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Le misure previste dalla Carta - Coggle Diagram
Le misure previste dalla Carta
LE
RACCOMANDAZIONI
(Art 39)
Il Consiglio, di fronte ad una minaccia o violazione della pace,
può sia deliberare misure coercitive,
sia fare raccomandazioni
QUINDI,
può esercitare la sua funzione conciliativa, indicando agli Stati, le procedure e metodi, termini di regolamento
DIFFERENZA tra funzione conciliativa EX Art 39 e EX Cap 6
ha natura procedurale,
solo per il Cap 6
sussiste l'
obbligo di astensione dal voto per il membro del Consiglio direttamente interessato
necessario distinguere se le misure sono raccomandate ex Cap 6 o 7 (ai fini dell'obbligo di astensione)
a) rientrano nell'Art 39, le risoluzioni, che nell'indicare procedimenti e termini di regolamento, adottano contemporaneamente una delle altre misure previste dal Cap 7 (in base al principio per cui gli atti del Consiglio vanno identificati in base alla parte dispositiva)
ove non consentita tale identificazione, dovrà aversi riguardo alla motivazione, e riportare all'Art 39 le risoluzioni che dichiarino espressamente di trovarsi di fronte a una minaccia della pace, violazione o atto di aggressione
b) si può considerare come applicato l'Art 39, qualora la delibera si riferisca ad una crisi provocata dall'uso della forza militare e quindi
obiettivamente qualificabile
come
violazione della pace
per le raccomandazioni ex Art 39, vale il limite della dj (come per quelle ex Cap 6),
limite eroso nella prassi, in situazioni di guerra civile
intervento del CdS
, in assistenza alle autorità locali, al fine di stabilire istituzioni democratiche, nel monitoraggio e istituzione di libere elezioni, ricostruzione economica del Paese
LE
MISURE PROVVISORIE
(Art 40)
Allo scopo di
prevenire un aggravarsi della situazione,
il CdS, PRIMA DI RACCOMANDARE o DECIDERE sulle misure previste all'Art 41,
può invitare le parti interessate ad ottemperare a quelle misure provvisorie che consideri desiderabili o necessarie
le misure provvisorie EX Art 40, insieme a quelle EX Art 41 e 42,
costituiscono le misure tipiche del Cap 7
misure di
emergenza
e
preliminari
ma
non necessaria premessa alle misure coercitive
!
termine
"invitare"
si riferisce alla natura solo
esortativa
non possono essere misure di carattere militare (non includendo l'uso della forza per assicurare il rispetto)
le misure di attuazione coercitiva delle misure provvisorie,
si fondano su una norma consuetudinaria ad hoc integrativa o in deroga al Cap 7 della Carta
talvolta, la mancata esecuzione delle misure provvisorie da parte dei destinatari, potrebbe dimostrare l'esistenza di una
"minaccia alla pace"
, (ai fini dell'adozione di misure coercitive EX Cap 7), cosa che il Consiglio ha sempre evitato:
fra le rare misure provvisorie, intese nel senso di imporre un obbligo di esecuzione (
Risoluzione del 1958 sulla questione palestinese,
il cui testo conteneva la parola
"ordina"
, la cui efficacia vincolante è indicata da risoluzioni successive)
richiesta di cessate il fuoco
(alcune volte volontà di applicare il Cap 7 con l'Art 40, ma la loro posizione era politica, dettata dal desiderio di alienarsi il meno possibile le simpatie dei propri partners politici coinvolti nella crisi, il Cap 7 richiama che la crisi debba
risolversi con il consenso degli interessati
)
DISTINZIONE TRA
1.invito ad applicare una misura provvisoria
consistendo in un regolamento parziale della questione che ha scatenato la crisi, dovrà preferirsi l'inquadramento sotto l'Art 40, allorché preponderante il fine preventivo e cautelare di non aggravare la situazione, natura temporanea ed urgenza misure adottate
e 2.
una raccomandazione circa i termini di regolamento
DISTINZIONE TRA
1.misure provvisorie e 2.misure non implicanti l'uso della forza (Art 41),
va effettuata sulla base della finalità predominante, a) sanzionatoria nell'Art 41 e coinvolge tutti gli Stati membri b) nell'Art 40, dirette contro i destinatari e la loro attuazione concreta affidata solo ad essi
PROVVISORIETà
scopo
(prevenire l'aggravarsi della situazione)
limiti posti al contenuto
delle misure (non devono pregiudicare i diritti, pretese, la posizione delle parti interessate
richiesta di cessazione di ostilità, o di cessate il fuoco
ritiro delle truppe
istituzione di zone smilitarizzate o di corridoi umani, atti a garantire l'assistenza umanitaria e protezione dei civili
conclusione di tregue ed armistizi
liberare prigionieri o ostaggi
LE MISURE
NON IMPLICANTI L'USO DELLA FORZA
(Art 41)
Il Consiglio può decidere, quali misure, non implicanti l'uso della forza armata,
debbano essere adottate per dare effetto alle sue decisioni
(lista esemplificativa e non tassativa)
interruzione totale o parziale delle relazioni economiche
e comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio
rottura delle relazioni diplomatiche
hanno carattere sanzionatorio,
nel senso che sono comminate contro uno Stato,
il quale turbi o minacci la pace,
a prescindere se la minaccia costituisca o meno un illecito internazionale
le adottano gli Stati membro Onu, su richiesta del Consiglio
implicano
l'isolamento totale dello Stato
contro cui agisce
formano oggetto di decisione del Consiglio, di un atto che vincola gli Stati membri, ad adottarle (salvo la segnalazione all'Organizzazione, delle proprie difficoltà economiche), si ricava dall'Art 39, che prevede la forza obbligatoria delle risoluzioni Ex Art 41, e le contrappone alle raccomandazioni
Non bisogna attribuire nessun peso ad un'incongruenza rilevabile nella lettera dell'Art 41,
a) il CdS può decidere quali misure non implicanti l'uso della forza armata debbano essere adottate
b) il Consiglio medesimo invita gli Stati membri ad applicare tali misure
nel
parere sulla Conformità al DI della Dichiarazione unilaterale di indipendenza riguardo il Kosovo del 2010, la CIG:
il CdS può adottare decisioni vincolanti ai sensi del Cap 7
la risoluzione in questione, è stata adottata dal CdS, sulla base del Cap 7, e quindi chiaramente impone obblighi giuridici internazionali
ma se è vero che il Cap 7 consente di prendere decisioni vincolanti,
non tutte le misure prese sulla sua base, sono vincolanti
(non lo sono le
autorizzazioni all'uso della forza)
UNICHE 2 DECISIONI VINCOLANTI EX ART 41
(epoca guerra fredda):
risoluzioni del 1966 e 1969 contro la Rhodesia del Sud (isolamento totale del governo rhodesiano),
e quella contro il Sud Africa e la politica di Apartheid (embargo a qualsiasi fornitura del governo sudafricano)
DOPO LA GUERRA FREDDA, Il Consiglio è intervenuto con misure non implicanti l'uso della forza, in molte altre crisi internazionali e interne
Iraq del 1990
ex Jugoslavia del 1991
Somalia del 1992
Libia 1992
Liberia 1992
Ruanda 1994
RISOLUZIONE DEL 2013,
una serie di misure dirette allo smantellamento delle armi in Siria,
dichiarando che costituisca una minaccia alla pace e sicurezza internazionale,
e obbligo degli Stati membri di accettarle ed eseguire le decisioni del CdS
RISOLUZIONI 2001 e 2004,
prevista una disciplina generale ed astratta contro il terrorismo internazionale
rientrano nei poteri conferiti
al Cds DALL'ART 41?
A favore della legittimità, la Carta da interpretare alla stregua di "uno strumento vivente", andando le 2 risoluzione a costituire una sorta di "egemonia legalizzata"
regime sanzionatorio contro i membri dell'ISIS, dalle caratteristiche
quasi legislative
(anche se il CdS non ha nulla a che vedere con quanto fanno gli
organi statali
) e istituzione del Comitato competente a monitorare l'attuazione
(risoluzione del 2004)
(problema) individuare di volta in volta cosa il Consiglio possa fare in base alla Carta
numerosi Stati hanno contestato la legittimità dei poteri legislativi globali del CdS
(contro la risoluzione del 2004) critiche secondo cui obblighi di carattere legislativo come quelli previsti dalla risoluzione, devono essere stabiliti da trattati multilaterali
(critiche) sul ricorso al Cap 7,
temendo che sia interpretabile, ad un'autorizzazione all'uso della forza contro gli Stati,
che avessero disatteso la risoluzione
Spagna ammette che il Consiglio stia legiferando per l'intera comunità internazionale
Costa Rica che il mandato del Consiglio sia circoscritto a situazioni che minacciano la pace e sicurezza internazionale (mentre l'adozione di nome di portata generale è prerogativa della CI)
LE MISURE
IMPLICANTI L'USO DELLA FORZA
(Art 42)
A) LE PEACEKEEPING OPERATION
Ipotesi che il Consiglio decida di usare la forza
a)
contro uno Stato,
colpevole di aggressione, di minaccia o violazione della pace,
b) oppure
all'interno di uno Stato
(intervenendo in una
guerra civile,
qualora la situazione interna sia ritenuta di minacciare la pace)
le misure coercitive del Cap 7, sono sottratte al limite della dj (Art 2 par 7 ultima parte), è proprio nelle crisi interne, a fini umanitari, che è tenuto ad intervenire
azione di polizia internazionale
agisce con
la risoluzione
appartenente al genere
delibere operative
attraverso le quali
agisce direttamente
utilizzazione contingenti armati, nazionali ma sotto il comando internazionale, facente capo al Cds
vuole togliere ogni iniziativa di carattere militare al singolo Stato
(che non si giustifichi per motivi di legittima difesa, individuale o collettiva)
garantire l'imparzialità dell'azione
(che si tenga entro i limiti indispensabili al mantenimento della pace)
MODALITà secondo le quali può agire
obbligo per gli Stati membri, di stipulare accordi con il Consiglio, intesi a stabilire il numero, il grado di preparazione, la dislocazione delle forze armate utilizzabili
l'utilizzazione dei vari contingenti nazionali, deve sottostare ad un Comitato di Stato maggiore (composto da capi di Stato maggiore dei 5 membri permanenti e posto sotto autorità del Consiglio)
gli accordi speciali tra Stati membri Onu e Consiglio,
sono oggetto di un vero obbligo de contrahendo, a carico dei primi
dal 1945 ad oggi, gli accordi non hanno mai visto la luce, non ha mai funzionato il Comitato di Stato maggiore del Consiglio
il Consiglio è intervenuto in crisi internazionali o interne, con misure di carattere militare o di polizia in 2 modi:
1.ha
creato Forze delle Nu (i caschi blu),
incaricate del mantenimento della pace (peacekeeping operations)
poche dal 1945 al 1987, molte di più dopo il 1988
15 missioni in corso nel 2015
120 Stati che partecipano almeno ad una di esse
il mandato delle forze è limitato nel tempo (
eccezione del Congo:
non avendo il Consiglio fissato i termini, e non riuscendo a deliberare per un periodo, il SG in quanto delegato del C al comando delle Forze, restò arbitro della situazione),
con il sistema del dell'automatica scadenza del mandato della Forza in caso di inattività del Consiglio,
si vuole rafforzare il fatto che, sebbene le operazioni siano condotte dal SG, restano sottoposte all'autorità del Consiglio
2.ha
autorizzato l'uso della forza da parte degli Stati membri,
sia singolarmente che nell'ambito di organizzazioni regionali
B) L'AUTORIZZAZIONE DELL'USO DELLA FORZA DA PARTE DEGLI STATI MEMBRI
Il peace-enforcement fallisce perché impraticabile:
ragioni logistiche, militari, finanziarie
nessuna disposizione del Cap 7, prevede espressamente, che il Consiglio autorizzi gli Stati membri a usare la forza (la Carta è concepita per sottrarla agli Stati ed accentrarlo nel Consiglio)
di
autorizzazione all'uso della forza,
solo nel Cap 7 (ammettendo che
il C possa avvalersi di organizzazioni regionali)
il Consiglio ha autorizzato l'uso della forza da parte degli Stati membri, 1.contro uno Stato o 2.all'interno di uno Stato (un paio di volte durante la GF, e varie negli anni 90)
raccomandazioni, deleghe, autorizzazioni
,
quando il Consiglio
raccomanda o esorta
gli Stati a tenere un comportamento in se lecito (restano liberi di non tenerlo)
autorizza
quando rende lecito un comportamento altrimenti illecito, senza necessariamente esortare lo Stato a tenerlo (restano liberi di non tenerlo)
delega
quando trasferisce un suo potere agli Stati (vale il regime delle norme a lui applicabili)
per le raccomandazioni e autorizzazioni (
non è necessario che il comportamento rientri nelle competenze del Consiglio
)
quando invece delega, deve rientrare
2 CASI di AUTORIZZAZIONE a condurre vere e proprie guerre,
finalizzate a respingere aggressioni esterne
1.GUERRA DI COREA, 1950,
gli Stati "invitati" ad aiutare la Corea del Sud, a difendersi dall'attacco sferratole dalla Corea del Nord (all'epoca non membro Onu)
il Consiglio ha raccomandato l'intervento nella guerra, esortando gli Stati a partecipare alla operazione di legittima difesa collettiva
non ha né autorizzato un'operazione che non necessitava di autorizzazioni per essere lecita
né delegato il suo potere
2.
GUERRA DEL GOLFO, 1991,
condotta da una coalizione di Stati, autorizzati dal Consiglio ad aiutare il Governo Kuwaitiano a riconquistare il territorio del Kuwait, occupato dall'Iraq
il Consiglio ha utilizzato il termine "autorizzare"
operazione di nuovo in "legittima difesa collettiva" (quindi in sé già lecita)
accompagnata da misure atte ad assicurare il suo controllo sulle operazioni militari, anche al fine di revocare l'autorizzazione (il che sembrerebbe deporre a favore di una DELEGA: trasferimento agli Stati della propria funzione, con controllo da parte del delegante della condotta del delegato):
significato di ricondurre l'operazione all'Organizzazione, e non agli Stati intervenienti
(prassi abituale),
che il Consiglio utilizzi il termine "autorizzazione" per intendere una delega,
nei casi in cui autorizza il SG a svolgere compiti che non possono essere delegati Ex Art 98 della Carta
il termine è appropriato, ove lo si intenda nel senso che autorizzi gli Stati o il SG, ad agire per suo conto (che è il significato della delega)
(Guerra del Golfo), il Consiglio, per cercare di indurre l'Iraq ad abbandonare il Kuwait, adottò la risoluzione, con cui autorizzò gli Stati membri, qualora l'Iraq non si fosse ritirato, ad usare ogni mezzo necessario per raggiungere lo scopo (inclusa violenza bellica)
(in altri casi), gli Stati membri, sono autorizzati ad usare la forza in crisi interne, per fini di mantenimento dell'ordine pubblico, di polizia o nel quadro di operazioni di peacekeeping Onu (
iNTERFET/International force in east Timor
, forza multinazionale guidata dall'Australia ed incaricata dal Consiglio di ristabilire pace e sicurezza in Timor Est)
qui, l'autorizzazione (non riguarda più l'uso della forza internazionale, ma tende a confondersi con i poteri di pk e di state-building delegati ad organi Onu (sovrapposizione tra 1.autorizzazione agli Stati e 2.la delega agli organi Onu:
rendendo indistinta la differenza tra
a) peeacekeeping
b) statebuilding
c) autorizzazioni all'uso della forza da parte degli Stati
d) tra attività svolte dal personale statale al servizio di organo Onu e personale statale operante all'interno di contingenti militari nazionali
IRAQ, 2013
, è stata autorizzato l'uso della forza da parte degli Stati membri
a seguito della non autorizzata guerra condotta da una colazione guidata dagli Usa
autorizzata una forza multinazionale, al fine di contribuire al mantenimento della sicurezza, chiede agli Stati membri di prestare assistenza
MISURE DI MINOR ENTITà,
blocchi navali, impedire il commercio da parte di navi
L'
AUTORIZZAZIONE DEL CONSIGLIO
ALL'
USO DELLA FORZA DEGLI STATI
è
LEGITTIMA
?
ART 24
, contiene una DELEGA di poteri degli Stati membri al Consiglio:
allo scopo di assicurare un'azione pronta ed efficace al CdS, gli Stati gli conferiscono di agire in loro nome
a)
il Consiglio non potrebbe sub-delegare,
a sua volta, il potere che gli Stati gli hanno delegato, agli Stati stessi o ad altri (in virtù del principio
delagatus non potest delegare
)
sembra ribadire che il
CdS detiene il monopolio dell'uso della forza (con l'eccezione della legittima difesa)
b)
-
altra opinione,
l'Art 24 giustificherebbe ogni tipo di azione intrapresa dal Consiglio, purché necessaria al mantenimento della pace
allora a sua volta esso può delegare qualsiasi suo potere, pur di esercitare i poteri ricevuti, anche indirettamente
c)
secondo gli autori,
è corretto sostenere che la Carta, non consenta, la delega dell'uso della forza agli Stati, ciò perché i fondatori Onu vollero concentrare
il potere di polizia internazionale,
nelle mani dell'Organizzazione
d)
stando alla Carta,
non prevede né DELEGHE, né AUTORIZZAZIONI, né RACCOMANDAZIONI agli Stati membri
dell'uso della forza
infatti le raccomandazioni Ex Art 39, riguardano solo la funzione CONCILIATIVA
quelle Ex Art 41, all'adozione di misure pacifiche
quelle Ex Art 42, azioni militari intraprese direttamente dal Consiglio
QUINDI, NE DERIVA, che il Consiglio deve potersi fondare,
come base di legittimità,
per le sue RISOLUZIONI, su una norma CONSUETUDINARIA INTERNA, eventualmente formatasi IN DEROGA alla Carta e da ricondurre sempre al Cap 7
causa, la constata inefficienza del sistema di sicurezza collettiva,
si è affermata la prassi delle autorizzazioni agli Stati
GRADO VARIABILE DEL CONTROLLO EFFETTIVO, DA PARTE DEL CONSIGLIO
Dichiarazione del Presidente del CdS DEL 1998,
l'operazione autorizzata dovrebbe avere:
un mandato chiaro
definizione obiettivi
piano temporale di disimpegno
assicurare rapporti regolari al Consiglio
LIMITI AL TALE POTERE
DI AUTORIZZARE, non considerabili autorizzazioni:
la II Guerra contro l'Iraq
Guerra contro l'Afghanistan
(secondo Focarelli),
il riferimento alla legittima difesa non può essere considerato, autorizzante l'uso della forza, anche se le 2 risoluzioni dichiaravano il terrorismo internazionale come "minaccia alla pace",
ma questo implicava solo che il C avrebbe potuto adottare le misure di cui al Cap 7
(
non è plausibile il ricorso all'uso della forza, a prescindere dall'autorizzazione del Cds
),
LEGITTIMA DIFESA (art 51),
solo in risposta ad un attacco armato, che
provenga da uno Stato
, nel caso afghano, l'attacco non poteva imputarsi allo Stato,
negli ultimi anni
si è affermata, la legittima difesa anche contro attori non statali (come terroristi o ribelli, che lanciano attacchi dal territorio di un altro Stato)
la CIG NON è D'ACCORDO,
essendo il terrorismo internazionale, da combattersi con mezzi repressivi piuttosto che con la violenza bellica
unici segnali a favore,
quando gli attacchi provengono da un territorio in cui lo Stato non riesce ad esercitare un'autorità di governo sufficiente a reprimere gli attacchi
(conflitto israelo-libanese 2006)
Il CONTROLLO DELE OPERAZIONI deve rimanere nelle mani del Cds
(altrimenti, la forza è usata fuori dal sistema delle Nu), caso della crisi del Kosovo, non autorizzata guerra aerea condotta dalle forze Nato, 1999)
il
Consiglio NON PUO' DELEGARE QUALSIASI POTERE,
soltanto quelli che si trova impossibilitato ad esercitare
è
escluso, che gli Stati possano auto investirsi del potere
di prendere queste decisioni, pretendendo di agire in nome delle Nu e della CI
(Usa nella Guerra in Iraq del 2003),
spettava al Consiglio stabilire se sussistesse la minaccia alla pace, presunto (infondato) possesso di armi di distruzione di massa, da parte di Saddam Hussein
(caso Beherami),
gli Stati che partecipano, devono osservare il DI, il mandato può diventare obbligatorio (rispondenti di deviazioni), nel caso di specie, lo Stato è accusato del mancato sminamento (Francia)
(registro armi convenzionali),
dalla risoluzione del 1991 dell'AG, verso un
efficace sistema di controllo
C) L'AMMINISTRAZIONE DI TERRITORI
talvolta, il Consiglio ha organizzato il GOVERNO di territori, dichiarando di agire in base al Cap 7, per mantenere pace e sicurezza internazionale
territori oggetto di
rivendicazioni di sovranità
(dove aspra
guerra civile
)
risale al sistema della SdN (colonie dell'Impero Ottomano e Germania)
caso del Territorio Libero di Trieste (istituito dal trattato di pace del 1947, tra potenze alleate e Italia), piccolo Stato governato da un governatore, la cui nomina affidata al Cds, mai costituito, il suo territorio venne diviso tra Italia e Jugoslavia
dopo Guerra Fredda, vari failed States, numerosi conflitti interni, in Stati EX COLONIE (guerre civili, post-conflict peace-building)
(Bosnia Erzegovina, Timor-Est, Kosovo) tra il 1995 e il 1999, un'autorità internazionale, ha assunto i pieni poteri sul governo di territori, sostituendosi ai governi nazionali
(Bosnia Erzegovina), accordi di Dayton, istituirono un Alto rappresentante con poteri di governo supremi
(in Kosovo e Timor Est), poteri legislativi, giudiziari e amministrativi, affidati al SG (UNMIK),
nel caso del Kosovo e Timor Est (diversamente dalla Bosnia Erz), l'autorità internazionale faceva capo al CdS, ed esso ha agito sulla base del Cap 7
(amministrazione post bellica dell'Iraq), con risoluzione, il Consiglio considera Usa e Regno Unito, forze occupanti, aventi responsabilità ed obblighi, formata un'amministrazione provvisoria irachena, fino a che non venga ristabilito un governo rappresentativo internazionalmente riconosciuto (
anomalia,
perché l'amministrazione non è stata creata, ma riconosciuta dal Consiglio)
TRIBUNALI INTERNAZIONALI, istituiti per punire i crimini commessi da individui (Ruanda ed Ex Jugoslavia)
carattere provvisorio
per garantire la conclusione dei lavori,
consentito deferimento ai giudici naziobali
2.istituito un meccanismo Internazionale residuale, che svolgerà le funzioni dei 2, allorché avranno cessato di funzionare, avente priorità sui giudici nazionali (prevalente sui giudici nazionali)
TRIBUNALI MISTI O IBRIDI ANCHE INTERNAZIONALIZZATI, giudici nazionali e stranieri
AMMINISTRAZIONI TERRITORIALI, raggiunta la più alta erosione della dj
la pace e sicurezza internazionale, intesa alla stregua dell'affidabilità interna degli Stati
non riconducibili alle operazioni di peacekeeping (circoscritto allo svolgimento di solo alcune funzioni di governo, nell'ambito di Stati che non sono al totale collasso, dove esiste ancora qualche forma di autorità)
LEGITTIMITà
delle AT,
fondata sul consenso dello Stato coinvolto
sulle risoluzioni del CdS ai sensi del Cap 7
sui poteri residui del C
sulle regole valevoli per l'occupazione bellica
(Analogie e differenze)
AMMINISTRAZIONE DI TERRITORI
e
ISTITUTO CLASSICO DELL'OCCUPAZIONE BELLICA
(tesi sul consenso del governo locale)
l'accordo con il sovrano locale, non riguarda singole funzioni di governo, ma la ricostruzione ex novo dello Stato
quanto vale un accordo con un'autorità locale che verosimilmente non controlla effettivamente il territorio
(le misure di state-building hanno poco a che vedere con le misure Ex Art 41 e 42)
non sono né sanzionatorie, né militari
se è vero che implicano l'esercizio di poteri coercitivi (il che giustifica l'applicazione del Cap ), è anche vero che si tratta di poteri di governo dentro Stati o finalizzati alla ricostruzione delle loro istituzioni interne
(somiglianze)
l'autorità internazionale
è esterna al territorio controllato,
esercita un potere supremo, senza incider sulla sovranità ed integrità territoriale delle autorità locali
è temporanea
(dissomiglianze)
il regime dell'occupatio bellica, appartiene allo jus in bello, presupponendo l'esistenza di un conflitto armato; concerne uno Stato occupante; l'occupante è tenuto a rispettare la legislazione locale, e non può spingersi alla totale ricostruzione del diritto vigente
mentre l'amministrazione di territori, si svolge dopo la conclusione di un conflitto; occupante sarebbe un'autorità sovrastatale, non assimilabile a quella di uno Stato; l'occupante può spingersi oltre
NORMA PERMISSIVA INTERNA ALLE NU, non avendo gli Stati membri mai protestato, si può dire che si sia formata questa norma, ampliando la portata della norma consuetudinaria del pk (unico limite: rispetto del diritto umanitario e del principio di autodeterminazione dei popoli)
RESPONSABILITà
PER LE VIOLAZIONI del DI,
commesse dagli organo Onu
e dagli organi degli Stati che partecipano all'amministrazione dei territori
DECISIONE BEHARAMI e SARAMATI, 2007
imputazione degli atti dell'UNMIK al Cds (per il quale non esistono meccanismi attraverso i quali far valere la sua responsabilità, né tenuto formalmente a rispettare i trattati sui du)
escludeva la responsabilità degli Stati partecipanti alla missione
in questo modo il CdS darebbe usato dagli Stati per fargli compiere atti, altrimenti illeciti
a volte le esigenze di sicurezza > du (ma alla Corte EDU spetta di fare rispettare i du, ed evitare che gli Stati contraenti la aggirino, facendo operare il CdS
gli illeciti degli Stati partecipanti alla missione, sono compiuti FUORI dal loro territorio, ma la CEDU si applica anche extra-territorialemente (purché le presunte violazioni ricadano entro al giurisdizione, controllo effettivo degli Stati contraenti)
SENTENZA AL JEDDA, 2011
Corte EDU afferma, in relazione all'occupazione dell'Iraq,
di non ritenere che gli atti dei militari
della forza multinazionale, f
ossero imputabili alle Nu
(
anche se a seguito dell'autorizzazione del CdS
)
4 GENERAZIONI DI missioni di
PEACEKEEPING
prassi del periodo successivo alla Guerra Fredda
delega del Consiglio al SG,
in ordine sia
al reperimento
(attraverso accordi con gli Stati), sia
al comando
delle forze internazionali
la delega
non è un mandato in senso privatistico
il SG è il capo d'amministrazione Onu, ed esegue le decisioni del CdS
rapporto inter-organico
tra SG e Consiglio (diverso è il rapporto tra Consiglio e Stati membri, quando sono chiamati ad agire in suo nome)
PRIMA
GENERAZIONE
modello originario rappresentato dall'UNEF, istituita dall'AG nel 1956,
finalizzate ad interporsi tra le parti in conflitto, per sorvegliare e garantire l'attuazione di misure quali, il cessate il fuoco e per prevenire la ripresa delle ostilità
necessità consenso dello Stato e delle autorità territoriali
la neutralità da mantenere tra le parti in conflitto
l'uso della forza circoscritto alla legittima difesa dei militari e alla tutela della missione
il reperimento dei militari attraverso accordi stipulati tra le Nu e Stati membri
la direzione è affidata ad un Commander-in-Chief, nominato dal SG
il modello non corrisponde a quello originario della Carta, sia perché i contingenti vengono recuperati di volta in volta, sia perché presuppone il consenso dello Stato di dislocamento, escludendo che si tratti di carattere coercitivo (dato che l'uso della forza è limitato alla legittima difesa dei singoli peacekeepers, o alla tutela della missione)
SECONDA
GENERAZIONE
dopo il 1989
obiettivi estesi alla sfera
civile
,
politico-sociale
(rapimento di rifugiati, assistenza umanitaria, controllo sul rispetto dei du, promozione e monitoraggio di libere elezioni, monitoraggio di esecuzione di accordi di riconciliazione nazionale)
peacekeeping
multidimensionali o multifunzionali
TERZA
GENERAZIONE
missioni di
peace-enforcement
(imposizione della pace raggiunta attraverso l'uso della forza militare)
cade il tradizionale requisito del consenso
dello Stato
QUARTA
GENERAZIONE
se ne parla in astratto
operazioni condotte da un esercito istituzionale e permanente delle Nu, ancora mai realizzato
RISOLUZIONI del CdS
il CdS emana alcune decisioni e raccomandazioni di carattere generale,
sulla creazione e comportamento delle forze di peacekeeping
:
essere rese operanti entro 30 giorni o entro 90 dalla data della risoluzione
rispettare le norme sui du e rifugiati
specificati i rapporti intercorrenti tra CdS, SG, Stati che forniscono i contingenti militari
obbligati dal DI GENERALE
approccio multidimensionale delle missioni
1.assistere gli Stati ospitanti nello sviluppo di strategie di pk
2.creare ambiente propositivo per il peace builgind
integrazione tra forze di polizia nazionali/locali con quelle di pk (maggiore protezione popolazione civile)
DOCUMENTO 2008
creato dal Dipartimento delle Operazioni di Peace Keeping
ad uso interno del personale dell'Organizzazione, enunciante principi e linee guida sulle operazioni
il pk non è previsto nella Carta
, ma si è affermato nella prassi (
missioni di osservatori inviati in Medio Oriente nel 1948
)
PANEL DI ALTO LIVELLO SULLE OPERAZIONI DI PACE del 2014
, istituito dal SG, 14 membri, compito di revisionare il sistema di pk
LE
FORZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE
nonostante i loro compiti siano limitati
esse
utilizzano le armi,
in contesti conflittuali (per impedire che il conflitto si aggravi; per assistere uno Stato in fase post conflittuale, ristabilendo normali condizioni di vita politica e istituzionale)
non si tratta di operazioni pacifiche
(dato che potrebbero essere colpiti anche degli innocenti, oltre che i militari)
le operazioni di pk, sono volontarie, costose, e gli Stati che vi partecipano hanno un tornaconto (materiale o di immagine)
GLI AUTORI, ritengono che il pk non si collochi
al Cap 6 (non essendo diretto al regolamento pacifico di una controversia tra Stati)
ne nel Cap 7
neanche realizzi le misure coercitive dell'Art 42 (dato che richiedono il consenso di autorità locali)
si fonda su una norma consuetudinaria particolare INTEGRATIVA nell'ambito del Cap 7, formatasi ad integrazione della Carta
ammette che sussista un obbligo di contribuzione a spese per operazioni non riportabili ad una precisa norma della Carta (
dato che le pk hanno costi elevatissimi, tutti gli Stati chiamati a contribuire
)
IMPUTABILITà RESPONSABILITà
dato che le forze di pk sono organi Onu, i loro atti sono imputati all'OI (violazione norme sui du, diritto umanitario)
non è esclusa, la corresponsabilità degli
Stati di invio dei peacekeepers
(gli atti dei peacekeepers,
da imputarsi sia all'OI che allo Stato,
esercitando ciascuno un controllo nei loro confronti)
responsabilità del personale dei singoli peacekeepers
vs
responsabilità delle Nu
:
ITALIA,
atti di tortura da parte di 2 peacekeepers italiani, a Mogadiscio in Somalia nel 1993
escluse alcune sanzioni disciplinari e 1 anno di reclusione, per abuso di autorità, il reato cadde in prescrizione
il
caso più eclatante di disapplicazione delle sanzioni economiche
(Usa del 1971, le vicende relative all'attuazione delle decisioni contro la Rhodesia del Sud)
Comitato di Controllo
(istituito dal CdS, per controllare che le sanzioni siano eseguite, necessarie al fine di evitare sofferenze inutili inflitte alla popolazione dello Stato colpito/Iraq durante e dopo la Guerra del Golfo, il CdS autorizza le deroghe sul cibo e medicinali)
LIMITI
ALLA
DISCREZIONALITà
DEL CDS A
DECIDERE MISURE EX ART 41
il self-restraint (autocontrollo) del Consiglio, è dettato dalla convinzione di conformarsi ad un obbligo giuridico, o è una manifestazione unilaterale sentita come libera?
difficile negare, che quando agisce sulla base del Cap 7, abbia potere discrezionale
l'Art 41 deve essere interpretato, nel senso che il Cds, possa raccomandare o imporre agli Stati misure contrarie al DI, altrimenti verrebbe meno la sua funzione sanzionatoria
quindi, il Consiglio, deve essere assoggettato a dei limiti, perché altrimenti gli Stati membri potrebbero aggirare la propria responsabilità, facendogli fare ciò che ad essi è vietato fare
la vera domanda è,
il potere del Consiglio di discostarsi dal DI,
incontra dei limiti? Lo ius cogens, quel nucleo di norme di DI inderogabile (Convenzione di Vienna del 1969), i diritti umani e il diritto internazionale umanitario, anche il divieto dell'uso della forza
GLI AUTORI,
il limiti al potere del CdS, sono desumibili dalla Carta o da norme consuetudinarie integrative formatesi in deroga alla Carta
ART 103, prevede la prevalenza della Carta e risoluzioni del C, sugli altri obblighi pattizi degli Stati membri
quali sono i poteri legittimi del C, a prescindere se nell'esercitarli, adotti atti difformi dal DI (che
se seguiti dagli Stati membri si traducono in comportamenti illeciti
)
sarebbe eccessivo, vedere la Carta come un trattato che assegna priorità assoluta ai DU, anche a costo di sacrificare le esigenze di pace e sicurezza internazionale
(DU > Carta)
CGUE nella sentenza Al Jedda:
una risoluzione del CdS, non può comportare la violazione dei du promossi dalla Carta Onu, non essendovi conflitti ai sensi dell'Art 103
il Consiglio aveva esplicitamente chiesto agli Stati, condotte contrarie ai Du (violazione della vita privata e familiare, e il diritto ad un ricorso effettivo della CEDU)
la Carta Onu prevale, solo se prevede meccanismi protettitivi di Du
deve esser garantito un limite umanitario minimo di sopravvivenza, adottando sanzioni dirette a colpire solo i responsabili (
sanzioni itnelligenti o smart sanctions
)
2 RISOLUZIONI del 2006, il Consiglio prova di voler assicurare maggiore rispetto dei DU
'iscrizione nelle liste dei presunti terroristi, deve garantire ricorso; Focal Point/contestare inserimento o chiedere disinserimento da parte degli interessati
inclusione della
procedura di delisting
gli Stati devono fornire il
maggior numero possibile di informazioni sui motivi dell'inserimento
Caso Kadi
secondo il tribunale dell'Ue, lo ius cogens > anche sulle risoluzioni del CdS (casi Kadi e Yusuf)
sostenuta la violazione dei diritti fondamentali della difesa, perché mantenuta l'iscrizione di Kadi, spettava alla Comunità, anziché al Consiglio di Sicurezza, l'identificazione delle persone o entità i cui fondi dovevano essere bloccati, il rispetto dei du doveva essere garantito dalla istituzioni comunitarie
Caso Hamas
disposto l'annullamento del regolamento del Consiglio Ue, nella parte in cui qualifica Hamas come un gruppo terroristico, il suo inserimento nella lista è
violazione dell'obbligo di motivazione
, in forza del quale il Consiglio è tenuto ad indicare le decisione di autorità nazionali competenti che abbiano concretamente esaminato e valutato i fatti di terrorismo
Caso Sayadi 2008
il Comitato dei du ha condannato il Belgio, in quanto non ha fatto disinserire i ricorrenti dalle liste, nonostant
DESTINATARI
DELLE
SANZIONI
INTELLIGENTI
Potere del Consiglio di adottare sanzioni contro individui:
le misure adottate dal Consiglio ex Cap 7, sono state sia nei confronti di Stati ma anche di entità non statali (come gruppi di ribelli in lotta all'interno di uno Stato, compresi gli individui)
destinatario formale
vs
destinatario materiale
:
quando il C impone agli Stati, l'obbligo di bloccare i conti correnti bancari o la libertà di spostarsi all'estero di certi individui (i destinatari formali sono gli Stati, che devono eseguire le sanzioni)
mentre i destinatari materiali sono gli individui (
obblighi per gli Stati
e non per gli individui, inerenti al trattamento da riservargli)
MISURE
ATIPICHE
L'elenco delle misure non implicanti l'uso della forza nell'Art 41, non è tassativo,
una misura atipica è deducibile dalla risoluzione cui il Consiglio ricorre spesso e consiste nel dichiarare invalidi certi atti statali interni (
risoluzione del 1968 contro Israele
, con cui il Consiglio considera invalide, tutti gli atti diretti a modificare lo status di Gerusalemme)
occorre stabilire caso per caso, se il Consiglio ha inteso farne oggetto di decisioni vincolanti o raccomandazioni (quest'ultima è preferibile)
(è una misura atipica) anche la
creazione
, ad opera del Consiglio, di
Tribunali per i crimini contro la pace e la sicurezza dell'umanità,
commessi nel territorio della ex Jugoslavia e del Ruanda