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ITALIA 1861. LA FORMAZIONE DELLO STATO - Coggle Diagram
ITALIA 1861. LA FORMAZIONE DELLO STATO
Una popolazione con gravi problemi alimentari e sanitari
I contadini avevano
un 'alimentazione scadente e insufficiente
, con un bassissimo apporto di proteine della carne.
Nell'Italia settentrionale
il cibo principale consumato dai contadini era la
polenta di mais
, oltre alla patata al riso e al pane nero.
Questo tipo di alimentazione monotono provocò
epidemie di pellagra
.
Nell'Italia centro-meridionale
i consumi erano leggermente più vari: pane di frumento, verdure, pasta e non si verificarono malattie da carenze alimentari.
Come
grassi alimentari
si usavano ovunque il lardo e lo strutto, più raro invece era l'impiego del burro(al Nord) e l'olio(al Sud).
Molto importante dal punto di vista energetico era anche l'apporto del
vino
.
Le
malsane condizioni igieniche
delle popolazioni provocarono la diffusione di infezioni e malattie come il colera ,il tifo e la malaria.
Un paese arretrato, frammentato, analfabeta
Dopo l'unificazione, l'Italia era un
paese prevalentemente agricolo
.
Nel Nord erano presenti del paese erano pochi ed non esisteva un efficiente rete di strade e di ferrovie.
L'analfabetismo
era molto diffuso in media il 78% degli italiani.
C'era un
forte frazionamento linguistico
, la maggioranza della popolazione parlava dialetto.
Questo problema fu affrontato con la
legge Casati
che introduceva l'istruzione elementare obbligatoria e gratuita per i primi due dei quattro anni previsti; ma questa non ebbe facile attuazione.
Il primo Parlamento italiano
Nel
gennaio 1861
si tennero le elezioni per il primo Parlamento del nuovo Stato unitario.
Votava solo chi aveva un certo
reddito e pagava
un certo importo fiscale(2% circa della popolazione).
I raggruppamenti politici erano la
Destra "storica"
(moderati liberali e seguaci di Cavour) e la
Sinistra
(democratici progressisti, mazziniani e garibaldini)
La prima questione da affrontare fu quella di
creare una nuova organizzazione statale
che sostituisse ai diversi sistemi amministrativi e giudiziari un ordinamento unico valido per tutta la penisola.
Ci furono due diverse soluzioni:
Una era basata sulle
autonomie regionali
.
Il governo centrale doveva lasciare alle singole regioni la libertà di amministrarsi in autonomia secondo le esigenze economiche e le tradizioni locali.
Una era basata sulla
centralizzazione
.
Il governo centrale doveva regolare e controllare direttamente le regioni, per mezzo di suoi funzionari.
Il progetto
fu respinto
e finí per prevalere la scelta di uno Stato centralizzato.
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La formazione di un mercato nazionale
Nel 1865 si era completata l'unificazione legislativa, monetaria(introduzione della lira come moneta unica) e amministrativa (abolizioni delle dogane interne).
Tutto ciò ebbe come prima conseguenza la
formazione di un mercato nazionale
cioè di un commercio interno lungo l'intera penisola, favorito dalla
politica liberista
del governo di Destra.
Favorendo al libero movimento delle merci senza impedimenti di dazi o dogane.
Tale politica danneggió le manifatture del Sud
, ancora artigianali, che e non resero la concorrenza di quelle settentrionali, tecnologicamente più avanzate
L'abolizione dei dazi di protezione le mise in grave crisi, fino alla cessazione delle attività, poi assorbite da industrie del Nord.
Si incominció a delineare un evidente contrasto economico tra il Nord industriale e il Sud agricolo cioè la
questione meridionale
una grave problema che pesó sullo sviluppo complessivo del paese.
Il disavanzo dello Stato
Gli
altri costi economici dell'unificazione
determinarono un
enorme disavanzo
nel bilancio statale.
Il ministro delle Finanze Quintino Sella si propose
l'obiettivo di arrivare al pareggio del bilancio,
mediante una tassazione forte e unico sistema fiscale.
Queste scelte provocarono un
crescente malcontento nella popolazione
, soprattutto per l'inserimento delle imposte indirette, che riguardava i beni di consumo e gravavano allo stesso modo su tutte le fasce sociali.
Nel 1868 l'introduzione dell'imposta sul macinato provocó tumulti sedati con l'uso della forza.
Nel 1875 si arrivò al pareggio del bilancio.
Brigantaggio e rivolta sociale.
Nel 1861 scoppió nell'Italia meridionale il
brigantaggio
una rivolta armata contro il nuovo Stato a opera di masse di contadini.
Le cause del fenomeno riguardavano
l'aggravio delle condizioni di vita
delle popolazioni per l'aumento delle tasse e
l'introduzione del servizio militare obbligatorio
che aveva sottratto forza lavoro giovanile a contadini e braccianti.
Il movimento fu finanziato da Francesco II di Borbone che sperava di riconquistare il Regno.
Il governo del nuovo Stato unitario intervenne con l'esercito, occupando militarmente le regioni meridionali e reperimendo con durezza la guerriglia , con aspetti di
guerra civile
.
Nel 1865 il brigantaggio fu debellato con la forza, ma non ne furono sanate le cause.