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[5.4] OPERA: IL TRENO HA FISCHIATO, [5.7[ OPERA:MI CHIAMO MATTIA PASCAL,…
[5.4] OPERA: IL TRENO HA FISCHIATO
Il protagonista della storia è un individuo insignificante di nome Belluca, un umile computista che vive una vita anonima e sfortunata. Tuttavia, un giorno la sua vita cambia radicalmente. Passa dalla prigione delle "forme" borghesi quotidiane alla libertà fantastica dei poeti, dei bambini e dei folli.
La trasformazione avviene grazie all'immaginazione di Belluca, scaturita da un momento di illuminazione notturna: il fischio di un treno in corsa -> questo evento apparentemente insignificante provoca una "presenza di coscienza" nel protagonista
Improvvisamente si apre di fronte a lui un universo di libertà in cui si perde completamente
Belluca rappresenta uno dei tipici filosofi-folli di Pirandello, che perde il proprio equilibrio mentale ma acquisisce una consapevolezza totale che gli conferisce la nozione della propria dignità umana
La vicenda del computista viene raccontata da due punti di vista contrastanti:
prospettiva della gente comune, che vede Belluca come un vecchio somaro sottomesso e inoltre pronto ad accettare tutte le umiliazioni senza comprendere il suo improvviso cambiamento, attribuendolo a una folle improvvisazione
si trova il narratore, che conosce la realtà familiare di Belluca e si sforza di comprendere le ragioni di quella ribellione.
Il narratore ricostruisce le misteriose ragioni dell'evento solo in seguito, inoltre anche il titolo della storia rivela il suo significato solo alla fine creando una sottile ambiguità che mantiene l'attenzione del lettore fino alla conclusione
La narrazione inizia con le diagnosi iniziali, poi espone il fatto, e successivamente ricostruisce la vita quotidiana del protagonista, per finire il narratore presenta le motivazioni dell'evento naturale
Il risultato è un percorso a zig-zag -> un oscillare continuo tra racconto e commento, tra il piano oggettivo dei fatti e quello soggettivo del giudizio
Questo prevalere della soggettività è confermato dall'esigenza comunicativa che attraversa il testo -> il narratore cerca di coinvolgere i lettori, stimolando una reazione emotiva
[5.7[ OPERA:MI CHIAMO MATTIA PASCAL
Il passo iniziale del romanzo di Mattia Pascal pone l'accento sull'assenza di certezze e sull'identità dell'individuo
L'autore ipotizza delle conclusioni che potrebbero essere tratte ma le smarrisce successivamente
Il tema principale è legato ai libri e alla scrittura del libro di Mattia -> questo tema si collega alla poetica umoristica di Pirandello, in cui l'autore smonta le forme e assume il disordine come immagine eloquente del caos generale della vita
Nella narrazione il disordine assume la forma della biblioteca Boccamazza e dei libri senza valore che vengono traslocati in una chiesa
L'inizio del romanzo confonde il lettore, poiché il narratore-protagonista si presenta in modo confuso, riflesso dallo specchio del suo animo. L'esposizione non lineare riflette lo smarrimento e l'incertezza del personaggio. Il soliloquio del protagonista costituisce l'asse portante del racconto, con toni che assumono le cadenze di un dialogo con sé stesso e il lettore
L'uso di uno stile basso, vicino al parlato e vagamente ironico è collegato alla poetica umoristica di Pirandello, mostrando la capacità del protagonista di vedere oltre l'apparenza e di comprendere la falsità
Mattia conosce già l'esito del racconto poiché lo ha vissuto, ma evita di condividere tale conoscenza con il lettore. Per aumentare il senso di disorientamento, Mattia utilizza continui passaggi temporali tra passato e presente
[5.5]
IL FU MATTIA PASCAL
Il romanzo più famoso di Pirandello, è "Il fu Mattia Pascal" che fu pubblicato a puntate nel 1914 su una rivista
L'anno successivo venne tradotto con successo in tedesco
Nel 1910 l'opera fu pubblicata come volume dalla rinomata casa editrice Treves a Rodano, e nello stesso anno uscì un'edizione in francese a Ginevra e Parigi
L'edizione definitiva con alcune varianti e l'aggiunta di un'interessante appendice, venne pubblicata nel 1921 da un editore a Firenze.
Ogni persona è governata da circostanze che non possono essere controllate o cambiate -> la fuga non porta a nulla perché non ci sono vere alternative per riscattare la vita che abbiamo ricevuto
Il tentativo di fuga di Mattia si rivela un fallimento, ma gli permette di scoprire la natura ingannevole delle relazioni sociali, impedendogli però di reintegrarsi ed essere nuovamente accettato nella vita
Nella storia di Mattia Pascal è simbolicamente rappresentato il destino fallimentare di un'intera generazione, disorientata di fronte ai quesiti dell'esistenza e incapace di guidare il corso della propria vita -> Mattia diventa un emblema dell'angoscia intellettuale del primo Novecento e degli uomini senza qualità di quell'epoca
[5.6] TRAMA: IL FU MATTIA PASCAL
Mattia Pascal è un bibliotecario di Miragno che si sente estraneo alla vita a causa di problemi economici e familiari
Così decide di fuggire e la sua meta ideale è l'America, ma finisce a Montecarlo dove vince una somma di denaro alla roulette
Torna a Miragno ma scopre di essere stato erroneamente dichiarato morto dalla moglie e dalla suocera, che sembrano contente di essersi liberate di lui
Sfruttando questa situazione, Mattia crea una nuova identità chiamata Adriano Meis e si trasferisce a Roma dove si innamora di Adriana, la figlia del proprietario della sua nuova casa
Mattia però non può sposare Adriana né denunciare il furto subito da Terenzio Papiani, perché è privo di documenti che lo identificano
Così dopo 2anni, Mattia decide di far "morire" Adriano Meis tramite un suicidio
Torna a Miragno scopre che tutti lo hanno dimenticato e che sua moglie si è risposata e ha avuto una figlia con un suo vecchio amico
Mattia non riesce quindi a reintegrarsi nella sua vecchia vita e si rifugia nella biblioteca del paese scrivendo le sue memorie e chiacchierando con l'unico amico a lui rimasto, don Eligio
Di tanto in tanto, esce per portare fiori sulla tomba che porta il suo nome