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GIOVANNI VERGA - Coggle Diagram
GIOVANNI VERGA
VITA
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Tornato a Catania nel 1871, Verga ripartì per Milano dove frequentò gli uomini della Scapigliatura (Arrigo Boito, Praga, Camerana) e altri intellettuali come il De Roberto.
Nel 1890 torna definitivamente a Catania dove visse nei suoi possedimenti e si allontana sempre più dalla scrittura (crisi creativa). Muore nel 1922 dopo essere stato nominato nel 1920 Senatore della Repubblica a vita.
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IL CICLO DEI VINTI
L'autore si proponeva di analizzare come in tutte le classi sociali l'individuo fosse proteso al raggiungimento del meglio, per Verga genera invece sconfitte individuali.
La vaga bramosia dell'ignoto" è la ricerca della ricchezza o in forme di ambizione, Da qui il titolo del ciclo: I Vinti.
Ai Malavoglia e a Mastro don Gesualdo sarebbero dovuti seguire la Duchessa di Leyra, l'Onorevole Scipioni e L'uomo di lusso.
OPERE
ROMANTICHE
1857-1863 scrive i primi romanzi: Amore e patria, I carbonari della montagna, Sulle lagune
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Ultime opere tardo romantiche: Eva, Tigre reale, Eros
VERISTE
NOVELLE
Nel 1874 Nedda è considerata il primo approccio del Verga al Verismo perché è ambientata in Sicilia e la protagonista appartiene al sottoproletariato agricolo.
Raccolta di novelle Vita dei campi: Rosso Malpelo del 1878, Jei il pastore, la lupa, cavalleria rusticana
il Verga scrisse una seconda raccolta di racconti di ambiente siciliano, Novelle rusticane (tra cui si ricordano La roba, Malaria, Libertà).
ROMANZI
Nel 1881 I Malavoglia in cui la "ricerca del meglio" è ancora lotta per i bisogni materiali e per la sopravvivenza
Nel 1889 Mastro-don Gesualdo che invece "incarna il tipo borghese" in cui "la ricerca diviene avidità di ricchezze"
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