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I modelli di decisione, La posta in gioco, Il contesto politico…
I modelli di decisione
Il modello razionale: abbiamo un decisore unitario che ha nelle proprie possibilità uno
stato di certezza cognitiva che gli consente di massimizzare l’utilità della decisione, riuscendo a considerare tutte le alternative e simularne i possibili effetti per poi scegliere quella migliore
Il modello cognitivo: vi è un'incertezza cognitiva (il decisore non dispone di tutte le informazioni per decidere) e una sequenzialità nella definizione delle soluzioni; questo modello riesce a risolvere il problema dell'unitarietà del decisore.
Il modello incrementale: i processi decisionali sono caratterizzati dall’interdipendenza di una pluralità di attori partigiani (cioè portatori di specifici interessi); questo può portare conflitto che gli attori stessi devono risolvere mediante la negoziazione e la contrattazione.
La decisione politica, in questa logica, non può che essere il prodotto del compromesso o della
contrattazione tra una pluralità di attori e, pertanto, non può che basarsi su un accordo partigiano
l modello del bidone della spazzatura: si basa sull’assunto di una sostanziale irrazionalità dei processi decisionali stessi. Sono caratterizzati da attori con preferenze mutevoli e niente
affatto date, vi è la rottura della logica “definisco il problema e trovo la soluzione”: le soluzioni preesistono ai problemi e, anzi, aiutano a definirli.
La posta in gioco
L’approccio tipologico: le caratteristiche della policy in gioco determinano quali attori siano i protagonisti del processo decisionale, quali siano le loro relazioni e, ovviamente, quale sia il contenuto della decisione (Lowi). Quadripartizione delle politiche:
Le politiche distributive sono quelle in cui gli attori partecipanti ottengono tutti un qualche
vantaggio e, quindi, gli esiti decisionali sono distributivi
Le politiche redistributive: spostano benefici e spettanze da un macrogruppo sociale a un altro, vi è la partecipazione di attori fortemente rappresentativi delle classi sociali e un ruolo attivo da parte dei governi. La decisione può essere raggiunta solo se vi è una condivisione da parte degli attori partecipanti.
Le politiche regolative: mirano a modificare il comportamento degli individui o di specifici attori
collettivi o gruppi di interesse mediante obblighi e sanzioni
Le politiche costituenti: sono quelle che stabiliscono le regole del gioco di un determinato settore di politica pubblica. I destinatari delle decisioni sono gli stessi decisori (è poco efficace)
L’analisi della posta in gioco può essere sviluppata attraverso tre approcci teorici:
l’approccio tipologico,
la teoria dei giochi
l’analisi razionale-istituzionale.
La teoria dei giochi:
i diversi possibili schemi di gioco decisionale si basano sulla percezione degli attori, cioè a seconda che essi reputino che il gioco sia a somma positiva o a somma zero. Nel primo caso gli attori tenderanno a collaborare (avendo la certezza di ottenere dei vantaggi), nel secondo caso a confliggere (per avere vantaggi devono arrecare svantaggi all'altro)
L'analisi razionale-istituzionale:
le caratteristiche della posta in gioco sono strutturate da un complesso insieme di fattori (le decisioni prese precedentemente, le caratteristiche del bene in gioco, le regole istituzionali). La situazione decisionale è fortemente prestrutturata, quindi gli attori sono costretti ad accettare la logica della posta in gioco.
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Per capire il “come” si arriva a
prendere una decisione politica, si devono tenere insieme tre elementi essenziali: