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BURCH, 2001, UN MODO DI RAPPRESENTAZIONE PRIMITIVO - Coggle Diagram
BURCH, 2001, UN MODO DI RAPPRESENTAZIONE PRIMITIVO
Il periodo che porta alla creazione del M.R.I. rappresenta semplicemente un’epoca di transizione,
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Oggi un film deve saper raccontare la propria storia, per cui molti film primitivi appaiono illeggibili.
La tappa successiva verso la chiusura è il piano emblematico, che trova il suo esempio nell’inquadratura finale di The Great Train Robbery.
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Esiste una storia delle diverse “conclusioni” al cinema, come la conclusione punitiva (Arrosseur et arrossé),
che però è semplicemente uno scioglimento, e non una conclusione istituzionale per come la intendiamo noi.
Il cinema primitivo non è un “oggetto buono”, sulla base del fatto che prefigura il rifiuto che più tardi il modernismo opporrà alla leggibilità della rappresentazione classica.
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. Questi film turbano l’equilibrio primitivo, che era caratterizzato soprattutto dalla non-chiusura: del racconto, della struttura e del suo statuto.
Il primo processo risale solo al 1908, ma non esisteva un principio di proprietà artistica per il cinema.
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Ma entrambe sono conclusioni aperte e si associano a forme primitive, ma quanto meno potevano escludere didascalie e commentatore.
Vi è poi l’avvento delle didascalie, che però non sposta i termini della questione, dato che sottraggono il contenuto narrativo della scena, eliminandone la suspense.
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Sognare il cinema primitivo come di un paradiso perduto, e non riconoscere il progresso del M.R.I., significa flirtare con l’oscurantismo.
Ad esempio, i film di un tempo davano scontate delle istanze narrative, o te le raccontavano prima del film.
L’erosione di questo metodo primitivo, inizia con una concezione di montaggio nata nei film più sperimentali.
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Ogni film inoltre poteva essere copiato nella sostanza,
nella messa in scena, nel decoupage da qualsiasi altro cineasta senza alcuna ritorsione.
Nella sua dimensione presentazionale, quindi, il piano emblematico si rifiuta ancora alla chiusura.