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Partiti come agenzie di rappresentanza, I partiti come istituzioni…
Partiti come agenzie di rappresentanza
I partiti rispecchiano le divisioni e i conflitti della società (cleavages)
Lipset e Rokkan si dedicano alla nascita dei partiti, due prospettive:
Prospettiva primordiale
fondata sui cleavages in cui i partiti sono visti come rappresentati d’individui che hanno interessi comuni. Due problemi:
non c’è una definizione precisa di cleavages;
i conflitti dividono e al contempo uniscono gruppi d’individui, si crea uno schema nemico-amico, si crea un'identità collettiva che fa nascere i partiti
Prospettiva strumentale
è la seconda che si occupa di capire la genesi dei partiti, secondo questa il rapporto tra fratture sociali e partiti non annulla le capacità strategiche dei partiti e dei loro leader. Questa prospettiva vede i partiti come squadre d’individui che cercano di ottenere cariche pubbliche, le élite manipolano le domande per creare divisione
Lipset e Rokkan hanno individuato una classificazione di fratture sociali, individuando 4 tipologie principali legate alle rivoluzioni:
Alla
rivoluzione nazionale
(rivoluzione francese) sono legate le fratture Stato-Chiesa e centro-periferia
Alla
rivoluzione industriale
sono legate la frattura urbano-rurale e lavoro capitale
Alla
rivoluzione internazionale
(comunista) sono legate le fratture della classe operaia e l’avvento di partiti di estrema destra
La
rivoluzione postindustriale e poststatuale
è avvenuta nel 20° sec. Le principali fratture sono:
politica e antipolitica, conflitto tra vecchio e nuovo;
Centro e periferia legata in questo caso alle nuove strutture sovrannazionali
I partiti come istituzioni pubbliche e i sistemi elettorali
Secondo Cox: “Il sistema elettorale è una serie di leggi e di regole di partito che disciplinano la competizione elettorale tra e all’interno dei partiti”. Capiamo che:
c’è una strategia della competizione politica che crea vincoli e opportunità per i partecipanti
queste regole possono essere anche interne a un partito
Questa è una definizione ristretta. Se aggiungiamo gli elementi individuati da Douglas W. Rae otteniamo una definizione più completa:
elction law
(legislazione sulle elezioni: elettorato attivo e passivo);
electoral law
(formula elettorale)
Tre tipi di sistemi elettorali:
Maggioritari
: secondo questo sistema il partito più forte in un collegio ottiene il seggio.
Sistema a maggioranza relativa (plurality)
, il candidato, che ha ottenuto un solo voto in più degli altri, vince il seggio; il sistema è a turno unico in un collegio uninominale
Sistema a maggioranza assoluta (majority)
, il seggio va al candidato che ottiene la maggioranza assoluta (50%+1 delle preferenze). Ma se nessuno riceve la maggioranza richiesta? Diverse soluzioni:
Sistema a doppio turno
: con questa soluzione gli elettori sono richiamati a votare, in questo secondo turno basta la maggioranza relativa. Può essere:
Aperto
, si possono votare tutti i candidati del primo + nuovi;
Ballottaggio
, il secondo turno è dedicato solo ai pochi candidati che avevano ottenuto percentuale maggiore nel primo turno
Sistema del voto alternativo
(Australia): agli elettori non è richiesto di rivotare ma di esprimere un voto ordinale, si forma una graduatoria e se nessuno non ottiene la maggioranza assoluta viene eliminato il candidato con meno voti e si continua finché un candidato ottiene la maggioranza assoluta
Proporzionali
: i seggi delle varie circoscrizioni (plurinominali) sono assegnati in modo proporzionale in base alle quote di voti ottenuti dai partiti.
Dis-proporzionalità
: elementi come ampiezza circoscrizioni, soglie di sbarramento, premi di seggi, possono incidere sulla proporzionalità e portare un sistema proporzionale a produrre effetti maggioritario
I sistemi maggioritari e proporzionali portano a sistemi elettorali:
Proiettivi
, che favoriscono la rappresentatività;
Selettivi
, che favoriscono la governabilità + stabili perché - partiti