Please enable JavaScript.

Coggle requires JavaScript to display documents.

Età Classica V secolo - Coggle Diagram

- - - - è un edificio particolare: è privo dell'altare di norma situato a est, di fronte all'ingresso dei templi. L'altare in cui si concludevano le processioni era tra il Partenone e l'Eretteo, ed era costituito dalla vecchia cella di Atena Polias, che conteneva l'antico simulacro della dea Atena in legno d'ulivo. L'interno del Partenone invece si configurava come un antico cofanetto che aveva la funzione di proteggere. Era presente anche una statua crisoelefantina della dea Parthenos(vergine), oltre che alle numerose offerte a lei dedicate
        
        si tratta di un tempio dorico periptero, 8x17 colonne con grandezza eccezionale della cella, che costringe i corridoi(pteromi) del peristilo a ridursi e il pronao e l'opistodomo a diminuire la profondità. La cella è divisa in due spazi: quello a est, più grande, ospitante l’effige della dea, con le colonne doriche su due ordini addossate alle pareti e disposte a π per aumentare lo spazio della navata centrale; il secondo con al centro quattro colonne ioniche slanciate fino al tetto, destinato a raccogliere le altre offerte. Sulla parete esterna correva un fregio continuo, con il corteo delle Panatenee
        
        L’alzato in marmo pentelico metteva insieme una serie di accorgimenti volti ad alleggerire il peso dell’architettura (sia nello stilobate che nella trabeazione, incurvando le linee orizzontali e inclinando vero l’interno le colonne). La decorazione, complessa e articolata, basata sulla volontà mediatrice dell’età periclea, segue ovviamente le vicende del Partenone; trasformato prima in chiesa, poi in moschea, e devastato dall’esplosione del 1687
        
        Erano decorate tutte le 92 metope della peristasi, le prime a dover essere collocate sull’architrave (e non solo quelle dei lati brevi). Sono ad altorilievo con elementi quali i panneggi ornati da colore, che probabilmente coinvolgeva anche lo sfondo, alternativamente blu e rosso. Ogni lato era descrittivo di una lotta mitica, epica, con il tema di riferimento nella lotta fra i Greci e i barbari; fra la civiltà e l’anticiviltà; fra l’ordine e il caos.
        
        Dal punto di vista stilistico manca l’unitarietà e la coerenza ravvisabile nel corteo delle Panatenee; qui sono state riconosciute più mani, com’è logico, per esempio si confrontino la metopa 31 con la metopa 27.
        
        I panneggi, la sontuosità delle figure, gli effetti chiaroscurali, consentono di far risaltare i corpi in tutta la loro monumentalità e solidità; incontriamo qui il panneggio “bagnato”, che diverrà canonico quasi alla fine del secolo; un fermento e un’anima che coinvolge anche gli animali (cavallo di Selen), e che ha portato Goethe a utilizzare il termine Urpferd, di impossibile traduzione, ma di potenza estrema, capace di evidenziare la nobiltà e l’eternità delle scultur
    - - Accesso sud: piccolo e sacrificato al Pelarghikon, le mura di età micenea e alla terrazza di Atena Nike
        
        il tempio di Atena Nike è sorto tra il 430 e il 420 ed era situato sul Pyrgos. Si tratta di un tempio ionico con unica cella, anfiprostilo e tetrastilo, con quattro colonne sulle due fronti e un fregio continuo che correva sui quattro lati reffigurante la lotta fra greci e orientali
      - Accesso nord: più grande e con funzione di sala banchetti ufficiale e pinacoteca