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TEORIE DI ZAVATTINI SUL NEOREALISMO - Coggle Diagram
TEORIE DI ZAVATTINI SUL NEOREALISMO
Principale sceneggiatore di DE SICA
Lancia i suoi pensieri un pensiero che si esarcita nelle situazioni legate all’esperienza
forte organicità e unità, dagli anni 30 agli anni 60 oltre il fenomeno neorealista del dopoguerra.
Nel 1934 sceneggiatore con MARIO CAMERINI per un film : PER UN MILLIONE
Zavattini porta in dote le caratteristiche antinnarrative si sente sceneggiatore tradito perché le sue idee non sono portate sullo schermo
Nel 1940 nasce un articolo nella RIVISTA CINEMA: I SOGNI MIGLIORI
Parla del paradosso del cieco che riesce a vedere dappiù rispetto ai soggettisti tradizionali perché è capace di inventare nuovi modi di narrazione
Auspica a una rivoluzione dello sguardo sovvertendo i percorsi tradizionali, contro l’occhio mimetico, contro quello sguardo riproduttivo delle esperienze ma occhio straniato si esce dalla nostra percezione abituale
IL CINEMA PER LE SUE CARATTERISTICHE permette un esplorazione fisica
è un arte della presenza
Il ruolo della mdp porta alla rivoluzione della realtà
Zavattini parla di cambiare modi di fruizione dei film e ha un’idea contro il divismo
Neorealismo comporta rifiuto di tutte le grammatiche, critica anche l’organizzazione del lavoro cinematografico, gli sceneggiatori non dovrebbero esistere, sceneggiatore e regista dovrebbero coincidere, la distinzione è voluta e giustificata solo all’interno del sistema industriale
Non si deve seguire un copione, non si definisce a priori nella stanza dello sceneggiatore ma sul set Primato della ripresa sull’intreccio
De sica non segue questa direzione, porta sullo schermo ciò che è stato definito anche nei dettagli in fase di sceneggiatura, regia dovrebbe realizzarsi attraverso l’immediatezza dell’incontro detta l’artista e i materiali
“Il cinema non dovrebbe mai voltarsi all’indietro” “cinema non deve ripetere, morte del soggetto, regista deve dar vita al fantasma dentro di se”
Zavattini predica una narrazione debole che si costruisce lì per lì
annulla le forme romanzesche dell’800 rifiutando il concetto di opera come concepita fino ad adesso
Zavattini lavorerò dopo UMBERTO DI A FILM DI INCHIESTA CHE POI SARANNO LE ESPERIENZE DELLA TELEVISIONE
LO SPETTATORE guarda le cose attraverso i modi che il regista gli propone
Nel cinema analitico gli atti conoscitivi impongono pazienza dello sguardo che rimane dentro le cose per guardare
bisogna rimanere immersi nel reale che si sta filmando secondo la durata del tempo esistenziale
• Il cinema diventa un qualcosa che si muove in direzione conoscitiva, democratica, in
comune con Vertoz anche lui idea di cinema anti-artistica prevalenza canoni conoscitivi.
• - È presente un distacco dalle convenzioni rappresentative dal passato
Immagine originaria che recupera grado 0, denudata dai canoni della spettacolarità ma
• - enfatizzato carattere concreto, sensoriale
Immagine non natura illusionistica, immagine bruta deve avere il carattere del vissuto che viene rappresentato.
Zavattini parla in riferimento all’attore non professionista: dirà che un uomo qualunque che lascia il suo lavoro per un attimo non deve avere l’illusione di essere poi un divo del cinema ma tornare al suo lavoro, egli ha in mente un’idea documentaria ma anche l’attore professionista andava in scena a raccontare se stesso.