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1. BASI TEORICHE DEL COLLOQUIO CLINICO-DIAGNOSTICO - Coggle Diagram
1. BASI TEORICHE DEL COLLOQUIO CLINICO-DIAGNOSTICO
DEFINIZIONE
PRINCIPIO DI OKNESS: io psicologo e tu paziente siamo individui che filosoficamente e ontologicamente non siamo inferiori all'altro, solo che abbiamo problemi diversi e competenze diverse e ci incontriamo affinchè vengano risolti
il colloquio si dice psicologico quando vi sono 2 interlocutori in cui uno dei due è disposto ad interessarsi all'altro, il sofferente, fornendogli aiuto
è il nucleo centrale dell'assessment, ossia un complesso processo di raccolta ed elaborazione di informazioni del paziente
man mano che progredisce questo precesso diminuisce l'incertezza circa:
la presenza e il ruolo delle moltissime variabili cliniche
le ipotesi diagnostiche e di intervento del caso analizzato
STRUMENTI PER L'ASSESSMENT E LA FORMULAZIONE
colloquio clinico
interviste strutturate
osservazioni in contesti naturali
osservazione in contesti simulati (molto utile coi bambini)
raccolta di informazioni da altre fonti
auto-osservazione e auto-monitoraggio
questionari e inventari
misure psicofisiologiche
oggetto del colloquio è comprendere e orientare le azioni umane
strumento è la comunicazione verbale e non verbale
i principi, anche deontologici, orientano verso un colloquio empatico, non giudicante e non direttivo
si prefigge due scopi
COMPRENDERE EMPATICAMENTE I VISSUTI DEL PAZIENTE
FAR EMERGERE LE VARIABILI FUNZIONALI ALLA COMPRENSIONE E ALLA SOLUZIONE DEI SUOI PROBLEMI
AMBITI DI INDAGINE DEL COLLOQUIO
FUNZIONAMENO EMOTIVO
FUNZIONAMENTO MENTALE
MODALITA' DI INTERAZIONE
CRITERI PER VALUTARE LA GRAVITA' DEL DISTURBO
ricerca di aiuto
irrazionalità/pericolosità
devianza: bizzarria, stranezza, deviazione dalla norma
distress emozionale: vissuto di disagio soggettivamente sperimentato dall'individuo
disabilità/pervasività del danno: interferenza con il normale funzionamento dell'individuo
nessun indicatore è sufficiente: è la combinazione di questi a fornire un indice di gravità, insieme alla durata della condizione e alle risorse soggettive
MODELLI DI DISTURBO
compito del clinico è quello di individuare il modello o i modelli più idonei per la comprensione della condizione e delle caratteristiche della persona
scelta che deve essere determinata da convincimenti scientifici, dall'evidenza clinica e dall'appropriatezza rispetto alla condizione della persona e non dall'appartenenza a scuole
implica una modalità di indagine specifica e settoriale
può essere sia aiuto che ostacolo
tipologie:
medico-biologico
socio-genetico
psicoanalitico
sistemico
cognitivo
comportamentale
bio-psico-sociale
FASI DELLA FORMULAZIONE DEL CASO
preparare una lista dei problemi
elaborare una diagnosi secondo il DSM-5
selezionare la diagnosi àncora, la più rilevante
4.selezionare una formulazione generale, un modello teorico, dei meccanismi psicologici che sono alla base dei problemi
individualizzare la formulazione e il modello considerando i problemi specifici e le relazioni tra loro
fare ipotesi sulla genesi dei problemi
individuare i fattori precipitanti e di mantenimento attuali
quando non è disponibile un modello teorico specifico si può:
utilizzare un modello elaborato per un disturbo simile
adattare al caso in questione un modello generale come i principi dell'apprendimento o la teoria cognitiva di Beck