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Conclusioni Scarscelli - Coggle Diagram
Conclusioni Scarscelli
Il controllo sociale nella pratica operativa si può oscurare oppure salvare.
Oscurato: il ruolo è esercitato in modo neutrale, per il bene dell'utente (potere paternalistico). Si dà per scontato che l'utente condivida il progetto che ha sottoscritto formalmente. L'assistente sociale non riflette sugli effetti che può provocare sulle persone che lo subiscono.
Svelato: il professionista adotta un approccio autoriflessivo sul proprio potere di definizione dei limiti e dei bisogni degli utenti e sulle conseguenze del controllo sulle persone.
Le forme attraverso cui viene esercitato controllo sono condizionate dal tipo di paradigma che orienta il processo di assessment dell'assistente sociale. La scelta del tipo di paradigma dipenderà dall'idea di giustizia sociale a cui si fa riferimento. La teoria critica spinge gli assistenti sociali a focalizzare l'attenzione sulla natura strutturale dei problemi sociali e individuali e a mettere in discussione quelle pratiche professionali che alimentano la rappresentazione della povertà come condizione di cui è responsabile il singolo.
Azione situata: il professionista opera all'interno di un contesto organizzativo con risorse limitate e discrezionalità limitata. Un approccio positivista all'assessment -> ruolo rilevante nella pratica professionale. L'accesso alle risorse pubbliche è regolato dal merito e non dal diritto di cittadinanza.
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Ricostruire storie: bisogna mettere in atto un processo di ricostruzione critica della propria pratica.
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Strategie di reframing: consentono all'assistente sociale di interrogarsi su una serie di questioni chiave rispetto alla gestione del potere in una direzione trasformativa.
Quali sono le forme del potere che influenzano il comportamento di coloro che sono oppressi? Quali strumenti sono disponibili agli operatori e agli utenti dei servizi sociali per promuovere cambiamento tenendo presente che tale tipo di utente è quasi sempre isolato, senza contatti con altri utenti con i quali potrebbe promuovere azioni collettive?
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In ciascuna specifica situazione oggetto di intervento professionale, chi sono i soggetti oppressi chi sono gli oppressori? Che tipo di potere stanno esercitando gli operatori?
Alcune questioni su potere, conoscenza e lavoro sociale
La conoscenza partecipata dei problemi sociali: una prospettiva critica deve promuovere un maggior controllo del processo di definizione della situazione da parte dell'utente e una maggior efficacia della sua capacità di agency. Se si adotta una prospettiva strutturale dei problemi sociali, l'agency ha una doppia dimensione: individuale e collettiva.
Empowerment individuale -> adozione prospettiva comprendente e autoriflessiva; azioni collettive per cambiamento delle politiche sociali -> cambiamento delle rappresentazioni neoliberiste dei problemi sociali. Cambiamento delle narrazioni dominanti sui problemi -> processo di produzione della conoscenza aperto e democratico che favorisca il coinvolgimento attivo di gruppi sociali oggetto delle politiche di controllo ma non hanno voce nella produzione della conoscenza su di loro e nella definizione di politiche. Punto di vista del deviante -> ricostruzione del processo che ha portato a tale etichettamento e conseguenze sullo sviluppo della carriera. Tali studi umanizzano il deviante decostruendo le rappresentazioni stereotipate degli utenti dei servizi la cui identità sociale è schiacciata dallo status deviante.
Pratiche partecipate: sostengono processi di empowerment collettivi, devono consentire di esercitare un controllo sul disegno di ricerca, sulle questioni oggetto di studio, sui criteri normativi. Le pratiche di ricerca partecipata consentono di identificare i problemi che sono giudicati rilevanti dai gruppi sociali da cui provengono gli utenti dei servizi, le cause strutturali e le soluzioni più appropriate.
La conoscenza permette di focalizzarsi sul modo in cui le cause strutturali e le attività delle istituzioni influenzano la vita quotidiana delle persone che condividono determinate azioni sociali. Le azioni collettive si fondano su una conoscenza che parte dall'esperieze delle persone, delle famiglie e dei gruppi socilai che vivono in povertà. Tale conoscenza deve essere prodotta con il coinvolgimento attivo di tali soggetti: un controllo dei processi con cui i problemi sociali vengono studiati può potenziare le capacità di agire, dando potere ai destinatari delle politiche di controllo sociale.
Rivalutare il deviante per evitare il processo di alterizzazione e deumanizzazione degli utenti: l'approccio comprendente consente di mettere in campo una risorsa strategica per la gestione del potere trasformativo con gli involuntary clients: l'abilità di entrare nei panni dell'altra persona. SI adotta una prospettiva teorica che rivaluti il deviante e che consenta al professionista di riflettere sul potere che sta esercitando. L'approccio comprendente consente di contrastare i processi di alterizzazione e deumanizzazione. Quest'ultima può essere usata per legittimare le diseguaglianze sociali e delegittimare politiche finalizzate a un'equa distribuzione delle risorse. Rappresentare l'utente come un caso tipico attraverso un processo di categorizzazione può facilitare l'esercizio correzionale del potere in ambito in cui c' tensione tra rispettare la libertà delle persone e tenere conto dei vincoli esterni e delle responsabilità istituzionali. Il tipo di rappresentazione è condizionato dalla prospettiva teorica e metodologica che ha orientato il processo di assessment: collocare le persone in categorie può favorire una narrazione del problema dell'utente in cui si degrada la sua umanità,un processo valutativo comprendente possa promuovere una visione empatica dell'altro che pone queste fragilità in un contesto più ampio che permette di conferirgli un significato e attenuare il senso di colpa e di vergogna. Il processo di assessment in cui l'utente si sente capito può favorire disponibilità a rispettare una decisione sfavorevole.
Pratiche di resistenza come punto di partenza per una gestione del potere in una direzione trasformativa e anti-oppressiva: la non cooperazione, la resistenza o la sfida non favoriscono di per sé negli utenti lo sviluppo di una più efficace agency personale. Se si abbandona l'approccio del sick role e si adotta una prospettiva critica e comprendente il comportamento non collaborativo dell'utente può essere assunto come punto di partenza per una gestione del potere in una direzione trasformativa e anti-oppressiva.
Empowerment: azione collettiva di movimenti sociali per l'eguaglianza, la democrazia partecipante, la lotta alla povertà; l'azione collettiva di movimenti degli utenti per esercitare un maggior controllo sui servizi sociali e sanitari che usano; il processo tramite cui i singoli utenti ottengono un maggior controllo sulle loro vite. Processo complesso nel quale sono coinvolti molteplici attori sociali, tra cui assistenti sociali che possono concorrere alla realizzazione di tale processo promuovendo narrazioni che conferiscano potere agli utenti favorendo una deinvidualizzazione dei problemi sociali nella logica della rivalutazione del deviante.