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EJZENSTEIN, 1986, IL MONTAGGIO DELLE ATTRAZIONI - Coggle Diagram
EJZENSTEIN, 1986, IL MONTAGGIO DELLE ATTRAZIONI
Il teatro è connesso al cinema dalla comunanza del materiale di base, cioè lo spettatore, e da uno stesso fine,
il “modellare” questo spettatore nel senso voluto attraverso una serie di pressioni sulla sua psiche.
Questa “arte delle combinazioni”, con il suo mostrare non fatti reali ma riflessi (foto) convenzionali, abbisogna della comparazione.
Solo questo orientamento finalistico può giustificare un’impresa capace di assicurare al pubblico una soddisfazione reale
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Il Montaggio delle attrazioni è il procedimento comune, che libera l’oggetto cinematografico dalla sceneggiatura narrativa
offre alla critica il metodo per eseguire perizie veramente oggettive sugli eventi teatrali o cinematografici.
Nel cinema l’azione influenzante si ottiene combinando e accumulando nella psiche dello spettatore le associazioni necessarie al fine perseguito.
Il film dev’essere una selezione tendenziosa di eventi tali da esercitare sul pubblico un modellaggio psicologico.
Il cinema, come il teatro, è dunque una forma di violenza.
Il montaggio è quindi una condizione essenziale del cinema, sul cui carattere convenzionale esso si fonda.
Questo cinema è classista poiché il calcolo attrazionale è pensabile solo in presenza di un pubblico già noto, omogeneo e selezionato.
L’attrazione è per noi qualsiasi fatto presentato, noto e verificato,
che esercita un determinato effetto sull’attenzione e l’emozione dello spettatore,
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Per quanto riguarda la rappresentazione dell’esistente, si deve procedere a una rivoluzione nelle fondamenta del cinema,
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Pertanto, in presenza di un fatto esposto in maniera continuativa,
il lavoro del cineasta esige anche una scuola dei punti di ripresa, calcolati sotto il profilo del montaggio.
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Quanto a procedure, quella fondata su semplici combinazioni per contrasto, spesso consente un effetto emozionale deciso e intenso.
L’esperimento del montaggio delle attrazioni consiste nel comparare i soggetti mirando a un effetto tematico.
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Sono convinto che il futuro appartiene alle forme senza intreccio narrativo. Ancora, però, non è il caso di trascurare l’efficacia dell’attore.
Questo compito, data la scarsa capacità degli sceneggiatori, tocca al regista.
La sceneggiatura è una ricetta di pezzi e combinazioni di montaggio,
per il cui tramite l’autore intende sottoporre il pubblico a una determinata serie di scosse,
che alla fine si raccoglie nell’effetto emozionale complessivo richiesto, esercitando la pressione necessaria sulla sua psiche.
La crociata
contro il cinema recitato, che esercita un’influenza molto potente,
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La presenza o l’assenza di una sceneggiatura scritta non è poi così essenziale: sarà sufficiente uno schema basilare di orientamento.
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Nella presentazione, il fattore decisivo dev’essere l’immediatezza e l’economia delle forze impegnate nell’esercizio dell’attività associativa.
Questa consiste nel creare una serie nuova di riflessi condizionati ottenuti creando un’associazione tra certi eventi selezionati e i riflessi incondizionati.
Questa “recitazione”, vittima di una campagna condotta contro l’attore, non tiene minimamente conto del tempo e dello spazio
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