VOCI E EMOZIONI
Vediamo ora quali emozioni vengono trasmesse con la voce o meglio che caratteristiche assume la voce quando trasmettiamo determinate emozioni
▪ paura → forza vocale e tono aumentati, eloquio accelerato, ritmo irregolare, tremolii;
▪ rabbia → forza vocale e tono molto aumentati, eloquio accelerato, ritmo irregolare, pause brevi o assenti
▪ tristezza → forza vocale e tono bassi, eloquio rallentato, pause lunghe
▪ disgusto → forza vocale buona, tono basso, eloquio lento, aumento della durata
▪ gioia → forza vocale aumentata, tono acuto, eloquio accelerato, profili di intonazione scendenti
SEGNALI PARALINGUISTICI – INTERRUZIONI D’ELOQUIO
◦ interruzioni d’eloquio
▪ segnalano un passaggio di parola
▪ attirano l’attenzione su quella che si sta per dire (pause)
▪ rispondono a esigenze cognitive di pianificazione del discorso (pause), ad esempio quando ci si ferma per pochi secondi prima di dire una parola lo si fa o per sotto liare un concetto o per trovare le parole per esprimerlo al meglio
▪ sono fondamentali per segnalare il passaggio di parola, spesso quando sto parlando con qualcuno mi fermo e utilizzo lo sguardo per segnalare che sto passando la parola
◦ silenzio
▪ è ambiguo, caratterizza le relazioni incerte o asimmetriche (il subordinato sta più in silenzio)
▪ valutato in modo positivo nelle culture orientali mentre da noi è sinonimo di imbarazzo soprattutto quando dura per troppo tempo
IL SILENZIO
▪ fra i primi studi ci sono quelli di Goldman-Eiser (1968) che ipotizza che le pause siano funzionali al parlante per la pianificazione delle espressioni verbali; quindi quando c’è un silenzio protratto la persona sta pensando a come pianificare il discorso es. pause più lunghe prima di un lungo enunciato o con maggiori informazioni
▪ può assumere diverse funzioni → <<il silenzio diventa un modo per non dire alcunché significando qualcosa>> (Meneghini, 1999); il silenzio di per sé è comunicazione, quando non si risponde si invia un messaggio di vario tipo a seconda del contesto (imbarazzo, sdegno ecc.)
▪ può servire ad attirare l’attenzione; è molto utilizzato dei discorsi pubblici, fare un momento di silenzio prima di iniziare a parlare per invitare all’ascolto
TIPOLOGIE DI PAUSE (SACK ET AL. 1974)
▪ pause interrotte
• quando un parlante prende il turno
• è chiamata gap, tipica della conversazione continua; quando due persone parlano c’è un momento di silenzio in cui l’altro prende la parola
▪ silenzio
• nessun parlante prende il turno, tipico della conversazione discontinua
• è definito lapse
▪ silenzio interno a un turno
• c’è un ritardo di un parlante nel rispondere a una domanda
• definito pausa
• c’è una violazione delle attese dell’interlocutore e delle regole informali di conversazione
• c’è una violazione delle attese dell’interlocutore e delle regole informali di conversazione
▪ culture occidentali (individualiste) → è considerato quasi una minaccia all'avvicendamento dei turni, visto come imbarazzante o sintomo di negativo
▪ culture orientali (collettiviste) → è fondamentale in una conversazione come indicatori di armonia