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La repubblica romana alla prova delle armi - Coggle Diagram
La repubblica romana alla prova delle armi
Dopo la vittoria su Pirro e la conquista della Magna Grecia, le ambizioni espansionistiche romane si indirizzarono verso il Mediterraneo. Roma così si trovò in contrasto con la più grande potenza del Mediterraneo: Cartagine
La città fu fondata dai fenici nel IX secolo. Il nome stesso della città ne ricorda l'origine: deriva dal fenicio "qart hadast", ossia "Città Nuova".. Secondo la leggenda, i Fenici erano stati guidati in questa impresa da Elissa(associata alla figura di Didone).
I Cartaginesi adoravano numerose divinità. La suprema coppia divina era formata da Baal Hammon(il protettore della città) e Tanit(la dea della fertilità). La religione dei Cartaginesi aveva tra le proprie consuetudini di sacrificare oltre agli animali, anche dei bambini.
Molti studiosi, però, credono che questa pratica fosse frutto della propaganda anticartaginese dei Greci e dei Romani. Probabilmente i Cartaginesi ricorrevano al sacrificio umano solo in casi gravi.
Cartagine era un'oligarchia, guidata da due magistrati eletti ogni anno dai suffetti(l'assemblea popolare), che detenevano il potere giudiziario ed esecutivo. Mentre il potere legislativo era nelle mani del Senato. I suffetti non avevano poteri militari; i generali venivano eletti dall'assemblea popolare. Ciò garantì molti vantaggi rispetto ai Romani: infatti i consoli era meno esperti dei generali "professionisti" di Cartagine
La separazione tra potere politico e militare presentava anche un grave limite: i politici si preoccupavano quando un generale diventava troppo potente e finivano per ostacolarlo.
Inoltre l'esercito cartaginese non era costituito da cittadini ma da mercenari. Tuttavia, l'attenzione dei Cartaginesi era rivolta alla flotta militare(veniva chiamata per proteggere le rotte commerciali e le colonie lungo le coste del Mediterraneo)
L'entroterra cartaginese era molto fertile: forniva prodotti agricoli come frutta, olio e grano. Inoltre l'economia cartaginese poteva contare sia sui prodotti dell'artigianato sia sul commercio. Infatti la località di Cartagine fu scelta per tre motivi principali:
-Presentava uno straordinario punto di attracco per le navi;
-Sorgeva a metà tra la Fenicia e lo stretto di Gibilterra;
-Si trovava in un punto strategico, dove si incrociavano le principali rotte marittime.
I Cartaginesi imposero fin dal VI secolo a.C. il loro dominio commerciale sul Mediterraneo occidentale, arrivando a controllare la fascia costiera dell'Africa settentrionale, la Sardegna, la Corsica, parte della Sicilia e della Spagna.
Grazie alle loro navi, che riuscivano ad attraversare lo stretto di Gibilterra, i Cartaginesi portarono nel Mediterraneo prodotti preziosi come l'avorio, l'oro e lo stagno.
Prima dei Romani, i grandi rivali dei Cartaginesi furono i Greci. Il motivo della contesa era la supremazia commerciale sul Mediterraneo. Lo scontro tra i due ebbe come epicentro la Sicilia: il primo tentativo di sottomettere l'isola venne compiuto nel 480 a.C. dai Cartaginesi, che però furono sconfitti da Gerone e da Terone(tiranni di Siracusa e di Agrigento).
Costretti ad abbandonare l'isola, ad eccezione delle colonie di Mozia ed Erice, i Cartaginesi decisero di espandersi nel nord Africa(dalla Libia fino allo stretto di Gibilterra)
Dopo qualche decennio tornarono ad attaccare la Sicilia, questa volta riuscirono a sottomettere diverse colonie greche compresa Agrigento. Negli anni successivi i Cartaginesi si rafforzarono ancora nel Mediterraneo. Erano all'apice del loro splendore quando comparve la nuova potenza di Roma. Il terreno di scontro non poteva che essere la Sicilia
Ora i Romani dovevano battere i Cartaginesi sul loro territorio, in Africa, per infliggergli il colpo decisivo. A questo scopo venne inviata una nuova spedizione guidata dal console Attilio Regolo, che ottenne subito un grande successo navale a Capo Ecnomo(256 a.C.)
I Romani però commisero un errore, poichè imposero a Cartagine delle condizioni di pace impossibili da accettare: la cessione della Sicilia e pesantissimi tributi. Fu proprio quest'ultima richiesta a spingere i Cartaginesi a riarmarsi. Con uno sforzo estremo, Cartagine affrontò l'esercito romano presso Tunisi, distruggendolo completamente.
Lo scontro si spostò nuovamente in Sicilia e fu lento e logorante, decimò l'esercito e svuotò le casse dello Stato. La battaglia decisiva avvenne nel 241 a.C. al largo delle isole Egadi. Questa volta fu Roma a vincere e Cartagine fu costretta a cedere la Sicilia e a pagare alte somme di denaro per 10 anni.
La sconfitta mise in grande difficoltà Cartagine. I Romani ne approfittarono per impadronirsi della Sardegna e della Corsica: Roma era ormai una grande potenza marittima.
L'intervento dei Romani in Sicilia fu richiesto da un gruppo di mercenari, i Mamertini, che avevano conquistato Messina. I Romani accolsero la richiesta di aiuto: anch'essi erano interessati alla Sicilia e quindi sapevano che si sarebbero dovuti scontrare con Cartagine. Comincia così, nel 264 a.C., la prima guerra punica.
In poco tempo, grazie all'aiuto degli alleati greci e italici, i Romani si dotarono di 100 navi da guerra e misero a punto una nuova tecnica di combattimento. Essa si basava sull'invenzione dei corvi, ossia ponti mobili e uncinati di cui ogni nave romana era stata dotata.
Dopo aver affiancato le navi nemiche, i Romani calavano su di esse i corvi, che venivano subito attraversati dai legionari, che combattevano corpo a corpo contro gli avversari(come se fossero sulla terraferma). In questo modo, i Romani sconfissero i Cartaginesi nella grande battaglia di Milazzo(260 a.C.)