Costituisce un'area di studi, ricerche ed interventi professionali che si focalizza sulle persone ed i gruppi all'interno dei contesti socioculturali, economici, organizzativi e territoriali nei quali vivono e con i quali interagiscono continuamente. Settore applicativo nato "formalmente" nel 1965, dopo un convegno a Swampscott (nel New England, USA), è stato in realtà anticipato, nelle sue idee fondanti da Alfred Adler, con le sue riflessioni sulle dimensioni sociali e comunitarie del disagio e dell'oggetto d'intervento dell'azione psicologica. L'interesse per la psicologia di comunità anche in Italia è di tipo pragmatico, mirato al miglioramento della qualità della vita e delle competenze della comunità. La psicologia di comunità storicamente ha mirato a promuovere il benessere individuale, gruppale e collettivo, attraverso un'opera "emancipatoria" e di forte carica sociale, tipicamente caratterizzata da azioni finalizzate alla prevenzione del disagio e dalla promozione della salute (salutogenesi). Temi imprescindibili per l'operatore di comunità sono il saper entrare empaticamente in contatto con la persona ed i gruppi cui fornire aiuto, il concetto di Empowerment, l'attenzione alla dimensione psicosociale dell'intervento psicologico, la sensibilità alla dimensione culturale, e l'implementazione di tecniche di auto-mutuo aiuto
La psicologia di comunità sottolinea esplicitamente il fatto che molti dei problemi che le persone devono affrontare derivano non da dinamiche intrapsichiche, ma da fallimenti della comunità e dei suoi sistemi di interazione e di servizio al cittadino e che la prospettiva di aiutare le persone solo costatando e cercando di attenuare i loro disturbi rischia di mascherare i loro punti di forza e le loro competenze di auto-aiuto. Viene quindi messa in risalto l'esigenza di considerare congiuntamente le dimensioni personali e sociali dell'esperienza umana nel presupposto che i processi psicologici sono strettamente interconnessi con quelli sociali. In tal senso, la comunità e le interazioni sociali che la caratterizzano divengono sia lo schema di riferimento per comprendere "in situazione" i problemi, gli ostacoli allo sviluppo della persona e le vere e proprie patologie, sia lo strumento col quale la stessa persona può trovare le opportunità, le risorse, i sostegni e le tutele per costruire il proprio benessere personale e collettivo
Questa doppia connotazione della comunità sociale (come possibile fonte del disagio psicosociale ma anche come risorsa terapeutica) sostiene l'orientamento interventista della psicologia di comunità, soprattutto nella direzione della prevenzione e delle azioni di empowerment delle persone e della comunità. Si comprende allora come la psicologia di comunità sia portatrice di una prospettiva valoriale di tipo emancipatorio che enfatizza i valori e la dignità della persona ad ogni livello sociale e sostiene con forza la rappresentazione di una società democratica e partecipativa, capace di esprimere, nei rapporti con i suoi membri e nei vari servizi resi, i principi di solidarietà, sussidiarietà, equità, giustizia sociale ed eguaglianza
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