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((1) COSA SI INTENDE PER GENERE COME “COSTRUZIONE SOCIALE”?,…
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Genere=modo in cui storicamente e socialmente, in un determinato contesto, si attribuiscono significati variabili a differenze fisiche ai fini della differenziazione sociale.
Il genere è una “costruzione sociale” cioè: la nostra appartenenza di genere si costituisce in\attraverso la struttura delle relzioni sociali.
Gli individui che nascono di sesso femminile o maschile entrano nelle categorie sociali di uomo (mascolinità) e donna (femminilità).
Il genere ci fornisce le categorie di significato per interpretare come un corpo appare ‘sessuato’ e come i caratteri biologici (organi genitali) e i caratteri primari (es. voce) sono un dato su cui si costruiscono i significati culturali.
Fino agli anni 70 il genere era una interpretazione culturale del sesso come dato biologico, a partire dagli anni 80 studiose come Judith Butler sostengono che il corpo non è libero da costruzioni sociali ma ne è fenomeno.
La nostra appartenenza di genere si costituisce in e attraverso la struttura delle relazioni sociali.
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La teoria femminista è nata come una forza insurrezionale che ha affrontato la dominazione maschile nella società post bellica con l’obiettivo di costruire un nuovo immaginario politico.
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Qui il genere è teorizzato non come una differenza ma come una disuguaglianza sociale. Per esempio ‘essere donna’ è associato ad avere responsabilità della famiglia mentre ‘essere uomo’ è associato a responsabilità lavorative.
L’attenzione viene posta in particolar modo sui meccanismi di apprendimento degli ideali di genere e su come le aspettative incorporate limitino le aspirazioni educative, professionali etc… delle donne.
Il femminismo di seconda ondata (‘70\’80) ha analizzato la costruzione sociale di mascolinità e femminilità in termini di ‘sex roles’ di differenziazione sociale dei ruoli di genere.
2) SECONDO LA PROSPETTIVA ESSENZIALISTA, QUALI FATTORI DETERMINANO LA DIFFERENZA SESSUALE?
La prospettiva essenzialista (o determinismo biologico) prima metà 20 sec. non distingue il sesso dal genere: il sesso viene definito attraverso il binarismo uomo\donna, maschio\femmina, mascolinità\femminilità.
Secondo la prospettiva essenzialista la differenza sessuale è determinata da condizioni naturali legate ai caratteri fisiologici e naturali del corpo, che a loro volta determinano le disposizioni psicologiche e caratteriali (come un soggetto si comporta e agisce).
Se è la natura a spiegare le differenze di personalità tra uomo e donna vuol dire che esiste un “essenza” femminile e una maschile che prescinde da fattori socio-culturali (ad es. la funzione materna e riproduttiva della donna si differenzia con quella lavorativa dell’uomo).
Queste differenze sono naturali, immodificabili e universali.
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L’antropologia ha contribuito a studiare l’essere umano in rapporto a specifici contesti socio-culturali, marcando l’idea della differenza della personalità in base alla cultura d’appartenenza.
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L’antropologia di matrice femminista ha messo in discussione la visione riduzionista sulle cause biologiche delle differenze sessuali, attraverso etnografie in società non occidentali.
Margaret Mead tra le pioniere di studi di genere nel campo dell’antropologia, lei ha rivelato che le disposizioni maschili e femminili variano tra culture (ha analizzato 3 società orientali, rivelando personalità e configurazione di genere differenti rispetto alla società occidentale degli anni ’30).
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I caratteri biologici (genitali, tonalità voce,..) sono un dato si cui si costruiscono i significati culturali.
Nicholson, teorica degli Women’s studies, utilizza la metafora del corpo come ‘attaccapanni’ per descrivere il rapporto tra sesso e genere: sugli elementi del sesso sovrapponiamo i caratteri socialmente determinati del genere.
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A partire dalla fine degli anni ’80 studiose come Butler sostengono che anche il corpo e le sue caratteristiche sessuali sono una costruzione sociale. Il genere, dunque, ci fornisce le categorie di significato per interpretare come un corpo ci appare ‘sessuato’.
4) QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI DIVERGENZA TRA LA PROSPETTIVA ESSENZIALISTA E L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA?
L’approccio costruttivista comprende una visione molto vasta della realtà. Individua tutta la nostra conoscenza nel contesto in cui viene appresa, attribuendo al soggetto parte attiva nella sua costruzione.
L’approccio essenzialista, invece, prevede l’esistenza di un ‘essenza’ naturale, immutabile e universale che determina femminilità o mascolinità di un corpo.
Dunque, l’approccio costruttivista evidenzia come la prospettiva esistenzialistica abbia ‘naturalizzato’ le disuguaglianze tra uomini e donne, giustificandole e legittimandole.
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Secondo Bordieu la prospettiva essenzialista ha fornito una base ideologica importante per giustificare e legittimare le asimmetrie sociali tra uomini e donne.
La prospettiva essenzialista analizza le attività e le preferenze di una determinata società e di un determinato periodo storico, assimilandole come proprietà assolute e immutabili nel tempo poiché inscritte in una sorta di essenza biologica.
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I soggetti intersessuati, individui nati con genitali né chiaramente femminili né chiaramente maschili, hanno sollevato diverse riflessioni che hanno presagito il cambiamento della definizione di “sesso” nel corso degli anni.
I soggetti intersessuati non possono identificarsi in un unico genere “naturale”, la loro “natura” è insita nella combinazione di entrambi i sessi. Perciò si inizia ad ipotizzare l’esistenza di un terzo sesso, che si scosta dal binarismo maschio/femmina e si sfida l’idea che esista un ‘vero sesso’ in ogni corpo umano.
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L’attivismo intersessuale si oppone all’idea che i corpi umani debbano essere definiti come maschi o femmine e si batte per il riconoscimento di un “terzo genere” che va al di là del binarismo di genere maschio/femmina
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Il binarismo comprende la distinzione tra sesso (inteso come natura biologica) e genere (aspetto socioculturale).
Da un lato il sesso è un fattore biologico ed universale, mentre il genere è storicamente e culturalmente variabile. Il sesso consiste in due, e solo due, “categorie”: uomo e donna. Questa distinzione è un fatto naturale, così come l’esistenza di un solo sesso in un corpo.
L’identità di una persona, invece, si sviluppa in un sesso/genere oppure in entrambi.