Alla fine Prima guerra mondiale i giornali lega neonato Par to popolare di Luigi Sturzo e ai nascen sindaca ca olici, riuni Confederazione italiana dei lavoratori, si dis nsero per piena adesione ai principi compe zione democra ca. E lo stesso giornali del disciolto trust grosoliniano e buona parte dei settmanali diocesani, coinvol nell’euforia per nascita di partito di cui apprezzavano la connotazione moderata e vocazione an socialista.
L’ascesa del fascismo e sue leggi gravide di riflessi su questo universo, nel comparto dei quo diani, tanto che se nel se embre 1924 ancora in Italia 21 quo diani ca olici, inizio anni Trenta il loro numero scese a 598 («L’Avvenire d’Italia» di Bologna, «L’Italia» di Milano, «Il Nuovo Cittadino» di Genova, «L’Eco di Bergamo» e «L’Ordine» di Como, tirature 48/60.000, 30/55.000, 12/15.000, 7/7.500 e 1.500/2.000 copie).
Malgrado l’assenza reali alterna ve stampa fascista o fascis zzata, durante il regime i quo diani ca olici mai al di sopra di ratura complessiva di 120/165.000 copie. Ma no peso quan ta vo di ques pochi quo diani a rappresentare l’aspe o realmente significa vo esperienza del giornalismo ca olico durante il regime. Il vero discrimine= sua stessa presenza, sua «sopravvivenza» all’interno Stato di atoriale, con propria impostazione e con obie vi dis n rispe o del medesimo, se pur ad essi non di rado funzionali.
sin dal momento della sua ascesa la Chiesa e il mondo ca olico> guardato al fascismo con misto di interesse e di diffidenza, non trascurando sbandiera proposi manifesta da Mussolini di risolvere ques one romana, di porre fine all’an clericalismo socialista e comba ere l’azione occulta massoneria e i valori del liberalismo.
testate ca oliche riflessero ques sen men ambivalen , manifestando a eggiamen di cri ca, di lode, astenendosi dal commentare o tentare di interpretare scorribande camicie nere, in altri so ovalutandone volutamente il peso.
numerosi quo diani e periodici inizialmente vicini al Ppi, in pochi mantennero posizioni dopo marcia su Roma e congresso popolare di Torino 1923. Oltre ai due organi ufficiali del par to si dis nsero le testate che erano sin dall’inizio iden ficate nello spirito del Ppi.