Quelle che oggi sono note in tutto il mondo come le Stanze di Raffaello, situate nei musei Vaticani, ossia gli appartamenti di papa Giulio, presentavano già, secondo la testimonianza di Giorgio Vasari, decorazioni quattrocentesche importanti. Il pontefice, nel rinnovare completamente gli ambienti, chiamò un gran numero di artisti al fine di arrivare in fretta alla conclusione dei lavori, tra i quali Pietro Perugino, il Sodoma, Baldassarre Peruzzi e Lorenzo Lotto. Tuttavia, non appena Raffaello cominciò a dipingere la Stanza della Segnatura con la celeberrima Scuola di Atene, Giulio II decise di licenziare ogni altro pittore in modo che egli potesse dedicarsi ad ogni stanza in completa autonomia.