ARTICOLO 9 COSTITUZIONE La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali

tutela della cultura, dell’ambiente, del patrimonio storico e artistico, dell’ecosistema e degli animali.

Mette insieme una serie di concetti tra loro assai diversi: cultura, ricerca scientifica e tecnica, paesaggio, patrimonio storico e artistico, biodiversità, ecosistema, animali

Lo scopo dell’articolo 9 è infatti quello di tutelare il passato, il presente e il futuro del nostro Paese.

FUTURO

PRESENTE

PASSATO

il nostro patrimonio storico ed artistico fa dell’Italia la meta del turismo di tutto il mondo: una risorsa economica, oltre che culturale

la Repubblica si impegna a promuovere la ricerca scientifica e tecnica.

vengono richiamati due concetti chiave:

con un recente provvedimento approvato dal Parlamento, è stata introdotta anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi pensando proprio al «domani» delle future generazioni

da un lato il paesaggio e gli animali

e dall’altro la cultura (che poi è il ponte che unisce il passato, di cui è figlia, e il futuro, di cui è condizione

Nella più recente formulazione, l’articolo 9 della Costituzione delega al Parlamento di approvare delle leggi a tutela degli animali. Saranno, quindi, le Camere a trovare il modo in cui difendere ancor di più la fauna del nostro Paese

La normativa italiana più recente in materia risale al 2010:

quando venne ratificata la Convenzione europea per la protezione degli animali di compagnia che vieta, le altre cose, di procurare loro delle sofferenze e di mantenerli in cattività in assenza delle condizioni adatte, oltre a punire il loro abbando

cultura ostaggio del pensiero politico

L’articolo 9 si muove in parallelo con l’articolo 33 della Costituzione che stabilisce che l’arte e la scienza sono libere: libere da qualsiasi influenza politica.

Si vuol così vietare la promozione di un’arte o di una scienza di Stato, ossia di regime, che possa influire sulle altre libertà come quella di pensiero e di espressione.

La tutela della cultura è anche dallo Stato, per evitare che questa possa essere influenzata da chi detiene il potere così com’era successo nell’epoca del fascismo.

La politica non ha mai potuto far
a meno del suo principale alleato: la cultura. Numerosi artisti e letterati sono stati promossi dai partiti finché questi, con le proprie opere, ne hanno supportato le idee e il pensiero.

delle televisioni e dei giornali, sovvenzionati direttamente o indirettamente dai partiti, in assenza di qualsiasi norma che imponga una piena trasparenza.

Italia e abusivismo edilizio

Dire che l’Italia, a difesa dell’ambiente, rifiuta il nucleare ma poi non fa nulla per contrastare l’abusivismo edilizio, la contaminazione di intere aree, la mafia ecologica è un controsenso

Per avere un Codice dell’ambiente si è dovuto aspettare il 2006: quasi 40 anni dopo la Costituzione.

Per decenni il fatto di aver costruito senza licenza edilizia, peraltro in luoghi sottoposti a vincolo paesaggistico, è stato punito solo con pene pecuniarie: banali contravvenzioni.


I tagli alla ricerca e alla cultura

La politica degli ultimi governi, invece di attivarsi per incrementare gli investimenti pubblici per lo sviluppo della ricerca, della cultura e del patrimonio, ha tagliato una parte significativa dei fondi ad essi destinati.

Con tanto di fuga dei cervelli: un fenomeno che, tra i Paesi più industrializzati, solo l’Italia conosce.

Oggi si vive alla giornata, di bonus annuali collegati a qualche legge di bilancio, spesso concessi a macchia di leopardo e senza alcuna coerenza

Ma l’investimento non è solo l’infrastruttura o i sostegni alle assunzioni: si investe sul futuro partendo dalla formazione delle nuove generazioni. E la formazione passa innanzitutto dalla cultura. Effimera è la ricchezza in mano a un popolo di ignoranti.