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- - - - TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (AUSTIN 1962)
        dire qualcosa è sempre anche fare qualcosa si mettono in atto 3 diversi tipi di comportamenti
        ▪ atti locutori (di dire qualcosa) → azioni che si compiono per il semplice atto di parlare (es atti fonetici)
        ▪ atti illocutori (nel dire qualcosa) → che si compiono attraverso il parlare e corrispondono alle intenzioni comunicative del parlante (perché lo sto dicendo?)
        ▪ atti perlocutori (con il dire qualcosa) → produzione di determinati effetti sull'interlocutore su credenze, emozioni, condotta (che effetto voglio?) es. non ho strappato io il foglio → atto locutorio dichiarare la propria estraneità al fatto → atto illocutorio convincere l'interlocutore della propria innocenza → atto perlocutorio
      - CATEGORIE DEGLI ATTI ILLOCUTORI (SEARLE, 1979)
        ◦ assertivo → piove a dirotto
        ◦ direttivo → chiudi la porta per favore
        ◦ commissivo → finirò questo lavoro per domani
        ◦ dichiarativo → chiamerò la barca Gloria
        TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (AUSTIN, 1962)
        ◦ Forza illocutoria → forza contenuta nell'atto
        ◦ Effetti pelocutori → effetti sull'interlocutore
        
        ◦ Atti linguistici
        ▪ diretti: forza illocutoria trasmessa in modo conforme e corrispondente al significato letterale dell'enunciato medesimo
        ▪ indiretti: forza illocutoria non deriva dal significato letterale dell'enunciato ma dai modi verbali in cui è manifesta, in altre parole non con che parole lo dico ma come lo dico es. diretto: scappa da quell'incendio
        indiretto: " oggi te la cavi bene" detto in tono ironico
        Alcuni atti linguistici possono essere focalizzati sul contenuto verbale, altri dal modo in cui viene detto.
- - - - ◦ insieme di elementi ambientali e non che interferiscono con la trasmissione del segnale;
        ◦ il rapporto segnale/rumore deve essere superiore a zero per avere una sufficiente probabilità il messaggio arrivi al destinatario;
        NB! non è corretto dire che il modello matematico dice che il messaggio deve essere capito perchè non si parla di comprensione, la comunicazione è intesa come se avvenisse tra due macchine.
      - Per l'approccio matematico quindi:
        • la funzione della comunicazione è strumentale, serve solo a trasmettere il messaggio, al passaggio di informazioni
        • la rappresentazione mentale del parlante è trasferita in rappresentazione linguistica, grazie al codice linguistico del parlante e trasmessa attraverso il parlato
        • il rumore costituisce la possibile fonte di disturbo durante il passaggio di informazioni
      - ELEMENTI A INTEGRAZIONE DEL MODELLO
        • ridondanza → ripetizione dell'operazione di codifica del messaggio per favorire la sua decodifica. NB non va scritto che serve a favorire la comprensione dell'informazione MA serve ad aumentare al probabilità che arrivi correttamente l'informazione
        • filtro → processo di selezione di alcuni aspetti e proprietà del segnale rispetto ad altri nell'operazione di decodifica; è quello che ci permette di focalizzarci in un dialogo solo con la persona con cui stiamo parlando e non col resto delle voci e dei rumori della stanza
        • feedback → quantità di informazione che dal ricevente torna all'emittente (positivo se maggiore di zero, negativo se minore a zero)
        
        feedback positivo → aumento della quantità di informazione che torna all'emittente (maggiore o uguale a zero)
        es. feedback positivo
        A: oggi non c'è il sole
        B oggi non c'è il sole e fa freddo in
        questo caso ha aggiunto qualcosa
        ◦ feedback negativo → riduce la quantità di informazione in ingresso e consente di mantenere una situazione stabile (omeostasi), quindi quando l'informazione viene ripetuta uguale o viene inviato un messaggio inferiore a quello di partenza a livello quantitativo.
        • Tecnicamente è la quantità di informazione che dal ricevente torna all'emittente
        
        Elementi di forza dell'approccio matematico:
        – primo modello sulla comunicazione, primo modello teorico, operazionalmente verificabile
        – definisce gli elementi fondamentali della comunicazione
        – molto usato in ambito della comunicazione mediata da computer (CMC)
        DEBOLEZZE
        – manca il contesto
        – manca la persona (comprensione, interpretazione)
        – è detta anche teoria forte del codice perchè ritiene che la condizione necessaria e sufficiente per comunicare sia avere a disposizione un codice di trasmissione del messaggio (passaggio cifratura/decifratura)
        – non tiene conto di molte variabili che intervengono in tale processo