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GIOVANNI VERGA - Coggle Diagram
GIOVANNI VERGA
LA VITA
Nasce a Catania nel 1840 in una ricca famiglia. Studia i romanzi popolari francesi del suo tempo. Queste letture influenzano i suoi primi scritti, che hanno come tema storie d'amore e patriottismo. Nei suoi scritti adotta anche, nella seconda metà dell'Ottocento la tecnica del Verismo. Dopo aver viaggiato molto per l'Italia, torna a vivere a Catania nel 1893. Negli anni successivi assiste all'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra e si affianca alle idee dei nazionalisti. Muore nel 1922.
LA POETICA
Nel 1878 pubblica "Rosso Malpelo", dove questo ragazzo lavora in una cava ed è costretto a vivere in un ambiente disumano. Lo scrittore usa un linguaggio semplice, che intende riprodurre il modo di pensare del popolo. Verga rinuncia ad esprimere il proprio punto di vista. Attraverso questa tecnica trova uno strumento efficace per mostrare al lettore i meccanismi della società.
Scrive della gente del popolo perché ritiene che i processi che regolano la vita dei poveri siano più semplici. Inoltre sostiene che la letteratura deve avere come oggetto fatti reali e documentati, ma lo scrittore deve rinunciare a commenti e a giudizi aggiuntivi (tecnica dell'impersonalità).
Le sue storie procedono come se a raccontare fosse uno di questi personaggi, spesso un incolto con la mentalità primitiva e superstiziosa. La scelta di questa tecnica da parte di Verga ha lo scopo di eliminare ogni artificiosità letteraria per cercare di portare la realtà così come è.
Ha una visione assolutamente pessimistica della realtà: l'uomo è mosso solo dalla ricerca di denaro ed egoismo.
LE OPERE PRINCIPALI
Vita dei campi
Si tratta di una serie di racconti (tra cui Rosso Malpelo) pubblicati su riviste e raccolti in un volume nel 1880. Spicca la vita contadina siciliana e viene applicata la tecnica dell'impersonalità. Si trovano ancora tracce romantiche e nostalgiche, come l'individuo "diverso" che non si sente accettato.
"Rosso Malpelo"
è un ragazzo che tutti chiamano Malpelo, per via dei suoi capelli rossi che gli sono valsi una pessima nomina perché chi aveva quel colore di capelli era cattivo. Cresce trascurato e maltrattato da tutti. Malpelo lavorava li solo perché il padre era morto all'interno di essa dopo il crollo di una parete. Il lutto segna profondamente Malpelo, che decide di meritarsi definitivamente la nomina dovuta al suo aspetto e inizia effettivamente a comportarsi in modo cattivo con tutti e ad avere comportamenti violenti. Da li a poco arriva in cava Ranocchio e tra i due nasce un legame strano: Malpelo lo maltratta verbalmente ma cerca di aiutarlo in ogni situazione. La sua solitudine sembra finita ma Ranocchio, muore di li a poco in seguito ad una brutta malattia. Senza nessuno che si prende cura di lui, il ragazzo accetta di svolgere le mansioni più rischiose al punto che un giorno scompare durante un’esplorazione del sottosuolo alla ricerca di un pozzo. Viene inghiottito dalla terra.
Novelle Rusticane
Ambienta ancora i racconti nella campagna siciliana ma il suo sguardo si è fatto più cupo e pessimistico. Mostra infatti un mondo dove l'interesse economico è il principale motore d'azione dell'uomo e dove la fame e miseria soffocano ogni sentimento.
I Malavoglia
Lo scrittore analizza i comportamenti umani a livello più elementare della <<lotta pei bisogni materiali>> che caratterizza l'ambiente popolare di un villaggio di pescatori. Qui non regnano più i valori dell'antica civiltà contadina, poiché risultano un ostacolo nella lotta per la vita.
Il romanzo ha un impianto corale. Si alternano due punti di vista opposti, quello nobile dei Malavoglia e quello ottuso dei cittadini. Il narratore è Verga ma non interviene, si limita a mostrare il conflitto fra chi si attiene al vecchio sistema e chi ha abbracciato moderno costituito dal profitto.
Il Ciclo dei vinti
Parallelamente alle Novelle, Verga progetta un ciclo di cinque romanzi con l'obiettivo di tracciare la fisionomia della vita italiana moderna. L'autore sceglie come soggetti i vinti, ovvero coloro che nella lotta per la sopravvivenza vengono schiacciati. Alla fine scrive solo "I Malavoglia" e "Mastro Don Gesualdo"
Mastro Don Gesualdo
l romanzo Mastro don Gesualdo è diviso in quattro parti ed è ambientato a Vizzini, paese natale di Giovanni Verga, e si apre con la scena di un incendio che sta distruggendo la casa dei nobili decaduti Trao. Tra chi accorre alla casa c’è anche Mastro don Gesualdo Motta, un muratore che si era arricchito attraverso la costruzione di mulini.
Inizia con il mestiere di muratore e finisce per sposare una nobildonna. Con il romanzo Mastro don Gesualdo, Giovanni Verga rappresenta la decadenza dell’aristocrazia e tratteggia le caratteristiche dell’ascesa della borghesia contemporanea del suo tempo.