In questo scritto Cartesio distingue nell'anima azioni, volontarie, ed affezioni, involontarie e costituite da percezioni ed emozioni: la forza dell'anima, spiega Cartesio, consiste nel vincere le emozioni, in quanto, altrimenti, porterebbero l'anima a combattere contro se stessa, riducendola allo stato più deplorevole; ciò non vuol dire però che le emozioni siano essenzialmente nocive, in quanto incitano l'anima ad acconsentire a contribuire alle azioni che migliorano l'anima; in questo senso gioia e tristezza sono le emozioni fondamentali
Alle emozioni è collegato uno stato di servitù dal quale l'uomo deve liberarsi: le emozioni infatti, pur rivelando il bene e il male, tendono a rappresentarli in modo molto più grande di quanto siano in realtà
Pertanto l'uomo deve lasciarsi guidare non tanto dalle emozioni, ma dalla saggezza, ovvero dalla ragione e dall'esperienza: solo così potrà distinguere il bene e il male nel giusto valore