
        
        Anche nei test organizzativi vengono impiegati i test, soprattutto quelli attitudinali, quelli di interessi professionali e quelli di personalità, che in genere vengono somministrati collettivamente. L'impiego dei test collettivi avviene principalmente quando bisogna attuare interventi di screening che raggiungono molte persone con tempi e corsi ridotti. Spesso utilizzato nell'ambito della selezione del personale e della psicologia del lavoro per scegliere i candidati più idonei. Risultano più utili nella gestione delle risorse umane come all'interno di un'azienda.
        Le principali batterie di test attitudinali sono:
        
        Primary Mental Abilities (PMA);
        
        Diffirential Aptitude Test (DAT-5);
        
        General Aptitude Test Battery (GATB)
        
        Nell'ambito della selezione e dell'orientamento sono molto usato anche i questionari che valutano gli interessi professionali che forniscono una misura della probabilità che il soggetto tragga soddisfazione da una determinata professione. Per interesse professionale si intende l'inclinazione duratura della persona verso determinate attività professionali.
        Nonostante tutto non mancarono le critiche nei confronti dell'utilizzo di test psicologici, principalmente venne criticato il fatto che non garantiscono lecitamente di due rischi: quello dei falsi positivi e dei falsi negativi. Inoltre secondo le critiche questi test penalizzano il pensiero creativo e sono insensibili alle risposte atipiche. Questi rischi però vengono arginati dall'APA, ad esempio:
        
        Attendersi scrupolosamente alle istruzioni del test;
        
        Eliminare le possibilità di punteggi fraudolenti;
        
        Garantire la sicurezza e riservatezza dei materiali;
        
        Interpretare in modo corretto i punteggi secondo il manuale
        
        Misura
        
        Test e questionari psicologici sono considerati degli strumenti di misura, dobbiamo dunque stabilire cosa si intende per misura: la misura è il prodotto dell'applicazione di regole per classificare o assegnare numeri ad oggetti o eventi.
        Misura fisica: rappresenta oggetti o eventi mediante numeri. Queste misure sono dotate di un'unità campione (peso, larghezza ecc.);
        Misura in psicologia: la base della misura in psicologia è l'osservazione del comportamento che successivamente deve essere quantificato; quello che viene misurato in psicologia sono i costrutti (intelletto), è dunque più complicato poiché non è direttamente osservabile, sono grandezze intensive chiamate variabili latenti. Queste variabili vengono inferire sulla base di teorie del comportamento
        I tipi di misura in psicologia variano in base alla caratteristica interessata, possiamo però dire che le osservazioni del comportamento di uomini ed animali conducono a 4 tipi di misure:
        
        Latenza: intervalli di tempo tra lo stimolo e la risposta data;
        
        Frequenza: il numero di volte che si presenta lo stesso evento/risposta;
        
        Durata: quantità di tempo in cui lo stimolo viene mantenuto;
        
        Intensità: più difficile da misurare, solitamente la frequenza viene assunta come indicatore di intensità di un'evento/risposta
        
        Anche le proprietà dei numeri impiegati nella misura sono 4:
        
        Possono avere nomi diversi (uno, due, ecc.);
        
        Possono essere ordinati (1,2,3);
        
        Possono essere sommati e sottratti;
        
        Possono essere moltiplicati e divisi;
        
        Espresso questo concetto possiamo adesso comprendere la funzione delle 4 scale di misura/livelli di misurazione definite da Srevens nel 1946:
        
        SCALA NOMINALE: utilizza la prima proprietà dei numeri, consiste nella denominazione e classificazione o raggruppamento di vari elementi in classi, ognuna delle quali contrassegnata con un numero. Le operazioni possibili sono il contagio delle frequenze per ogni categoria e sono applicabili solo i test non parametrici (non implicano stima di parametri statistici). Es. Femmine = 8; Maschi = 5;
        
        SCALA ORDINALE: i numeri non servono solo ad etichettare ma anche ad ordinare eventi o soggetti in ordine di intensità o grandezza di una loro caratteristica, essendo che indicano una relazione di grandezza vengono anche chiamati "ranghi". Le operazioni possibili sono il conteggio delle frequenze, per ogni categoria e le procedure statistiche applicabili sono i test non parametrici badanti sul conteggio delle frequenze ed ordinamento o rango delle categorie. Es. Aggressività bassa (1); media (2); ecc;
        
        SCALA INTERVALLI EQUIVALENTI: non vi sono più categorie ma valori numerici, utilizza la proprietà numerica che consente la somma e la sottrazione, le differenze tra i valori numerici della scala devono corrispondere alle differenze psicologiche tra eventi e categorie. E' così possibile capire di quanto differiscono tra loro soggetti relativamente alla variabile studiata. Il valore 0 non ammette un'assenza della variabile, un esempio è la scala della temperatura in gradi Celsius. Sono possibili addizione e sottrazione, non è possibile stabilire rapporti diretti tra le misure e vengono utilizzati i test parametrici;
        
        SCALA RAPPORTI EQUIVALENTI: è il livello di misura più complesso, il numero rappresenta la quantità vera e propria in quanto lo 0 indica l'assenza della caratteristica/evento/qualità. Le operazioni possibili sono: somma, sottrazione, moltiplicazione e divisione. Le procedure statistiche applicabili sono i test parametrici. Es. Età espressa in anni, tempi di reazione. La scala più utilizzata un psicologia è la scala ad intervalli equivalenti.
        
        Descrizione e classificazione dei test
        
        L'obiettivo della valutazione psicologia tramite test è ottenere un numero che informi sulla presenza di una determinata caratteristica nel soggetto esaminato, ciò accade quando si attribuisce il punteggio di 1 alla risposta corretta di un item di profitto oppure quando si codifica con 6 la risposta al massimo grado di accordo ad un item di personalità. Ma in genere non ci si basa sulla risposta ad un singolo item bensì alla somma numerica di tutte le risposte ottenute nella batteria di test, composta da molteplici item. Ci sono diversi tipi di item in base alla caratteristica psicologica che si vuole misurare. Possono essere affermazioni o descrizioni di comportamenti in cui il soggetto esaminato risponderà se o quanti si trova d'accordo o rappresentato. O ancora possono essere dei problemi da risolvere o stimoli da elaborare che hanno solo una risposta corretta.
        Gli item di un test vengono anche definiti come variabili osservate o indicatori, mentre il test misura la variabile latente (costrutto) che influenza gli indicatori. Gli item presenti in una batteria aiutano a valutare la presenza di un determinato costrutto riflettono gli aspetti fondamentali del costrutto da valutare.
        Di seguito facciamo una classificazione degli items:
        
        Giudizio di assenza o presenza, scelta ordinata (vero o falso, si o no);
        
        Una gradazione della risposta, scelta ordinata (sempre, spesso, raramente, mai);
        
        Una scelta quasi continua (es. lungo una linea retta tracciare quanto da sempre a mai)
        
        Chiaramente più di un item è a risposta libera e meno penalizzano il pensiero creativo, però la scelta alternativa è più idonea a produrre punteggi coerenti e confrontabili.
        Gli item possono anche essere verbali (scritto o orale) o visivi.
        
        I test si classificano in base ai seguenti mezzi:
        
        Mezzo, i test possono essere cartacei (domande e risposte vengono riportate in modo cartaceo) o strumentali (richiedono manipolazione di oggetti, disegni o apparecchiature);
        
        Modo, i test possono essere somministrati collettivamente o individualmente. Verbali o non verbali (gesti, diagrammi, grafici); Di velocità (prove facili da sostenere in un arco di tempo limitato e molto breve); Di potenza (prove di crescente difficoltà); Gli ultimi livelli sono in genere irrisolvibili;
        
        Area psicologica, i test possono misurare aree cognitive o non cognitive
        
        Test Cognitivi
        
        I test cognitivi sono anche detti test di massima performance poiché chiede di fare il meglio durante il test, ne fanno parte 4 tipi di test il cui punteggio finale è rappresentato dalla somma delle risposte corrette che sono state fornite.
        
        TEST DI LIVELLO: batterie di test che includono prove che richiedono abilità cognitive, hanno finalità descrittive degli attributi psicologici a diverse età in un ampio campione di popolazione. Lo schioppo è rivelare se il soggetto in esame manifesta o meno caratteristiche presenti nella popolazione di riferimento avente la stessa età del soggetto in esame. Esempi sono: test di intelligenza, di livello psicomotorio o psicosociale.
        
        TEST DI SVILUPPO: fanno riferimento ad uno specifico modello teorico che grida l'interpretazione dei risultati ottenuti dal soggetto in esame. Ad esempio i test che valutano lo sviluppo cognitivo.
        
        TEST DI PROFITTO/RENDIMENTO: misurano il livello di competenza ottenuto dopo l'apprendimento di informazioni dopo un determinato periodo di studi.
        
        TEST ATTITUDINALI: includono una serie di prove cognitive (memoria, attenzione, ragionamento), possono valutare una singola attitudine o più in una sola batteria di test. L'utilizzo più comune è per l'accesso ai corsi di laurea, comprendendo prove di vocabolario, matematico/logiche ecc. servono a predire il successo accademico del potenziale studente. Sembrano molto simili ai test di profitto ed in effetti lo sono, la differenza è nel loro scopo, prevedere l'andamento scolastico futuro nel caso dei test attitudinali o valutare l'apprendimento scolastico passato nel caso dei test di profitto.
        
        Test non Cognitivi
        
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