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I MOTI DEGLI ANNI TRENTA - Coggle Diagram
I MOTI DEGLI ANNI TRENTA
partì una nuova fase di insurrezioni in
Francia
1824
salì al trono
Carlo X
che impose una politica
reazionaria
nel
luglio 1830
giunse a
scogliere il Parlamento
e ad
abolire la libertà di stampa
gli oppositori innalzarono
barricate
in tre giornate di combattimento costrinsero il re ad abdicare e a fuggire
salì al trono
Luigi Filippo ďOrléans
, cugino del re deposto
aveva mostrato simpatia verso i gruppi liberali e aveva accettato di firmare una Costituzione che limitava i suoi poteri
il Parlamento lo proclamò
"re dei Francesi per volontà della nazione"
Agosto 1830
il
Belgio
si staccò dall'
Olanda
proclamando la
propria indipendenza
e la formazione di una
monarchia costituzionale
anche la
Polonia
voleva essere indipendente dalla Russia
Francia e Inghilterra lasciarono che
le truppe dello zar reprimessero la rivolta
febbraio 1831
nei
Ducati di Modena e Parma
e nello
Stato
pontificio
si riaccesero gli ideali di indipendenza
portando ai
moti insurrezionali
ma anche stavolta non si seppe mettere una strategia e la
reazione austriaca
mise in atto una spietata repressione
in Italia bisognava elaborare un programma che superasse i limiti regionali e le differenze sociali
il primo a impegnarsi in ciò fu il genovese
Giuseppe Mazzini
1831
fondò a Marsiglia la
Giovine Italia
associazione in cui si impegnavano a restituire una nazione indipendente e sovrana, a lottare perché fosse
repubblicana e unitaria
secondo lui il
popolo
era ľunico in grado di fondare una nazione libera, perciò non si poteva accontentare delle riforme delle classi dominanti
era necessaria una
rivoluzione
dagli anni 40 ci furono idee di un gruppo di intellettuali prevedendo la trasformazione dei singoli Stati in
monarchie costituzionali
tra i principali fautori vi era il sacerdote torinese
Vincenzo Gioberti
che propose un'
unione confederale tra gli Stati italiani presieduta dal papa
negli stessi anni ci fu anche una
terza prospettiva
un'
Italia repubblicana
ma
su base federale
a esprimere con più vigore questa posizione fu il milanese
Carlo Cattaneo
voleva una
confederazione di repubbliche
in Italia